CXXVI. Se la guerra vuole, quella avrà

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James' Pov

«stasera io, Ed e gli altri andiamo in qualche locale, vieni anche tu?» mi chiede Steve mentre ci togliamo i giubbotti antiproiettile.

«si, ci vediamo alle 23 qui fuori» rispondo posandoli in un baule insieme ad alcune armi.

Ritorno alla mia moto salutando tutti i ragazzi con un cenno. Mi dirigo in hotel per riposarmi e prepararmi per la serata.

Prima di conoscere Amie, la solitudine in un certo senso mi piaceva ma adesso non più o meno, le uniche persone delle quali non mi potrei mai stancare sono Amie e Blake.

Mi mancano così tanto. Sono stato uno stronzo perché mi sono fatto accecare dal potere perdendo il mio tesoro più importante: la mia famiglia.

Non ho molta voglia di uscire ma non riesco a stare rinchiuso in questa cazzo di stanza da solo. Passo un paio d'ore a sfogliare le foto che ritraggono me ed Amie e successivamente quelle con Blake.

Mi faccio prendere dall'emozione infatti delle lacrime scorrono lungo le mie guance fino al mio collo.

«merda» impreco contro me stesso asciugandomi bruscamente le lacrime.

Quasi butto il telefono contro il muro quindi per salvarlo decido di iniziare a vestirmi dato che si sono fatte le 22:30.

Per fortuna alle 23 sono quasi tutti lì: Ed, Steve, Jonson, Ethan, Kyle e Nathan. Ne mancano un paio che hanno deciso di non venire.

Nella discoteca in cui andiamo abbiamo un tavolo privato. Passano solo pochi minuti e subito ci ritroviamo gruppi di ragazze attorno.

Mando via una bionda liquidandola non proprio in modo gentile.

«non ti piaceva fratello?» mi chiede Steve all'orecchio ed io faccio spallucce.

«preferisco le more dagli occhi scuri» e avrei voluto aggiungere: bassina, lentiggini sul naso, labbra carnose e rosse ma avrei fatto prima a dire Amie.

«guarda lì» mi fa un cenno portandomi a guardare una moretta che balla in modo lento e sensuale. Sembra quasi accorgersi dei nostri occhi su di lei infatti porta il suo sguardo su di me.

Si avvicina al nostro tavolo e si siede sul bracciolo del divanetto.

«posso sedermi?» chiede la ragazza sbattendo le ciglia.

«lo sei già» rispondo finendo il mio drink in un solo sorso.

«non dicevo sul divanetto» si morde il labbro inferiore e si siede, sfacciatamente, sul mio bacino.

«come ti chiami baby?» le chiedo con le labbra vicine al suo orecchio.

«Madison e tu?» poggia le mani sul mio petto accarezzandolo.

«James»

«allora James, mi porti in una delle camere di sopra?» chiede Madison mordicchiandomi il lobo dell'orecchio.

Vorrei tanto scrollarmela di dosso ma è così simile ad Amie, mi sembra di tenere lei tra le braccia ed è per questo che annuisco prendendole la mano.

Saliamo al piano di sopra e la spingo nella prima camera libera. La sbatto contro la porta e mi fiondo sulle sue labbra.

Già qui non riconosco lo stesso sapore di quelle di Amie ma continuo a baciarla passando poi al suo collo.

Innamorata del mio Inferno 2Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz