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diario.
parliamoci chiaro,
io sono fottuto.
esatto, fottuto.
dopo le parole che mi ha detto Josh
ieri notte,
sono partito di testa ancora di più.
sono arrivato al lavoro
con un sorriso da coglione in faccia, con la maglietta al contrario
e con delle occhiaie abnormi.
ho ovviamente
preso le ordinazioni dei clienti
in ordine e senza sbagliare,
ma ogni due secondi mi veniva voglia di urlare.

e l'ho fatto in effetti.
quando è finito il mio turno stavo versando del caffè
ad un signore anziano,
ho iniziato a strillare a caso, il signore è caduto dalla sedia
e si è versato il caffe addosso
...credo che ora sia in ospedale

[n.a. fun fact: questo è successo davvero tempo fa, solo che il signore era caduto perché il ragazzo che gli stava versando il caffè era in ritardo e l'ha urtato. lol]

mi sedetti sul divano, sbuffando di nuovo.
era lunedì pomeriggio, Josh era al lavoro e io non avevo nulla da fare.
decisi che non potevo stare tutto il tempo sul divano a oziare, anche se sinceramente non mi sarebbe disp- no no, sto uhm, scherzando pf. io sono molto sportivo.
ma non attiv- va bè.
pensai quindi a qualcosa di non troppo noioso che avrei pouto fare quel giorno.
cinque minuti dopo mi venne un lampo di genio, così corsi fuori fino all'ex-capanno e presi il mio ukulele, poi corsi di nuovo in casa a prendere il giubbotto e di nuovo davanti al capanno per prendere la mia bici, ovvero l'unico mezzo di trasporto che avevo. beh, in realtà avevo anche una specie di triciclo, ma non sapevo cosa ci facesse nel vialetto.
saltai in sella e iniziai subito a pedalare furiosamente, non avevo fretta ma mi piaceva sentire l'aria sul volto mentre andavo ad alta velocità. virai pericolosamente a sinistra, mancando di poco una persona, in bici anch'essa.
-

-EHI GUARDA DOVE MINCHIA- oh aspetta, TYLER!
mi voltai e vidi Brendon recuperare la distanza tra me e lui in un attimo.
rallentai, così da poter parlare con lui prima di arrivare alla mia destinazione prefissata.
Brendon Urie era un ragazzo, come dire, particolare. la sua fronte faceva provincia, si vestiva "come cazzo voleva lui" e soprattutto, viveva ovunque. più precisamente, ovunque ci fosse una festa e dello champagne.
a volte non sapevo se fosse fatto o meno, ma quando lo era continuava a ripetere "champagne, cocaina, gasolio e tutte le cose di mezzo!". se è vero che ognuno di noi ha davvero una frase che continua a ripetere quando è fatto, quella era di sicuro la frase di Brendon.
-ciao Bren, che ci fai da queste parti?
ci fermammo a lato della strada per conversare, visto che erano oramai due mesi che non ci sentivamo.
l'ultima volta ci eravamo visti ad una festa, casualmente.
-stavo andando da Gerard, Dallon e Andy. Pete e Patrick ci raggiungono dopo con il furgone e andiamo ad una festa... aspetta, potete venire anche tu e Josh!
mi morsi il labbro a quella affermazione, fermandomi un attimo dal camminare e grattandomi il retro della testa.
-non lo so Beebo, Josh oggi torna tardi dal lavoro e non vorrei che-
-oh, Tyler ANDIAMO. ci saranno ragazze e ragazzi e alcol e droga e tante altre cose, è da una vita che non venite a divertirvi un po'!
Brendon Urie era sicuramente un ragazzo particolare. e soprattutto scaltro. anche perché riuscì a convincermi molto in fretta.
-va bene, va bene. allora passate a prenderci alle sette e mezza, se non vi dispiace.
lui annuì e iniziò a saltellare, rimontando sulla sua bici, pedalando via mentre canticchiava.

appena arrivai nel cuore del boschetto a nord del paese, lasciai un sospiro di sollievo. ero finalmente nel mio posto.
mi sedetti su una grande roccia circondata da alti pini, ricoperta da pochi aghi arancioni caduti dagli stessi. mi issai sopra di essa e tirai fuori il mio piccolo ukulele, accordandolo velocemente e iniziando a suonare.
iniziai a creare una melodia molto familiare, mi accorsi solo a metà canzone che gli accordi che stavo intonando erano di Can't help falling in love, di Elvis.
e poi una lunga serie di canzoni, canzoni che amavo e che continuavano a ispirarmi ogni giorno.
sorrisi e iniziai a cantare, spensierato, fino a che il cielo non si fece buio. solo alle sei, mi accorsi che era ora di rientrare a casa, ed ero anche in ritardo.
quindi rimontai in sella alla bici in fretta e furia, con la custodia dell'ukulele sistemata male sulle spalle e l'ansia addosso. se Josh fosse già tornato? e se andasse nel panico non trovandomi a casa? pedalai furiosamente e con l'ansia addosso, ma tirai un sospiro di sollievo nonappena vidi la testa rossa del mio coinquilino spuntare da dietro la sua macchina. buttai subito la bici e la custodia dell'ukulele a terra, facendoli atterrare sul prato e correndo verso Josh, che era di spalle.
gli saltai addosso e lo abbracciai stretto, ridacchiando un poco.
-MA CHE- oh T-Tyler, cristo, mi hai fatto spaventare
-scusa
dissi ridendo e arrossendo come uno scemo.
-quindi, dove sei stato fin ora?
mi chiese il tinto, tenendomi per le gambe, mentre entrava in casa sempre con me in spalla.
-h-ho solo fatto un giretto in bici... ho anche incontrato Brendon prima, ci ha invitati ad una festa uhm, ti va di andarci?
chiuse la porta dietro di sè e girò di poco la testa, sfiorando casualmente la sua guancia con la mia, un contatto che mi fece diventare ancora più rosso di prima.
sorrise, poi iniziò a correre per la casa come un matto. io, che ero ancora sulle sue spalle stavo urlando come una checca isterica di fermarsi, soprattutto quando prese a salire le scale saltellando.
quando si fermò davanti al mio letto mi liberò le gambe, così mi buttai sulla catasta di cuscini ridendo. mi raggiunse anche lui poco dopo, con uno splendido sorriso sulle labbra e le solite fossette a lato dei suoi occhi scuri.
mi abbracciò improvvisamente e mi si mozzò il respiro, finché non riuscii a realizzare cosa stava succedendo e riuscii a ricambiare la stretta.
Josh parlò al mio orecchio, facendomi venire i brividi per via della sua vicinanza al mio viso e del fiato caldo che arrivò a colpirmi il collo.
-è alle sette e mezza che vengono a prenderci no? quindi abbiamo ancora un po' di tempo per farci le coccole. ah e, se te lo stai chiedendo, sì. Brendon mi ha inviato un messaggio. prima
concluse il tutto accoccolandosi meglio a me e nascondendo la testa nell'incavo del mio collo.
sorrisi quando mi disse che voleva stare con me sul letto per una lunga sessione di coccole, sorrisi talmente tanto che i miei zigomi quasi esplosero.
lo amavo così tanto.

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e aieh, wattpad è uno schifo.
non mi fa postare uf, spero che prima o poi si pubblichi sto coso.

pensieri sul capitolo? sulla storia?
(sì, voglio sentire un vostro parere)

bad poetry;; joshlerWhere stories live. Discover now