(4). FUGA

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-Come può essere il suo compagno? Sono...cugini- chiedo, Julia è la sorella maggiore di Malachia che la porta ad esserlo anche per Eric

-Beh, è una storia un po' complicata, ma posso assicurarti che non c'è nessun grado di parentela tra Maya e Eric- dice restando vago "dopotutto perché dovrebbe rivelarmi questo genere di segreto, presto me ne andrò" penso sentendo comunque un pizzico di delusione invadermi

-Ok- rispondo poi semplicemente fingendo disinteresse, lui mi osserva per qualche secondo e poi scuote la testa con un sorriso strano sulle labbra

-Julia era una cucciola quando i miei la trovarono, Isabel, la compagna di mio padre, non riusciva a rimanere incinta e quando arrivò lei fu la sua salvezza-

-La compagna di tuo padre non è...tua madre?- chiedo confusa

-Non esattamente, ma mi ha cresciuto come se lo fosse, non appena tornerà te la farò conoscere- mi prende per mano e mi porta a visitare il villaggio mostrandomene ogni angolo e nascondiglio

-Perché ci sono tutte quelle lanterne accese? Non c'è buio- domando indicando i porticati delle case che mi circondano

-Quelle non servono per illuminare l'ambiente, restano accese sempre perché con loro restano vivi i ricordi dei propri cari, ogni lanterna appartiene a qualcuno che adesso non c'è più, è una tradizione che portiamo avanti da secoli- spiega -Come puoi vedere tutti ne hanno di quantità diverse e non appena ci si sente pronti esse vengono fatte trascinare via dal fiume sperando che il dolore venga portato via con loro per lasciare spazio ai ricordi felici che quella persona ha creato- sorrido pensando che è una bellissima idea per celebrare i morti poi vedo quello che dovrebbe essere mio nonno entrare in una piccola abitazione in legno e sul davanzale di una delle finestre vedo tre piccole lanterne.

Verso le tredici ci dirigiamo nella sala da pranzo della grande casa dell'Alpha, pare che ogni abitazione sia provvista di cucina ma che ogni giorno il branco si raduna per condividere il pranzo, ognuno è invitato e chiunque può rifiutare anche se sembra che nessuno mai lo faccia.

Malachia si siede a capotavola affiancato sulla sinistra da Sam e mi indica di sedermi alla sua destra, dopo un ottimo pranzo torno in stanza da sola, sembra che Malachia debba partecipare ad una riunione alla quale non sono invitata, così come alcuni lupi mi hanno fatto comprendere, dopo circa venti minuti che cammino avanti e indietro per la camera però la noia prende il sopravvento e decido di gironzolare per il villaggio per conto mio, dopotutto se, e dico se, devo rimanere qui è meglio che sappia orientarmi.

Mentre esploro però delle voci familiari attirano la mia attenzione, seguo il suono finché non raggiungo il bosco dove noto un piccolo sentiero di terra battuta, lo seguo finché non si interrompe in prossimità di una piccola montagnetta di sassi nella quale è scavata una piccola grotta, mi guardo intorno cercando di capire cosa fare e sento delle risate provenire da più avanti, mi inoltro tra gli alberi e continuo a camminare finché non mi ritrovo in un enorme prato fiorito circondato da betulle, in mezzo al quale vedo i miei genitori che giocano e scherzano...

...-Smettila, Mahigan- dice mia madre sdraiata sotto mio padre mentre cerca di impedirgli di farle il solletico

-In cambio cosa mi dai?- dice lui con un sorrisetto malizioso

-Un...bacio- dice tra una risata e l'altra la donna

-Okok, mi fermo- dice lui bloccandosi a guardarla negli occhi, si avvicina piano e le lascia un leggero bacio sulle labbra, si guardano negli occhi per qualche secondo poi lui si alza in piedi

-Balla con me- le chiede tirandola su con facilità, quasi non pesasse nulla

-Non so ballare- risponde lei

IMPERIUM SANGUIS    La dominatrice del sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora