Sei strano

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Odiavo educazione fisica!

La ritenevo una materia inutile, facoltativa e impossibile da fare alla prima ora, che aveva l'unico scopo di rompere qualche arto a chi la praticava.

Tipo me.

Non ero mai stata una persona sportiva anzi, tutto il contrario. Non riuscivo a lanciare una palla, a correre più di 5 minuti senza iniziare a boccheggiare, non avevo per niente degli ottimi riflessi, non riuscivo a prendere una palla, non riuscivo a saltare da più di un centimetro da terra,  non riuscivo a resistere più di un minuto appesa al quadro svedese, non riuscivo a schivare una palla, a passare un ostacolo senza farlo cadere, dovevo stare attenta a non uccidermi e non uccidere gli altri colpendoli con la palla, non ero in grado di fare ogni cosa che riguardasse l'attività fisica e avevo un qualche serio problema con quei strumenti di forma sferica.

Infatti durante la partita "amichevole" a pallavolo, mi venne la brillante di idea di non restare lì ferma a fare solo il componente mancante della squadra facendo fare tutto agli altri, ma addirittura provare a prendere la palla!

Ma dato il mio cattivo rapporto con i palloni e l'attività motoria in sé, non feci altro che storcermi il polso.

Il professore mi autorizzò ad andare a medicarmi in infermeria e io riuscì in questo modo a salvarmi da quella tortura chiamata educazione fisica. Me ne andai senza alcun rammarico da parte dei miei compagni di squadra che anzi, erano piuttosto sollevati della mia dimissione. Le uniche che ebbero pietà di me furono Hannah e Red.

"Lena, stai bene?" chiese Red alzandosi dalla panchina dove era seduta, dato che aveva usato la finta scusa del ciclo per essere esonerata dalla lezione.

"Tranquilla Red, non è niente."

"Vuoi che ti accompagni?" mi domandò gentilmente Hannah.

"No, non preoccuparti. Continua pure la partita." Dissi sapendo bene quanto Hannah adorasse quello sport dato che lo praticava da anni ormai.

Andai in infermeria ma non ci trovai nessuno quindi decisi di aggirarmi per i corridoi pur di non tornare in palestra.

Camminavo tranquillamente quando un ragazzo, di tutta corsa, mi passò accanto facendomi cadere. Non era proprio giornata!

"Scusa..." disse il ragazzo mentre continuava a guardarsi attorno temendo di incontrare qualcuno.

Mi massaggiai la testa. Perfetto! Dopo la botta al polso ci mancava solo il colpo alla testa. E dire che scene del genere nei film le trovavo perfino romantiche quando in realtà fanno solo un gran male.

Intanto il ragazzo si tranquillizzò e portò l'attenzione su di me.

"Ferres..." disse alquanto stupito e quasi... intimorito?

Ma certo! Chi altri poteva travolgermi alle 8.30 del mattino se non quell'idiota.

"Ciao Blaison." Lo salutai infastidita. "Vai di fretta?"

"No..." disse pacato, ma alquanto nervoso, lui. "Perché me lo chiedi?"

'Forse perché mi sei appena venuto addosso, idiota?'

"Sembrava che stessi scappando da qualcuno."

"No, volevo solo arrivare in tempo in classe." disse quasi sotto pressione.

Oggi era decisamente strano. Quando mai Darcy Blaison aveva fatto una corsa per entrare in classe per fare lezione? Soprattutto quando mancavano ancora più di 20 minuti al loro prossimo inizio.

"Tu che fai una corsa per arrivare in classe?"

Ripeterlo a voce alta lo rendeva ancora più surreale. Darcy Blaison pronto e volenteroso a fare lezione... esilarante.

Mr. Player and IWhere stories live. Discover now