Capitolo due.

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Eren aprì gli occhi sentendo un dolce peso sul petto, la serata precedente era stata indimenticabile, gli alcolici offuscavano un po' la sua memoria, ma in linea di massima ricordava tutto. Posò distrattamente la mano sulla chioma nera poggiata sul suo petto e iniziò a muovere le dita, ancora assorto nei suoi pensieri.
<Buongiorno> si sentì salutare dalla ragazza con cui aveva consumato quella notte di passione, non la ricordava così bella, ciocche corte e nere le ricadevano sul viso nascondendo parte dell'occhio sinistro nero come la pece, aveva il naso all'insù e labbra sottili ma morbide. Le guance erano rosse dall'imbarazzo, forse per la sua nudità, o per il fatto di essere andata a letto con il suo cantante preferito.
La giovane ebbe un sussulto, rendendosi conto del fatto che fosse ancora nuda tentò di coprire con il lenzuolo i seni piccoli e sodi su cui la sera prima Eren aveva poggiato le labbra.
Mise  però in bella vista la nudità del moro, la ragazza con il viso in fiamme tentò in tutti i modi di porvi rimedio, scusandosi nel mentre.
Eren rise, quella ragazza era davvero buffa, la tranquillizzò poggiando le mani sulle sue spalle, <Tranquilla, tu hai visto me nudo e io ho visto te, dopo quello che abbiamo fatto 'sta notte non credo che ci sia molto altro per cui imbarazzarsi> sorrise in modo accattivante e la ragazza si sentì sciogliere.
<Bene, credo che sia ora di fare colazione!> scese giù dal letto Eren, allegro come sempre.
La ragazzina era ancora nel letto quando si sentì chiamare dalla rockstar, ancora nudo e con i lunghi capelli spettinati ad incorniciarli il volto, dandogli un aspetto selvaggio e, a dir della ragazza, tremendamente sexy.
<Arrivo subito!> disse incerta, per poi recuperare la maglietta del ragazzo e indossarla, le andava enorme ma almeno non era più nuda.
Vagò per la grande casa fino ad arrivare in cucina, dove Eren aveva iniziato a mangiare, fortunatamente per la salute mentale della giovane adesso indossava delle mutande.
<Scusami, io dovrei andare...> il moro finì il suo caffè <Oh, certamente, non vuoi mangiare qualcosa? Dopo una notte così intesa sarebbe meglio che tu mangiassi qualcosa, tranquilla non vergognarti> le fece l'occhiolino affabile come sempre, la ragazza perse un battito.
<Non vorrei disturbare... ehm... io non ritrovo i miei vestiti> ammise paonazza.
<Puoi tenere la mia maglia, la tua è dispersa chissà dove, però ecco i tuoi pantaloncini, erano sparsi lungo il corridoio insieme alle scarpe> le passò gli indumenti che aveva ritrovato.
<Sai come tornare a casa?> chiese alla ragazza, da quel che ricordava si chiamava Lucy ma non ne era sicuro.
<Si, credo che sia meglio che vada> si rivestì alla velocità della luce, Eren aveva abbassato il
capo per lasciarle un minimo di spazio, e si avviò verso l'uscita.
Il moro sospirò finalmente solo, era sempre la stessa storia, la mattina si pentiva sempre di aver giaciuto con ragazze di cui neanche conosceva il nome a volte, ma la notte l'alcol aveva sempre la meglio sul suo buon senso.
Poi la mattina non poteva fare a meno di essere cortese con loro, con quale cuore avrebbe potuto cacciarle via in malo modo? Non era certo nel suo stile.
Sentì il suo telefono squillare, ancora nella sua camera, guardò l'orologio appeso al muro della grande cucina. Chi lo stava chiamando alle dieci di mattina? Il suo organismo era progettato per vivere di notte e dormire di giorno, non poteva mica perdere ore di sono preziose per parlare al telefono!
Nonostante ciò decise di rispondere, così corse in camera e rispose, senza vedere chi lo stava chiamando.
<EREN CHE COSA HAI FATTO?!> il ragazzo sussultò per lo spavento, quasi non riconosceva la voce della sua amica tanto questa era arrabbiata.
<TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO?! LE TUE FOTO SONO SU TUTTI I GIORNALI SCANDALISTICI!> il povero orecchio della rockstar sanguinavano, pur tenendo il telefono distanziato dall'orecchio.
<Quali foto?> chiese in tutta calma, fingersi all'oscuro di tutto in quel momento avrebbe potuto salvarlo da una lunga e dolorosa morte, non poteva mica morire a pochi mesi dal tour mondiale!
<Quali foto?! QUALI FOTO?! Hai anche il coraggio di fare il finto tonto? Sappi che se ti prendo ti strangolo! Come ti è venuto in mente di baciare quel violinista da strapazzo?!> il ragazzo sbuffò per poi distendersi sul letto.
<Non sapevo che ci stess...> non riuscì sterminare la frase, <Non inventare cazzate! Fai sempre quella faccia del cazzo quando sai che ci sono dei paparazzi. Coglione. Ti dovrei uccidere, lo sai quante teorie stanno costruendo su quel bacio?> la ragazza era un po' più calma, ed Eren non poté fare altro che sospirare, aveva rischiato la vita.
<Beh ma le teorie portano visibilità, vedi il lato positivo, no? Questa storia sarà come un cartellone pubblicitario, viviamo nel fottuto ventunesimo secolo! Un bacio non è nulla di particolare, tra qualche giorno se ne saranno dimenticati tutti, lascia correre, ora ti saluto, ho sonno e ho bisogno di dormire. Addio!> nonostante le proteste di Mikasa il ragazzo chiuse la chiamata, abbandonò il telefono sul letto per poi andarsi a vestire, aveva una cosa urgente da fare.

Il grande violinista Where stories live. Discover now