(Non) Appuntamento

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Come ci si doveva vestire per un appuntamento?!
Se mi fossi vestita in modo sportivo Darcy avrebbe certamente colto l'occasione per prendermi in giro ma non potevo nemmeno vestirmi in modo troppo elegante o altrimenti sarebbe sembrato di dargli importanza.
Era meglio la gonna o un pantalone? Scarpe da ginnastica o col tacco? Con trucco o senza trucco? Giacca per stare al caldo o niente giacca per vedere se Darcy sarebbe stato cavaliere e me l'avesse offerta?
"AAAH!!!" mi uscì un urlo frustrato.
Era possibile che quel ragazzo mi dovesse complicare sempre la vita?
O forse ero io a farmi troppi problemi? Alla fine era solo Darcy Blaison.
E forse era proprio questo il problema.
"Leonora, cosa sta succedendo qui?" subentrò in camera mia madre col suo solito tono alto di voce.
"Mamma, non ho niente da mettermi!"
Avevo svuotato tutto il mio armadio da cima a fondo ma non avevo trovato nulla di appropriato da indossare.
"Come non hai nulla da metterti?" disse mia madre guardando la montagna di panni ammucchiati sul mio letto.
"Sì, vedi." le feci cenno verso quei panni inadatti all'occasione.
"Mettiti questo." Disse mia madre prendendo un completo maglietta e pantalone.
"L'ho messo già un sacco di volte." Mi lamentai.
"Allora questo..." disse optando per un altro completo.
"Non mi piace."
Continuò così per una ventina di minuti e quando il mio cellulare si illuminò a causa di un messaggio notai che si era fatto tardi.
"È possibile che tu solo perché devi uscire devi fare questo?"
Dovevo ammetterlo, non era facile sopportarmi. Iniziavo ad innervosirmi quando le cose non andavano come volevo io, dovevo sempre avere qualche pretesa, avevo dei gusti non semplici, chiedevo l'aiuto agli altri ma alla fine facevo sempre di testa mia, mi infastidiva quando alcune persone la pensavano diversamente da me ma allo stesso tempo odiavo le perone troppo accondiscendenti, in tutto ciò, una persona doveva anche cercare di non urtare la mia spropositata sensibilità o avrei cominciato a sentirmi triste.
La stessa cosa accadeva quando dovevo uscire. Non sapevo mai cosa mettermi, mi innervosivo, iniziamo ad agitarmi, mi lamentavo, chiedevo consigli ma finivo per non accettarli, mi preoccupavo di fare tardi ma continuavo a non cambiare idea.
"Metti quello che vuoi, Leonora!" disse esasperata mia madre.
"Ma mamma non so che mettermi!" Mi lagnai cercando di richiamarla per avere il suo consiglio ma entrambe sapevamo che alla fine non lo avrei seguito lo stesso.
"Devi uscire con le tue amiche, non capisco perché tu ti faccia tutti questi problemi!"
Il problema era però che non era una semplice uscita con Hannah e Red.
Non avevo detto a mia madre che in realtà uscivo con un ragazzo perché per me era qualcosa di nuovo a cui non ero abituata.
Quella non era una vera e propria bugia, era un'occultazione. Io avevo detto che sarei uscita ma non avevo mai detto con chi.
Poi non era un qualcosa di serio, cioè Darcy Blaison non mi aveva chiesto di uscire perché fosse innamorato di me e aveva intenzione di conoscermi meglio come avrebbe fatto ogni ragazzo al mondo.
Quello non era un appuntamento, un incontro tra due persone di sesso opposto che passano un po' del loro tempo insieme da sole non si poteva definire un appuntamento. Era... era...
Non sapevo cosa fosse ma sicuramente non era di certo un appuntamento.
"Questo va bene?" disse mia madre mostrandomi un outfit che alla fine... non era poi così male.
"Sì." Dissi soddisfatta. "Grazie mamma!"
Le cinsi il collo in un abbraccio facendo scontrare la mia guancia con la sua.
Per fortuna c'era lei.
Ma chissà se uscire con un ragazzo era sempre così estenuante o solo se si trattava di Darcy Blaison.

'Chissà se vado bene vestita così?'
Mi domandai mentre per la ventesima volta guardavo il mio riflesso nello specchio.
Rassegnata mi dissi che andava bene, feci un sospiro per prendere coraggio ma, dato che non era abbastanza, tornai indietro e quando mi sentì davvero pronta, uscì.
Decisi di sottopormi a quella tortura perché ero certa che, dopo aver ottenuto quello che voleva, Darcy si sarebbe stancato e mi avrebbe lasciato in pace.
Non ero mai stata ad un appuntamento e il mio cervello iniziò a farsi mille paranoie.
Ma poi mi ricordai che quello non era un appuntamento, ma un qualcosa che non sapevo ben catalogare.
Se lui non avesse scoperto quelle cose su di me questa... cosa, non sarebbe mai successa.
Io ancora mi chiedevo come avesse fatto...
Possibile che avesse chiesto in giro di me? Perché tutto ad un tratto faceva tutto questo? Non potevo che mostrarmi diffidente mei sui confronti visti i precedenti.
Guardai il cellulare, alla fine non era poi così tardi quando arrivai nel luogo in cui ci eravamo dati app... incontro.
Il problema era che però lui era già lì, appoggiato sulla sua scintillante moto nera. Stava bene pur indossando un semplice jeans e una maglietta e io speravo di apparire abbastanza carina.
Ma alla fine era solo Blaison, non mi interessava cosa pensasse di me.
"Ferres..." mi chiamò lui.
Da quella esclamazione mi sarei aspettata un commento su come ero vestita, o sul fatto che apparivo più carina del solito e infatti già sentivo l'imbarazzo dipingersi sul mio viso.
"Sei in ritardo di 10 minuti." mi rimproverò.
Ma mi scordavo si trattasse di Blaison e non del tipo di ragazzo che avevo sempre immaginato facesse la mia lista.
"E il tuo cervello è in ritardo di 10 anni!" risposi per le rime.
"Sali." ordinò. "O faremo ancora più tardi."
Aveva insistito sul fatto che fosse lui ad accompagnarmi al cinema per paura che gli dessi buca... di nuovo.
"Non prendo ordini da te." Risposi piccata.
"Preferisci che mi butti ai tuoi piedi pregando vossignoria di essere scortata da questo umile cavalier servente?" Mi prese in girò lui.
Non gli risposi, mi limitai a guardarlo male. Quell'appuntamento, o qualunque cosa fosse, cominciava nel peggiore dei modi e mi sentivo che, alla fine, si sarebbe rivelato un autentico disastro.
"Tieni." Disse lui porgendomi un casco.
"Io quel coso non lo metto!" affermai decisa incrociando le braccia.
"Non ti facevo così sprezzante del codice della strada"
"Non è per quello. È che questo non voglio metterlo." Dissi indicando con lo sguardo l'oggetto in questione.
"E di grazia posso saperne il motivo?"
"Perché preferisco l'altro."
L'avevo detto che non sarei stata molto collaborativa lasciandogli l'impresa facile e Darcy Blaison avrebbe dovuto impegnarsi il doppio per battere la mia testardaggine.
"Non fare la ragazzina..."
"Non faccio la ragazzina."
"Allora mettiti questo cazzo di coso." Affermò porgendomelo nuovamente.
"No" protestai.
"Ferres puoi evitare di farmi incazzare?"
"Ti ho detto di no!"
"Lo sai, sei proprio una rompipalle!" sentenziò sbuffando. "Tieni" aggiunse poi dandomi il suo casco nero cromato, lasciandomi completamente basita. Blaison mi stava veramente dando il suo casco? Lo stesso che non faceva toccare a nessuno e trattava come se fosse un antico cimelio di famiglia?
"Allora?" aggiunse visto che, anche dopo avermi accontentata, io ancora non mi muovevo.
"Sei... sicuro?" chiesi titubante.
"Ho alternative?"
"Direi di no."
A quanto pareva ero io a dovermi sforzare di più per fargli perdere la pazienza.
"Forza sali." Mi incoraggiò.
Ero già stata su una moto... da ferma, però avevo sempre desiderato provare. L'idea mi terrorizzava e incuriosiva allo stesso tempo.
"Reggiti forte." esclamò Blaiosn.
"A te? Non se ne parla proprio!" risposi stizzita agganciando le mani dietro al sellino.
"Come vuoi..." sentenziò mentre faceva rombare il motore in maniera troppo rumorosa. Non mi rimase neppure il tempo di formulare un pensiero di senso compiuto che mi sentii barcollare nel vuoto perché il cretino era partito a tutta velocità impennando con la ruota anteriore. Solo perché era la mia prima volta su una moto feci ciò che mi disse e non mi rimase che stringermi a lui.
'Ok, brutto idiota. 1 a 0 per te!'

Mr. Player and IWhere stories live. Discover now