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Jungkook entrò titubante in quella stanza, la sua camera.
Era molto piccola, con pareti grigie e una grande scrivania. Le pareti erano piene di poster chimici e fisici, e diversi computer e schermi erano sparsi per tutto il perimetro.
Sembrava la stanza di un pazzo.

"Lì c'è il tuo diario." indicò Hoseok un punto vicino il computer.
Jungkook annuì prendendolo.
Il cuore quasi gli scoppiava, aveva così paura di aprirlo e leggerlo. Cosa ci sarà scritto?

Alla fine si decise e lesse la data della prima pagina: 15 giugno 2004
Aveva 7 anni.

"Caro diario,
mi hanno detto di iniziare a scrivere i miei pensieri su questa specie di agenda.
Loro credono che io sia intelligente, ma la mia vera intelligenza sta nella furbizia.
Sono un branco di capre che si affidano ad un bambino di sette anni.
Vogliono che io crei un sistema per entrare nei dati di una gang per traffico di droghe.
Ora vado, devo lavorare."

Jungkook andò alla prossima pagina.

21 giugno 2004.
"Caro diario,
sto facendo progressi, ho trovato dei server per poter installare una spia che navigherà nei computer avversari.
Non sapranno mai di essere spiati.
Tutti i loro traffici saranno i nostri.
Per ora, loro sono solo curiosi.
Spero che questa curiosità non li ammazzi."

Davvero lui era capace di fare questo? Neanche sapeva come usare un computer se non per i videogiochi.
Ma sopratutto, un bambino di 7 anni era davvero in grado di scrivere così?
Ci fu un salto temporale nel diario, 06 Dicembre 2004.

"Caro diario,
sono quasi riuscito a finire tutto il progetto. Sto lavorando giorno e notte per cercare la perfezione.
Le persone qui sono gentili.
Mamma continua a ripetermi che andrà tutto bene e devo fidarmi di loro.
Stanno solo testando la mia intelligenza. Ho anche stretto amicizia con un ragazzo qui dentro, è una specie di nuovo arrivato, è il figlio di uno dei capo direttori, si chiama Yoongi. È molto testardo ma simpatico! Ora torno a lavoro, ciao!"

Mamma..

05 settembre 2005.
"Caro diario,
ho terminato tutto.
Stiamo spiando i loro lavori.
Il gioco è fatto. Sono stato bravo. Tutti mi elogiano e trattano come un dio.
Mi devono tutto."

12 marzo 2006.
"È successo un casino.
Ci hanno scoperto.
Hanno aperto guerra contro di noi.
Vogliono scoprire chi ha architettato il tutto, devono farmi sparire.
Ho paura.
Non voglio perdere i miei genitori.
Yoongi dice che non mi uccideranno, è un mio caro amico. È tutta colpa loro! Non dovevo farmi convincere nel fare tutto. Sono delle macchine assassine, dei truffatori e spacciatori. Sono davvero terrorizzato."

20 marzo 2006.
"Siamo nella merda.
Sono tutti delle merde.
Mi stanno dando la colpa di tutto.
Voglio fuggire.
La mamma mi sta aiutando.
Papà è il direttore di questo posto, mi aiuteranno ad andare via da qui."

Jungkook si pietrificò.
Suo padre era il direttore di questo posto!? Che fine aveva fatto e perché c'era Namjoon a sostituirlo? Lo hanno salvato i suoi genitori? Cazzo, cazzo, cazzo.. E sopratutto, chi e dove era questo Yoongi?

"Jungkook?" lo richiamò Hoseok.

Il piccolo si girò verso di lui, "Tu ne eri a conoscenza?"

"Si." rispose duramente.

"Dove sono i miei genitori ora?" chiese incerto il minore. "Sono vivi almeno?"

"Tuo padre è malato, ma se la cavano."

Jungkook ingoiò un grappolo di saliva formatosi in gola, troppe cose insieme.

Sentirono delle grida.
Degli spari provenire da sotto.
I loro cuori si gelarono.

"Ma c-cos.."

"Scappa."

"Cosa?"

"Jungkook ti ho detto di scappare!" urlò Hoseok spingendo verso l'uscita il minore, che iniziò a correre più veloce che poteva, col cuore che gli pompava velocemente e il terrore nei suoi occhi.

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