Mr. Darcy

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"Che cosa leggi?" chiese interessato.

"Ora non leggo niente." Dissi rendendomi conto da sola del mio tono seccato.

Lui mi tolse il libro da davanti e senza perdere il segno lesse ad alta voce il titolo del romanzo.

"Orgoglio e Pregiudizio." disse facendo un'espressione alquanto sdegnata. "Solo a te puoi piacere un libro del genere."

"Tu non sai nemmeno di che stai parlando." Dissi certa che Blaison non avesse mai letto quel libro e tanto meno ne conoscesse il contenuto.

"Oh, davvero?" esclamò. "È secondo te perché la mia amorevole madre mi ha dato questo nome?"

"Per questo?" chiesi sorpresa. "Per questo ti chiami Darcy? Come..."

"Come Mr. Darcy. Già..." Disse con tono di chi non ne era per niente contento.

Finalmente avevo scoperto perché Darcy Blaison avesse questo nome.

Non perché fosse già di un suo antenato, non perché si aspettassero una femmina, non perché i suoi volevano rovinargli la vita... ma per il semplice fatto che a sua madre piacesse quel libro.

"Quanto vorrei che la Austen non avesse mai scritto questo dannato romanzo."

"Quindi vorresti dirmi che conosci il contenuto del libro."

"Purtroppo si." Disse. "Anche se preferisco la versione con gli zombie."

"E sentiamo, di cosa parla?"

"Cos'è?" chiese. "Un'interrogazione? Se l'avessi saputo mi sarei preparato."

Apprezzai il fatto che avesse coniugato correttamente i tempi verbali ma non mi sorprese dato che sapevo che una delle materie nel quale eccelleva era italiano.

Prima di cominciare si schiarì la voce.

"Mr Darcy è un uomo presuntuoso e molto molto orgoglioso, con l'aria di chi il mondo gli abbia fatto un grande torto e in effetti anche io avrei quel carattere se mia madre mi avesse chiamato Fitzwilliam." Disse facendomi sorridere leggermente.

"Elizabeth invece è una rompipalle di prima categoria che ha sempre qualcosa da ridire... in pratica la donna perfetta per ogni uomo." Fece del sarcasmo.

"Un giorno i due si incontrano ad un ballo, ma il presuntuoso Mr Darcy era troppo superiore per mischiarsi a quella plebaglia. Il suo migliore amico gli consiglia di ballare con Elizabeth che ahimè non ballava con nessun gentiluomo il quale motivo non poteva essere certo il suo adorabile carattere. Darcy la rifiuta e le dice "amabilmente" che non è il suo tipo e Elizabeth amaramente offesa dichiara che Darcy sia una pessima persona. Qui interviene Wickham, personaggio scialbo e insulso, a mio avviso, che inizia a parlare male di Darcy davanti ad una già indignata Elizabeth. Elizabeth, così intelligente e matura, gli crede subito, dimostrandoci ancora un volta che tutta la sua noncuranza per il giudizio degli altri non era altro che una montagna di balle. Troppo inviperita dal giudizio velenoso che Darcy aveva espresso nei suoi riguardi, non dedica un solo pensiero al fatto che, essendo cresciuto oberato dall'ingrato nome di Fitzwilliam, era più che naturale che Darcy nutrisse un certo qual astio nei confronti di un evidente idiota... ma che almeno portava un nome normale.

Così, l'odio di Elizabeth per il povero Darcy cresce e cresce ancora, mentre cresce nello stesso tempo in lei il fascino per quell'idiota di Wickham.

La nostra eroina parte per visitare una sua vecchia amica. Durante questa visita, Elizabeth ebbe spesso modo d'imbattersi in Darcy, il quale, alla fine, ardendo di passione, non riesce più a trattenersi e le dichiara il suo amore. Non l'avesse mai fatto! Elizabeth lo respinge con le parole più fredde e più ostili che si potessero trovare. Ma, invece di essere felice di aver scampato il matrimonio con una rompipalle del genere, Darcy decide di inviarle una lettera. Elizabeth ne è molto stupita, e per la prima volta comincia a pensare che forse, ma dico forse eh, potesse essersi sbagliata. I suoi sentimenti hanno appena cominciato a cambiare che lei e Darcy si devono già separare. Per alcuni giorni non succede nulla. E poi nulla. E poi ancora nulla. E poi nulla ancora. E dopo altre 20 pagine... ATTENZIONE! COLPO DI SCENA!" Disse teatralmente facendomi prendere uno spavento.

Mr. Player and IWhere stories live. Discover now