LXXXIII. Sbarazzarsi dei pesi di troppo

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Mi sveglio aprendo leggermente gli occhi e subito capisco di essere ancora sul corpo di James.

Non ho più sonno quindi mi alzo cercando di non svegliare anche il moro e mi dirigo fuori la camera.

Dov'è la cucina adesso?

Giro per i vari corridoi fino ad arrivare ad una porta bianca, uguale a tutte le altre, ma che mi colpisce di più visto che ha un lucchetto.

Perché non sono come le altre ragazze che hanno sempre una forcina?

Prendo una delle chiavi delle altre porte e provo ad aprire il lucchetto ma niente...

Sento nel corridoio dei passi e li riconosco come quelli di James così rimetto la chiave apposto e mi allontano.

«ehi piccola» la sua voce roca mi manda in tilt il cervello.

«buongiorno idiota» ricambio avvicinandomi a lui.

«in verità sono le sette di sera quindi ti va se ordiniamo una pizza?» chiede e i miei occhi sembrano illuminarsi.

«si, ho una fame incredibile» mormoro massaggiandomi la pancia e lui mi sorride divertito.

«forza andiamo in salotto» dice intrecciando le sue dita con le mie per poi iniziare a camminare verso le scale.

Mi giro un'ultima volta a guardare quella porta per poi riportare gli occhi a James.

*

Io e il moro siamo stravaccati sul divano con un paio di fette di pizza e un episodio di The Walking Dead in TV.

«Carl è un piccolo figo della madonna» sussurro appoggiandomi al petto di James e lui tossisce.

«Ehi ehi chi è un figo della madonna?» mi chiede sollevando le sopracciglia.

«Carl, ha degli occhi che cazzo...» mi fermo quando lui mi prende per i polsi e mi inchioda al divano.

«spero che gli zombie se lo mangino vivo» mormora sulle mie labbra e io sorrido divertita.

«geloso» sussurro e lui unisce per la prima volta le nostre labbra dopo giorni.

«di te sempre» dice tra un bacio e l'altro ancorando una mano al mio fianco.

«sei solo mia» continua mordendomi il labbro inferiore per poi leccarmelo.

Sento le sue mani poggiarsi sulla mia pancia così porto le mie al suo petto per allontanarlo leggermente.

«scusami piccola, io...sono un coglione» dice sistemandosi il ciuffo con fare nervoso.

«no...non fa niente, abbracciami adesso» sussurro e lui mi sorride per poi avvolgere le braccia intorno al mio corpo.

Restiamo un'altro paio d'ore sul divano poi ci alziamo per fare una doccia.

La faccio prima io essendo l'ospite e quando James entra in bagno, salgo al piano di sopra cercando la porta di oggi.

Appena la trovo mi avvicino e poggio l'orecchio sul legno bianco anche se risulta inutile visto che non sento assolutamente nulla.

Se fosse per me butterei giù la porta ma non ho assolutamente gli strumenti per farlo e poi sarebbe una cazzata rompere una porta solo perché è chiusa.

Potrei chiedere a James perché la tiene chiusa.

Batto il pugno come se stessi bussando ma il silenzio continua a dominare nell'aria.

Innamorata del mio Inferno 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora