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[non editato]

Josh

we don't believe
what's on TV

mi svegliai aprendo gli occhi di scatto, sentendo un suono dolce provenire da lontano.
ero completamente disorientato, senza una vaga idea di chi fossi o dove fossi, senza sapere ancora nulla ma attendendo di ricordare anche solo un sospiro della notte precedente.
perché l'unica cosa che sapevo era che la scorsa notte era successo qualcosa di importante, che dovevo ricordare.
la melodia che stavo ascoltando mi riportava alla mente immagini sfocate, ma in tutto questo il volto, QUEL volto, era l'unica cosa ben visibile.
iniziai piano a riprendere conoscenza da quello stato vegetativo in cui ero piombato.

avevo gli arti abbandonati a lato del mio corpo, la maglietta indossata la sera precedente stracciata e impregnata dell'odore di alcolici, che avevo probabilmente bevuto a quella festa.
mi diedi dello stupido da solo, perché avrei avuto i postumi per tutto il giorno e sarei dovuto rimanere a casa, senza nessuno. perché lui aveva un lavoro e non era farmi da balia.
la testa mi girava talmente da farmi corrugare la fronte e farmi emettere piccoli lamenti di dolore.

because is what
we want
to see

quelle parole si facevano sempre più vicine e anche se avevo la nausea da dopo-sbronza, quel dolce suono mi dava tutt'altro che fastidio.
era talmente delicato che quasi mi faceva venire i brividi.
provai a guardarmi intorno, ma anche solo il minimo movimento della testa mi causava un dolore lancinante che mi attraversava tutto il corpo.

and what we want
we know
we can't believe

we have all learn
to kill
our dreams

volevo sapere da dove proveniva quella voce così rassicurante.
presi un lungo respiro e chiusi gli occhi, poi mi alzai, stringendo i denti per via di una forte fitta alla testa che mi colse impreparato.
non volevo sdraiarmi di nuovo, così provai ad alzarmi il più lentamente possibile. appena in piedi, camminai verso la porta, appoggiandomi a tutto quello che avevo a portata di mano. raggiunta la porta dovetti anche scendere a tentoni per le scale, nel mentre iniziavano a ritornare i pensieri e i fatti della notte prima.

"Josh... tu non sei né orrendo né imbarazzante, neanche schifoso, sei bellissimo.
... ti meriti tutte le cose belle di questo mondo e io non permetterò che ti senta così male"

la stessa voce che stava cantando in quel momento mi rieccheggiò nella testa e mi spuntò un'idea su chi potesse essere il proprietario.
possibile che fosse lui?
che fosse Tyler?
credevo di essermi ubriacato a causa sua e di Gerard, ricordavo così, solo il braccio di Gee attorno alle sue spalle e la rabbia che affluiva nel mio corpo.
perché mi ero arrabbiato così? cosa era successo dopo?
una valanga di domande e di pensieri mi investirono e qualcheduno fece diventare paonazze le mie guance.
erano riguardanti il mio migliore amico, ma non l'avrei mai ammesso neanche sotto tortura.
scossi la testa, scendendo gli ultimi gradini e ritrovandomi davanti agli occhi Tyler girato di spalle che suonava l'ukulele, seduto a gambe incrociate sul tavolo in cucina.

I need to know
that when I fail
you'll sill be here

quella canzone non l'avevo ancora sentita, doveva averla scritta di recente... era meravigliosa.
mi riportava ad otto anni fa, a noi due senza pantaloni, sdraiati sul divano a guardare programmi stupidi e a ridere come dei cretini perché non credevamo alle cose che guardavamo.
mi venne l'istinto di andarlo ad abbracciare in quel preciso istante, ma mi trattenni, volevo sentire ancora il continuo del testo e la sua angelica voce.

'cause if you stick around
I'll sing you pretty sounds
and we'll make money selling your hair

I don't care what's in your hair
I just wanna know what's on your mind
I used to say I wanna die before I'm old
but because of you I might think twice

e continuò semplicemente a suonare, sospirando rumorosamente di tanto in tanto e concludendo il tutto con una delicatezza che solo lui sapeva avere.
a quel punto non mi trattenni più, così sorrisi enormemente e applaudii.
Tyler sussultò e si girò subito verso di me, con le guance bordeaux.
-u-uhm, hey Josh...ben svegliato
mi salutò con voce tremolante e un po' quasi delusa, ma non ci diedi troppa importanza e mi avvicinai a lui, fino a stargli davanti.
lo abbracciai stretto e inizialmente rimase paralizzato, poi ricambiò la stretta, anche se debolmente.
quando ci allontanammo appoggiai le mani ai lati delle sue gambe, rimanendo involontariamente vicino al suo viso, che adesso guardava in basso.
trovai molto strano stare così vicino a lui, anche se di solito stavamo praticamente appiccicati tutto il tempo. che mi stava succedendo? oramai non ci capivo più nulla, non capivo neanche perché facevo pensieri riguardanti il rossore delle sue guance o quanto sembrassero morbide le sue labbra.
-Tyler?
lui mi guardò dritto negli occhi per un momento, poi tornò con lo sguardo a terra.
sembrava stesse evitando di avere contatti con me e fu proprio quello a spingermi a fargli quella domanda, che suonò più come un'affermazione.
-Devo sapere cosa è successo ieri notte

-
YO CIAO SCUSATE PER L'ASSENZA E PER IL CAPITOLO UN PO' SCHIFOSO

allora, in queste settimane diciamo che non me n'è andata bene una, compreso un nuovo viaggetto al pronto soccorso, ma ora spero di essere di nuovo operativa, insomma.

in più,voi come la pensate su questa DEMA? io sto impazzendo aiuto

questa storia è la più trash che io abbia mai scritto ma va bè

AlOhA

bad poetry;; joshlerWhere stories live. Discover now