Non c'è due senza... Te

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Piano A: Evitarlo.
Quella era una tattica che, a mio avviso, funzionava sempre.
Se evitavo il problema, il problema non mi si sarebbe presentato, e Darcy Blaison era sicuramente il mio problema.
Avevo ripensato molto alle parole di Hannah, sul mio presunto eccessivo coinvolgimento riguardante Darcy e anche se non condividevo affatto, avevo deciso lo stesso di attuare un piano.
Se lo avessi evitato non avrei ceduto alle sue provocazioni, se non avessi ceduto alle sue provocazioni sarei stata lontana dai guai, se fossi stata lontana dai guai sarei stata lontana dalla presidenza, se fossi stata lontana dalla presidenza avrei mantenuto la mia condotta salva, se avessi mantenuto la mia condotta salva sarei stata tranquilla.
Avevo stilato una mappa di tutti i suoi spostamenti basandomi sul quadro orario delle sue lezioni affisso in bacheca.
Sapevo quando era in classe, quando invece frequentava i laboratori, quando si trovava in palestra e di conseguenza anche di quando era negli spogliatoi, dove andava quando faceva studio individuale, conoscevo i giorni in cui restava a scuola fino alle due e quando invece usciva al mio stesso orario, se faceva qualche corso pomeridiano, i giorni e gli orari degli allenamenti di basket, partite ufficiali e amichevoli in programma e pertanto l'accesso al campo all'aperto, i giorni in cui usufruiva della mensa scolastica e quelli in cui invece tornava a casa.
Tutto ciò mi aveva inevitabilmente portata a pensare a lui più del dovuto per tutta la settimana e a preoccuparmi di poterlo incontrare, non facendo altro che stressarmi di più.
Infatti l'unica falla del mio piano, scrupolosamente e maniacalmente progettato, era che le nostre classi si trovavano sullo stesso piano e quindi correvo il rischio di imbattermi in lui in caso di necessità di andare il bagno o durante l'intervallo.
Ma fui fortunata perché, ascoltando alcuni pettegolezzi, mi resi conto che Darcy Blaison era un tipo piuttosto abitudinario.
Andava in bagno quasi sempre alla stessa ora, una volta alla mattina e due volte nel pomeriggio, e non perché ne sentisse davvero la necessità, ma solo per farsi un giro per i corridoi per allontanarsi dalle lezioni che reputava più noiose o per andarsi a fumare semplicemente una sigaretta vicino alle scale anti-incendio, e per fare questo giro, impiegava più o meno 8 minuti.
Anche durante l'intervallo faceva sempre lo stesso giro, scendeva nel cortile, restava per un po' al bar della scuola e poi si aggirava per i corridoi del primo piano e, dalle voci che avevo sentito, il motivo per cui lo faceva era per esaminare le ragazze delle altre classi. Che cosa scontata da parte sua...
Ecco che tornavo a pensare nuovamente a lui e io stessa mi odiavo per questo, perché mi era sembrato di stargli dando fin troppa importanza e, una volta terminata la mia mappa, attuai il mio secondo piano.

Piano B: Non pensare a Darcy Blaison.
Ma poi mi accorsi che con un nome del genere era inevitabile che io pensassi a lui quindi cambiai il nome.
Piano B: Non pensare a 'tu sai chi'
Mi sarebbe bastato stare il più lontano possibile dai posti dove in quel momento si trovava 'tu sai chi' e a sua volta non ci avrei pensato.

Sapevo che il piano era piuttosto banale e scontato, ma stava funzionando!
Erano passate due settimane dal mio ultimo incontro-scontro con 'tu sai chi' e stava andando tutto bene e avrebbe continuato ad andare tutto bene se quel giorno non avessi avuto la 'brillante' idea di andare nel cortile della scuola.

Era ricreazione.
Per evitare ogni tipo di sfortunato incontro con "tu sai chi" andai nel luogo più sperduto e inutilizzato della scuola.
Ero appoggiata ad un albero, intenta a ascoltate un po' di musica nella calma più totale dato che Hannah e Red dovevano ripassare per un'interrogazione.

Non capivo perché mai nessuno andasse in quel posto. Era così tranquillo, lontano da tutta quella confusione che facevano gli studenti durante l'intervallo.
Ma a quanto sembrava, mi sbagliavo. Quel luogo non era così ignoto come speravo.
Sentì delle voci e scorsi in lontananza tre ragazzi avvicinarsi nella mia direzione e... Non potevo crederci! Che ci faceva Darcy Blaison con la sua combriccola di amici lì?
'Adesso che faccio?' mi domandai mentre le voci erano sempre più vicine. Serviva un piano!

Mr. Player and IWhere stories live. Discover now