LXXXI. Non andartene mai

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«ho visto il tizio che ti sta aspettando fuori di qua» Alex ormai chiama James 'tizio'.

«grazie per avermelo detto, ci vediamo stasera» gli dico per poi lasciare un bacio sulla sua guancia.

«qualunque cosa mandami un messaggio» dice così annuisco dirigendomi verso i camerini per levare la divisa.

Le temperature si stanno alzando ma nonostante questo metto un pantalone verde militare, degli stivaletti neri e un top nero con una giacchetta sopra.

Esco da quella stanza e successivamente dal locale dopo aver mandato un bacio volante ad Alex.

Non mi ci vuole tanto a riconoscere James visto che è uno dei pochi ragazzi sobri lì fuori.

«Amie» mormora e avvolge le sue braccia attorno al mio bacino per poi stringermi al suo petto.

«James» rispondo non reagendo al suo abbraccio ma nonostante questo non lo allontano.

«ieri ti avevo detto che avrei voluto portarti in un posto quindi andiamo» dico.

«a piedi?» chiede ed io annuisco.

«dove vuoi portarmi?» chiede mentre usciamo dal vicolo.

«non è niente di speciale ma è un posto tranquillo»

Sono le 5:20 ed il mio turno sarebbe dovuto finire tra quaranta minuti e invece mi ritrovo per la strada, ancora deserta, con il mio ex-ragazzo.

Non so quanto tempo abbiamo impiegato ma ad un certo punto ci troviamo davanti ad una casetta disabitata senza finestre e porte intatte.

«dobbiamo entrare» dico a James vista la sua immobilità.

«okay» risponde semplicemente.

La casa è circondata da alcune piccole palazzine sempre abbandonate, si trovano leggermente distaccate dal centro abitato.

Inizio a salire i gradini non molto stabili di una scala quasi caduta a pezzi.

Il moro mi segue e pochi secondi dopo i nostri due corpi appaiono sulla "terrazza" della casa, spoglia e vuota.

Stamattina sono venuta qui e ho riempito un angolo di cuscini e qualche coperta per rendere più comodo l'ambiente.

«è un posto magnifico piccola» dice mentre con gli occhi ispeziona lo spazio.

Annuisco e mi stendo tra i cuscini e indico a James il posto accanto a me che lui subito riempie.

«James ieri, stamattina e anche mentre lavoravo ho pensato a noi...» dico vedendo James prendersi il labbro inferiore tra i denti.

«io non sono pronta a lasciarti andare, la necessità di starti lontana non supera il bisogno di averti vicino» continuo giocando nervosamente con le mie dita.

«c'è un ma vero?» chiese come se già sapesse la risposta.

«si, nonostante io ti abbia perdonato, resterò a casa di Alex-» sembra voglia interrompermi ma io poggio il mio indice sulla sua bocca.

«-e ci rimarrò finché non mi sentirò tanto pronta da lasciarti far parte delle mie giornate» concludo il discorso.

«okay...però continueremo ad uscire insieme vero?» chiede ed io annuisco.

Innamorata del mio Inferno 2Where stories live. Discover now