Non proprio felice compleanno

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8 Marzo.
Il giorno della festa della donna.
Mi ero svegliata cantando quella mattina e questo dichiarava che ero allegra e la bella giornata sembrava sottolineare quel mio buon umore.
Inoltre ero guarita dalla febbre che avevo avuto nei 3 giorni precedenti, per fortuna Hannah e Red mi avevano tenuta compagnia via messaggio, e ora mi sentivo molto meglio.
Quel giorno ero davvero contenta e nessuno mi avrebbe strappato quell'inspiegabile sensazione di felicità.

"Ma si può sapere una volta per tutte che cazzo vuoi da me?"
"Blaison io..." tentai di spiegare ma lui mi interruppe.
"No! Non mi interessa! Sono stanco delle tue continue scuse!"
"Ma credimi questa volta..."
"Ti ho lasciato 10 chiamate in questi giorni e una ventina messaggi ma tu niente continuavi a ignorarmi e a non degnarti di lasciarmi neanche un messaggio per darmi delle spiegazioni!"
"Avrei voluto ma..."
E per la terza volta non mi lasciò il tempo di spiegare facendomi innervosire.
"Sei solo una stronza che si diverte a complicarmi la vita. Nonostante tutte le cazzate che mi hai obbligato a fare, non ti sei presentata e ignorato senza degnarmi di alcuna spiegazione. Quindi il problema non sono io, sei tu che ti consideri superiore a tutto e a tutti. Ma hai mai pensato che non sei poi così speciale come credi di essere? Inoltre con il tuo cazzo di orgoglio e questo tuo carattere di merda non sorprenderti se la gente poi si stanca di stare con te."
Pensai di aver colto male l'allusione, che non mi stesse accusando che il mio modo di essere fosse il motivo per il quale io ed April ci fossimo allontanate.
Ma ciò che ne seguì dopo fu abbastanza esauriente.
"April ha fatto bene ad allontanarsi da te."
Il suo tono era duro ma non quanto le sue parole. Odiavo la mia sensibilità, perché pur sapendo che quello che aveva detto era falso mi faceva comunque male sapere che pensasse quelle cose su di me.
"Se tu pensi questo allora allontanati da me anche tu, chi te lo vieta?"
"Tu!" disse e il che mi lasciò spiazzata. "E questa situazione di merda in cui mi hai incastrato."
"Incastrato? Io non ti ho chiesto proprio nulla!"
"Non chiedi nulla? Tu pretendi cose impossibili che nessuna persona normale farebbe! Quale ragazza al mondo ha una maledetta lista di 20 punti che un ragazzo deve compiere per conquistarla? Semplice, nessuna! Perché a nessuna ragazza normale verrebbe in mente una cosa del genere. Solo una psicopatica che progetta maniacalmente la propria vita nel minimo dettaglio!"
"Sei tu che hai trovato quella maledetta lista di questa psicopatica e ti è saltato per la mente di volerla fare. Per me la cosa può finire benissimo qui!"
"Finirla qui? Sei stata tu a volerla cominciare tutta questa storia. Tu mi accusi di rovinarti la vita? Sei tu che lo stai facendo a me dal primo istante in cui ti ho conosciuta!"
"Mi spieghi cosa vuoi da me?"
"Cosa voglio?" chiese "Come tu mi stai rovinando la vita, io ti prometto che... rovinerò tutte le tue prime volte!" disse e se ne andò arrabbiato e io rimasi confusa.
Poi capì di cosa stesse parlando.
'Punto 6: Fammi una promessa e mantienila.'

"Tanti auguri, Lena!" urlarono Hannah e Red.
Già, ero nata esattamente l'otto marzo e quello era il mio diciassettesimo compleanno, non cominciato nei migliori dei modi.
"Grazie, anche a voi." Dissi non riuscendo a nascondere quell'accento di malinconia.
"Cos'è questo tono? È il giorno del tuo compleanno! Devi essere felice." Disse Red.
E pensare che qualche minuto fa lo ero davvero.
"Diciamo che non è cominciato nei migliori dei modi..."
"Cos'è successo?" chiese Hannah.
"No, niente..."
"Non saresti mai male per... niente." Disse Red.
"Non mi dire che mio fratello è riuscito a rovinarti anche il giorno del tuo compleanno? Giuro che vado da lui e..." disse partendo in quarta la bionda.
"Tranquilla Hannah... già non ci penso più."
"Infatti, non pensiamo a Darcy Blaison ora. E non vogliamo vederti triste soprattutto il giorno del tuo compleanno, quindi... tieni!" disse Red sfoderando un pacchetto regalo.
"Vi avevo detto che non volevo niente."
"Certo, come no!" disse Hannah. "Come ci hai detto quanto desideravi quello che c'è lì dentro..."
Adoravo Hannah e Red, erano le uniche persone che riuscivano a capire tutto di me senza che io dovessi usare troppe parole.
"Non mi dite che qui dentro c'è..." dissi dopo aver capito cosa ci fosse dentro quel regalo.
"Apri..." disse Red con un sorriso compiaciuto.
"Grazie! Grazie! Grazie!" dissi entusiasta.
"Ma se non l'hai ancora aperto?" disse ridendo Hannah.
"Ma so già cosa c'è dentro."
"Secondo me sta immaginando cose strane." Proferì Red sperando di dissimulare ma io aveva già capito. "È una cosuccia da niente."
Scartai, anche se con fatica, la carta regalo verde e rosa e...
"Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo! Grazie!" dissi buttandomi su entrambe per abbracciarle.
Lo ammettevo, erano mesi che cercavo di far capire a tutti quanto desiderassi una polaroid sperando che qualcuno lo capisse e ovviamente loro lo avevano capito.
"Oh mio dio, Leonora Ferres che ci sta abbracciando?" scherzò Red prendendomi in giro.
Era vero, non abbracciavo quasi mai le persone ed erano davvero rare le volte in cui lo facevo. Per alcuni quello era un difetto ma per me non era così perché stava a significare che quelle rare volte in cui abbracciavo una persona era perché le volevo bene sul serio. Inoltre, quando, come me, venivi ferito da chi più ti fidavi al mondo capivi che il tuo bene non può essere dato a chiunque.
Quello era un altro motivo per cui tenevo così tanto ad Hannah e Red erano le uniche persone a capirmi sul serio, che sopportavano quei tratti di me che non tutti sarebbero stati in grado di sopportare.
"Ti piace il colore?"
"In realtà il colore l'ha scelto Red... secondo me l'avresti preferita viola."
"Sì ma quel viola era troppo scuro mentre Lena lo preferisce più sul lilla."
"No, anche rosa è carina." Dissi sinceramente.
"Dai accendila! Voglio vedere come funziona." Disse curiosa Red.
Dopo aver inserito le cartucce aspettammo qualche minuto che fosse pronta per scattare.
"Pronte?" chiesi sapendo già che non lo erano.
"Aspetta un attimo che devo aggiustarmi i capelli." Disse Hannah cominciando a spostare in direzioni diverse i suoi capelli.
"Ho il rossetto sbavato?" mi chiese Red.
"No Red."
"Vai ora scatta." Diede il via Hannah.
"E l'eyeliner è sbavato?"
"No Red." Ripetei io.
"Ok, allora puoi andare." Disse Red.
"Aspetta! Devo trovare la posizione!"
Sospirai mentre intanto il braccio mi stava per crollare.
"Ok, scatta!"
"Ma..." iniziò Red.
"No Red non hai nulla di sbavato. Posso scattare?"
"Vai!" dissero Hannah e Red con un sorriso tirato in volto e immobili per non perdere la giusta posa.
Click!
"E ora?"
"Ora bisogna girarla per non esporla alla luce e aspettare."
"Quanto tocca aspettare?"
"Qualche minuto."
Passò un minuto nel quale Hannah continuò a sventolare la polaroid aspettandosi che così si sviluppasse più in fretta.
"Ecco è fatta!" esclamò Hannah.
"Fa vedere..." disse Red impaziente.
"No! Sono venuta malissimo!"
"E io ho il mascara sbavato, lo sapevo!"
Mi venne da ridere.
"L'unica che è venuta bene qui è Leonora..."
"Guai a te se la pubblichi da qualche parte." Mi ammonirono entrambe.
Presi la foto in mano e malgrado tutto... a me piaceva.
"Aspettate... Non è un compleanno se non soffi le candeline." mi disse Hannah sfoderando il suo accendino. Poi lo accese e disse le tradizionali parole.
"Soffia."
Hannah lo faceva ad ogni mio compleanno. Era cominciato tutto per caso. Era il mio primo anno alle superiori e quindi anche il primo che conoscevo Hannah.
Quando scoprì che era il mio compleanno, prese il suo accendino, lo accese e mi disse di soffiare.
Lo accese ben 14 volte, 14 come i miei anni e 14 furono le volte che soffiai.
Da quel momento in poi divenne una tradizione.
Stavolta lo accese ben 16 volte, 16 come i miei anni e 16 furono le volte che soffiai.
"Esprimi un desiderio..." disse dopo l'ultimo soffio.
E così feci.

Mr. Player and IWhere stories live. Discover now