Sala d'attesa.

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ULTIMO's POV
Correvo, non mi guardavo indietro.
In fondo ho sempre fatto così nella mia vita, cercavo insegnamenti in ogni mio gesto, che buono o negativo fosse.
La vita però, quella volta, m'insegnò che guardarsi indietro è necessario per non perdere le persone che si amano.

Correvo, sempre più veloce e poi sento una botta, forte e secca. Mi voltai e vidi un auto che lasciò spazio al suo corpo inerme, poggiato a terra con una delicatezza disumana.
Era lei, e le avevo fatto male per una seconda volta.
Me ne fregai di quell'auto che andò via anche se ero consapevole del perché fosse lì, ora l'importante era salvarla. Chiamai l'ambulanza e successe tutto troppo velocemente.

Correvo, stavolta tra i corridoi dell'ospedale per osservarla qualche minuto in più mentre era distesa su quella barella priva di sensi.
Avevo paura, paura stesse soffrendo troppo, paura che al suo risveglio non mi ricordasse, paura che non si risvegliasse affatto.
Vagavo in sala d'attesa, consapevole di quanto avessi sbagliato e di quanto mi stessi arrendendo davanti ad altre persone, consapevole di quanto avessi perso perché mi ripromettevo ad ogni mio risveglio che quelle giornate le avrei passate con lei.
Stavo facendo solo cazzate e quelle due ore sembravano interminabili, decisi quindi di prendere un pacchetto di patatine dal distributore mentre in radio passava "Dammi solo un minuto" dei Gemelli diversi, una canzone stupenda che aveva colpito nel momento sbagliato.
Decisi di sedermi e di ascoltarla ad occhi lucidi:

"Fa male dirselo, ora che venti avversi soffiano
Sulla nostra fiaccola si spengono
Sogni in un cassetto
Di un castello per noi diventato bettola
Come una favola non si modifica
Persa l'ultima lacrima
Prima che il vento porti via con se l'ultima briciola
Del nostro amore
Dove non c'è più sole e l'aria è gelida, resto solo alla mia tavola
Pensandoti, sento già i brividi, adesso abbracciami [...]
.. Con te vivevo un sogno ma ora sono sveglio"

Non mi andava di sentire l'ultimo ritornello, mi alzai e spensi la radio vecchio stile poggiata sul tavolo al centro.
Ero solo in quella stanza e tutto mi faceva impazzire, silenzio o rumore che fosse.

Mi sentii meglio quando vidi la porta aprirsi, era il dottore e non sembrava avere una buona cera.
"È in coma" queste furono le sue uniche parole.

Giusy. // Ultimoحيث تعيش القصص. اكتشف الآن