Roma.

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[Niccolò 💭]
sto arrivando, tra poco sono sotto casa tua
[11:47pm]

L'aveva presa alla lettera, forse fin troppo.
Per quanto mia madre potesse innervosirsi, in quel momento non m'importava di niente.
Sentivo il bisogno di fuggire, di saltare e di cercare nella mia caduta un appiglio, in questo caso lui.

Mi preparai, zaino in spalla con una felpa bordeaux più pesante e qualche merendina che nascondo in camera mia. Lasciai un foglio in cucina, "Mamma Alessia non si sente un granché quindi vado da lei".
Usare un'amica per non dire che stai uscendo con un ragazzo? È la base, su.

Scesi la scalinata che portava al portone di casa mia, arrivata lì vidi l'auto bianca di Niccolò e non ci pensai due volte ad entrare.

"Buonasera Wendy, pronta?"
"Dipende, dove vorrebbe portarmi Peter Pan?" chiesi, quasi in modo giocoso
"È bello viaggiare di notte, non sai quanto" ed a quel punto partì.

Non aveva tutti i torti: nel suo giro turistico aveva compreso anche la farmacia, quella dannata farmacia; da lì arrivammo al Colosseo che di notte pareva rivestito di una dolce malinconia. Le strade di Roma parevano così tristi e desolate di notte, a tratti trascurate visti i vari rifiuti sparsi per la città e le buche sull'asfalto.
Pensandoci bene, io mi sentivo un po' come Roma di notte: trascurata, spesso sola e persa a ripensare a quando di giorno avevo le persone che volevo nella mia vita ma, un po' come Roma in ogni mese dell'anno, queste persone erano solo turisti di passaggio.

Il giro continuò tra le luci fioche dei lampioni e senza nemmeno rendermene conto ci trovammo improvvisamente in autostrada, in viaggio chissà dove.

"Che pensi?" mi chiese
"Nulla, mi sto rilassando.."

e dopo qualche minuto di silenzio, lui riprese "Non ho mai capito che bisogno hanno le persone di rendere uno schifo una città così bella.. insomma, Roma ha questo dolce sapore di notte che ti fa disprezzare il giorno e chi lo abita.."
"chi lo abita.." dissi, sottovoce
"Mh?" fece lui, come se volesse ascoltare il mio punto di vista
"In questo momento ci siamo solo io e te qui, e devo dire che è un posto fin troppo piacevole"
"Di giorno no?"
"Dovrebbe esser bella di giorno? Tra persone che s'impegnano a renderla uno schifo, gente che non porta rispetto, maschi privi di buonsenso e ragazze un po' così.. mi vien difficile entrare in questa realtà"
"ti capisco, devi trovare quel qualcosa che ti faccia star bene"

E se quel qualcosa era proprio lui?
Rimasi in silenzio.

"Non hai sogni?" mi chiese
"Sinceramente? No"
"Dimmi la cosa più folle che ti passa per la mente"
"L'attrice"
"Figo"
"E tu?"
"Mhh.. Non voglio lasciarmi sopraffare dalla serietà e dalla monotonia di chi ci circonda"
"Filosofico" eppure fra me e me sapevo cosa avrebbe detto ma, a quanto pare, ci teneva a nascondere la sua identità da Ultimo a me.

"Fermiamoci lì" e m'indicò una zona più pianeggiante, una volta arrivati al punto esatto capii il motivo.
Da lì sopra Roma pareva ancora più bella e dolce, vedevo in lontananza la piazza, i luoghi che sono solita frequentare.
Tutto era illuminato da piccole lucine simili a delle lucciole, tra il rosso delle auto ed il giallo dei lampioni ma anche le insegne facevano un loro effetto, a partire dalle farmacie che offrivano un po' di verde e qualche locale con le insegne arancioni, blu, bianche.

"Che bello.."
"Visto?" uscimmo dall'auto e ci poggiammo entrambi sul cofano di essa, intenti ad osservare quella splendida distesa di colori su una grossa tela nera.

Lo sentivo vicino a me, alla mia destra e, quasi istintivamente, mi venne da poggiare la testa sulla sua spalla.
Lui decise non star fermo, con una mano mi cinse il fianco e non mi fece sentire più così sola in un ambiente così triste.

Giusy. // UltimoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora