Capitolo 11

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Why aren't you dead yet?

Madison Beer


Tre cose abbiamo bisogno nella vita: la sicurezza, l'amore incondizionato e un po' di solitudine.

Non so se è peggio rinchiudersi in una stanza o rinchiudersi con la mente. Non amo i solitari ma amo la solitudine. Tutti hanno bisogno di qualcuno di presenza fisica per vivere, ma abbiamo bisogno anche del tempo per noi stessi; per riflettere, per capire cosa sta succedendo attorno a noi e staccarci un po'dal mondo.

"Pronto?" Bella mi scuote davanti al viso la sua mano per attirare la mia attenzione.

"Eh cosa?" Domando, sospirando.

Fa un caldo che non so spiegare. Prendo il mio elastico che ho costantemente sul polso e mi faccio una coda.

"Andiamo al parco e decidiamo come organizzare il tuo compleanno." Afferma.

Faccio una smorfia. "Non lo voglio festeggiare il mio compleanno." Le metto in chiaro.

E' una festa come un'altra e non sono e non sarò dell'umore di festeggiare. Al massimo preferisco mangiare una pizza e birra insieme, molto semplice.

"Come?" Domanda strabuzzando gli occhi. "Comunque non era una domanda, quindi..." Sorride, prendendo la mia mano per farmi alzare dal letto.

Sbuffo ma la seguo ugualmente facendomi letteralmente trascinare.

Andiamo nel parco insieme a Lola la quale ci stava aspettando già davanti alla porta. Non capisco perché ne devono fare una cosa fuori dal mondo. Ho capito che sono i diciotto anni ma non voglio fae una festa in grande anche perché manca ancora tempo.

"Allora, io e Lola stavamo pensando di affittare il ristorante davanti alla spiaggia di Malibu." Esclama Bella, aprendo un quaderno e mettendolo sull'erba. Ha una serie di cose annotate tanto da farmi strabuzzare gli occhi.

"Eh? Quando?" Domando, sconvolta. "Mi spiegate da quant'è che architettate tutta questa roba?" Indico il quaderno.

"Che importa?" Dice Lola distendendosi. "I diciotto anni li farai una volta nella vita."

"Ogni anno lo facciamo una volta nella vita."

"Quanto sei noiosa!" Afferma Bella. "I diciotto anni sono molto importanti, sarai maggiorenne, potrai essere indipendente." Mi spiega con tanto di enfasi nel tono.

"Sono sempre stata indipendente." Alzo le spalle. Di sicuro non c'era né mamma e papà a farmi da mangiare, a lavorare e mantenermi come ogni genitore cerca di fare.

"L'unica cosa che mi metterà di buon umore nel compiere i diciotto anni è il fatto che finalmente uscirò da quella prigione." Enfatizzo.

"Sei noiosa e anche drammatica. Vogliamo pensare solo alla festa di compleanno?" Mi prega.

Alzo le spalle. "Come desiderate."

"Abbiamo fatto una lista di ipoteteici invitati e siamo circa trentacinque."

"Trentacinque?" Esclamo. "Nella mia vita conosco forse ad esagerare dieci persone." Le faccio sapere.

"Allora, escludendo oi, ho invitato il tuo ragazzo, Jason, Lucky." Inizia.

"Poi, ti ricordi Priscilla, Evangeline e Rebecca, le ragazze che hanno chiesto se potevamo venire in piscina con noi? ecco, anche loro. Poi cinque ragazzi che conosco in comunità, uno di loro era il mio ex ma chi cavolo se ne frega." Specifica.

"Dei miei amici di scuola, sono simpatici te lo garantisco, altri ragazzi che conosce Lola qui a Los Angeles..." Più continua con la lista e più sono senza parole.

Make it worth it (DISPONIBILE IN LIBRERIA) Where stories live. Discover now