31. MEDEA

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Quando arriviamo nelle vicinanze della casa della mia famiglia sento le lacrime invadermi gli occhi, dopo una vita passata in quel posto rivederlo sotto quell'aspetto è terribile, il giardino è devastato così come il tetto della casa che è schiacciato da un grande albero, mi guardo attorno e noto che anche le poche case vicine sono messe allo stesso modo, il silenzio attorno a noi è assordante e tutte iniziano a preoccuparsi, a esitare "E se la dominatrice si fosse sbagliata?", chiudo gli occhi e percepisco una scia di potere circondarci.

-Attente!- dico riprendendo sembianze umane, un'enorme ondata di potere si scatena attorno a noi e subito le streghe si dispongono per parare l'attacco creando una barriera che ci circonda, vedo uscire dall'ombra del bosco molte donne vestite di nero che si avvicinano circondandoci completamente.

-Che stupida, pensava di sconfiggerci con un piccolo manipolo di streghe, ti credi così potente?- mi schernisce una nemica.

-Ci hai servito ciò che ci mancava su un piatto d'argento- dice un'altra

-Patetica- è il commento di molte altre, sorrido e molte di loro mi guardano incuriosite "Adesso!" spingo il messaggio verso Omar che, insieme ad alcuni felinidi, è nascosto poco più lontano tra le piante e Alina che invece è con i il resto di loro nella parte opposta e subito tutti iniziano a correre trasformati verso di noi cogliendo le streghe impreparate.

Distratte diventano vulnerabili così la barriera viene infranta e le nostre streghe le attaccano alle spalle, una delle donne vestite di nero pronuncia una formula e il terreno inizia ad aprirsi in un passaggio dal quale iniziano ad uscire altre streghe d'Europa pronte a lottare, ne atterro due e mi ritrasformo correndo nella mischia, Omar mi affianca e mi copre le spalle "Elinor" mi chiama "Vai" io annuisco e mi dirigo velocemente verso il passaggio, entro senza problemi e percorro i corridoi che mi ritrovo sorprendentemente davanti, molte streghe vedendomi si allontanano ma nessuna di loro tenta di fermarmi e poi capisco, lei mi vuole qui o non sarebbe stato così facile entrare.

-Medea!- dico urlando tornando nuovamente umana, sono nuda e sporca di fango ma continuo a camminare tranquillamente in quel labirinto di metallo –Vieni fuori! Sono qui no?!-

-Ben arrivata mia cara nipote- risponde una voce magnetica nel corridoio

-Sei così vigliacca da non venire di persona? Mi deludi cara zia- dico schernendola

-Oh non preoccuparti, molto presto ci vedremo ma prima è mia consuetudine dare un regalo di benvenuto agli ospiti- un rumore metallico e una porta poco più avanti inizia ad aprirsi, mi avvicino sospettosa e al suo interno vedo Dalila e Sid incatenati e pieni di ferite che ringhiano verso di me.

La rabbia mi invade –Lasciali andare!- urlo e i due lupi perdono conoscenza

-Oh cara nipote, i tuoi due preziosi amici non sono più sotto il mio controllo ma non era questo il tuo regalo- la porta si chiude di fronte a me facendoli sparire e io gli tiro due pugni cercando di riaprirla –Senti questo suono?- continua, sento dei passi ma non sono umani, le unghie strisciano sul pavimento, unghie animali –Sorpresa- dice non appena di fronte a me nel corridoio si posiziona un enorme lupo bianco sanguinante con una macchia nera sul muso, i denti sporgenti e affilati, gli occhi rossi, sento la rabbia invadere il mio compagno mentre io nel vederlo vivo provo solo gratitudine, strascica un passo avanti e ringhia, io indietreggio e sento in me nascere l'ira, mi piego a quattro zampe e in pochi secondi ho di nuovo il manto grigio di un lupo "Malachia, sono io" dico al mio compagno che continua ad avvicinarsi "Non voglio combattere con te" niente sembra raggiungerlo, fa un balzo verso di me e lo schivo per poi atterrarlo e tenerlo a terra sotto il mio peso "Malachia! Svegliati" urlo, lui si solleva spingendomi via e atterro sulla schiena, non passa che un secondo prima che lui mi sia sopra, mi morde sulla clavicola e un dolore atroce mi invade, urlo ma non sento la mia voce, la vista mi si riempie di puntini neri, Malachia molla la presa e si prepara ad attaccarmi di nuovo quando il peso sparisce, mi alzo a fatica e vedo Omar sbattere il mio compagno contro il muro –Ci penso io a lui- dice in forma umana preparandosi a parare un colpo del suo Alpha, io cerco di annuire ma le forze mi abbandonano, sento il pelo ritrarsi e le ossa tornare nella forma originale, in pochi secondi sono tornata nella mia forma umana e i capelli sporchi di sangue mi ricadono sulle spalle, chiudo gli occhi e sento il potere delle altre dominatrici, seguo la scia e mi ritrovo in una stanza enorme con quattro celle in vetro in ognuna delle quali avvicinandomi vedo che c'è una dominatrice dormiente, Yelena, la dominatrice del cuore, Abasi, la dominatrice della mente, la piccola Livia, la dominatrice della morte e nell'ultima cella, sdraiata su un lettino simile a quelli d'ospedale, Raya, mia madre, la dominatrice del tempo.

Sgrano gli occhi avvicinandomi a colei che per sei anni ho creduto morta e le lacrime che cercavo di fermare mi scivolano sulle guance ininterrottamente, è collegata a dei macchinari per respirare perciò suppongo sia in coma, i capelli lunghi fino alla vita la circondano e spiccano di un rosso vivo sul bianco spento del letto

-Mamma- sussurro appena, sento una risata e mi volto trovandomi davanti la fotocopia cattiva di mia madre, Medea, capo congrega d'Europa.

-È una commovente riunione di famiglia, mi spiace interromperla ma qui ho da fare- dice girandosi tra le mani un pugnale, vede che lo osservo e ancora sorride –Ti piace? È ossidiana- lo impugna e fa un passo verso di me, io mi sposto velocemente per non rimanere bloccata tra lei e la cella di mia madre e mi ritrovo in mezzo alla stanza

-È inutile continuare a scappare- dice adirata –Morirai per una buona causa- continua

-Ah si?- dico respirando a fatica, la ferita continua a sanguinare e il rosso scarlatto mi copre ormai tutto il braccio –E quale? Renderti potente? Immortale? Non credo poco- cerca di attaccarmi ma mi scanso appena in tempo procurandomi solo un leggero taglio sul braccio sinistro –Hai catturato dei bambini per renderli cavie, hai rapito mia madre facendomi credere che fosse morta, hai torturato i miei amici, non meriti nemmeno il potere che hai già figuriamoci uno maggiore- dico spostandomi ancora e graffiando la strega sul viso, lei ringhia e si tocca la guancia sanguinante

-I lupi sono bestie pericolose che vanno eliminate, mentre tua madre e i tuoi amici sono serviti a portarti qui- dice semplicemente alzando le spalle –Tutti sacrifici necessari-

-Elinor- dice Yelena svegliandosi lentamente dal torpore in cui era probabilmente indotta da mia zia seguita dalla dominatrice della mente e della morte, le chiamo, porgono una mano verso di me e sento il potere avvolgermi non appena da ognuna di esse parte un fascio di luce, chiudo gli occhi quando la prima, del colore di una rosa rossa, mi colpisce, subito sento battere veloce il mio cuore e di fronte a me vedo il viso di tutti coloro che amo, la seconda, blu come un cielo notturno mi circonda facendo sparire ogni dubbio e liberandomi da ogni insicurezza, la terza gialla come il sole, non appena mi sfiora sento la morte allontanarsi da me e ogni ferita presente sul mio corpo viene risanata, poi, con grande stupore, una quarta luce attira la mia attenzione, bianca, come un foglio su cui tutto è ancora da scrivere, quando si unisce alle altre convergendo in me il tempo passato mi si para di fronte, ogni risata, ogni pianto, ogni minuto di ogni ora della mia vita, sento la forza delle mie amiche e di mia madre, sento la loro speranza, il loro amore e la loro gioia, apro gli occhi e l'unica cosa che vedo è il volto di Medea che sorride, un dolore atroce nel petto, delle urla disperate, la vista si appanna, cado all'indietro e in pochi secondi tutto diventa buio.

IMPERIUM SANGUIS    La dominatrice del sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora