Capitolo 30

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No reason to stay is a good reason to go

Camila Cabello




***

Se ho dormito? Nemmeno un secondo. Non ho smesso nemmeno un momento di pensare ai messaggi, a Kyle e ad Ashley.

Ho fatto bene a non chiamare la polizia e comunicare quello che è successo. Ormai è tardi e ormai sono le sei del mattino.

La prima cosa che ho fatto quando sono tornata a casa ieri è stata chiamare Dylan per poi sentire la segreteria telefonica partire. Mi sta ignorando e so che è incazzato.

Mi sono alzata dal letto con una stranissima sensazione: un po' per aver realizzato che oggi ho diciotto anni e un po' perché sono ad un passo dalla verità.

E' ancora presto e ormai non prendo più sonno. Mi sento priva di energie ma piena di ansia.

Non voglio andare da nessuna parte se non con Dylan. Mi costa ammettere che senza di lui non farei niente di mia iniziativa o quanto meno non avrei il coraggio necessario per fare quello che sto per fare.
So che non mi supporta e questo è difficile da digerire.

Non siamo andati a parare da nessuna parte con "l'aiuto" della polizia. Anzi, hanno praticamente smentito il tutto perché non ci sono "prove necessarie."
È veramente ridicolo.

Mi faccio coraggio e mi alzo con gli occhi che bruciano per il sonno.

"Buon compleanno." Sussurra Bella, aprendo un occhio.

"Grazie." Sorrido.

"Dove stai andando?" Domanda, alzandosi anche lei.

Ieri sera le ho raccontato tutto e sa che oggi mi devo incontrare con Kyle per la faccenda di Ashley. Sono nervosa al massimo.

"Ah già." Si ricorda. "Secondo me non dovresti farlo, non lo so, è pericoloso."

"Non mi stai aiutando" le dico, mettendole in chiaro che mi sta solo mettendo ansia.

"Almeno vai con Dylan."

Lo vorrei tanto. Ma già so la sua risposta: andare dalla polizia. Ma se le succede qualcosa non riuscirei mai a perdonarmi.

"Se fa lo stronzo anche il giorno del tuo compleanno, ci vado io con te."

Sorrido e l'abbraccio. Non ho mai incontrato qualcuno che mi appoggia in questo modo. Ho avuto poche amiche femmine e sono state tutte vipere con me.

"Vai da lui, ora. Per qualsiasi cosa, mandami un messaggio e mi vesto in due secondi."
Annuisco e mi preparo subito per uscire. Sarà ancora a dormire a quest'ora ma non mi importa.

Ci metto meno del previsto per arrivare a casa sua. Il suo cellulare è ancora staccato. Non posso credere che lo abbia spento apposta. Ci sorvolo sopra, giusto perché ho cose più importanti a cui pensare.
Busso alla sua porta svariate volte e mi viene ad aprire dopo circa cinque minuti.

"Quanto ti ci voleva per aprirmi la porta?" Esclamo, spingendolo da una parte per entrare.

"Buongiorno anche a te." Ironizza, chiudendo la porta.

"Perché mi hai riattaccato e spento il telefono ieri?" Incrocio le braccia.

"Non so, trai tu le conclusioni."

Sono già ansioso e lui si è alzato mi mal umore. Tutto quello che faccio al momento è buttarmi sul divano e piangere.

"Sa tutto a differenza di quello che dicevi." Lo informo.

Make it worth it (DISPONIBILE IN LIBRERIA) Where stories live. Discover now