Capitolo tre.

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<Mi puoi fare un autografo? Ti prego, sono una tua fan da sempre!> le parole della giovane avevano attirato l'attenzione di molti all'interno del bar, e altri ragazzi si erano avvicinati a Eren per chiedergli un autografo. Il corvino potè constatare quanto il suo conoscente fosse popolare tra le nuove generazioni, ecco perché la musica era andata in rovina...
<Levi ma quello non è il tipo che hai baciato qualche giorno fa?!> chiese entusiasta Isabel, e il grande violinista si ritrovò a chiedersi cosa ci fosse di tanto entusiasmante.
<Si, è lui> disse il corvino abbastanza infastidito, gli urletti di quelle ragazzine gli stavano dando sui nervi.
<Sei forse geloso di quelle ragazze Levi caro?> chiese Isabel che gli si avvicinò poggiando il braccio sulle sue spalle con fare complice, per poi beccarsi un'occhiata assassina dal violinista e tornare immediatamente al suo posto.
<E perché dovrei essere geloso? Non provo interesse di nessun tipo nei suoi confronti> disse il corvino apaticamente, per poi continuare a bere il suo caffè shakerato.
<Sicuro?> chiese Farlan questa volta, Levi si limitò ad annuire per poi addentare uno dei suoi biscotti, <Sicuro, sicuro?> questa volta fu  Isabel a chiedere, risultando non poco fastidiosa al povero violinista che stava solo tentando di fare colazione.
<Ho detto di sì, adesso state un po' zitti. Mi avete fatto venire mal di testa> sbuffò per poi continuare la sua colazione in religioso silenzio, e lo stesso fecero i suoi amici sghignazzando.
<Signor Ackerman, che sorpresa, anche lei qui?> quella voce arrivò forte e chiara alle orecchie del violinista, che impercettibilmente si irrigidii, ritrovandosi a pensare di dover comprare qualche porta fortuna per battere la sfortuna che che evidentemente incombeva su di lui.
<Si, stavamo tentando di far colazione, prima che le sue scimmiette urlanti ci infastidissero> disse acidamente, quella non era la sua giornata, era iniziata male e stava continuando peggio.
<Mi dispiace se le hanno arrecato disturbo, ma come avrà capito, non dipende da me e non mi piace essere scortese con i miei amici> rispose educatamente, anche troppo per i gusti del corvino, che si ritrovò ad alzare un sopracciglio con scetticismo <Amici? Non sa neanche i loro nomi, credo che lei dia questo titolo con troppa leggerezza> ribattere era sempre stata la sua passione, ma evidentemente era lo stesso per la rockstar <Non fraintenda, quelle persone mi sostengono e credono in quello che faccio, non è forse quello che fa un amico? E poi come dovrei chiamare altrimenti tutti quei ragazzi? Ma non per questo è un titolo che do con leggerezza, uso questo approccio solo in questo specifico campo, ad esempio, lei non è un mio amico bensì è un mio conoscente>.
Eren voleva stupire, e ci era riuscito.
Isabel mormorò qualcosa di molto simile ad "colpito e affondato, hai perso Levi caro, uno a zero per il figo" mentre Farlan dopo un primo momento di stupore non poté che dar ragione alla fidanzata, avendo però da ridire su come lo aveva chiamato.
<Non startene lì in piedi! Siediti qui con noi, o mi verrà il torcicollo per guardarti!> disse amichevolmente Isabel strappando un sorriso ad Eren, quella ragazza gli era già molto simpatica.
<Oh, non potrei mai, credo che darebbe fastidio al signor Ackerman> disse Eren in modo molto confidenziale alla ragazza, per poi sghignazzare insieme. Levi capì che l'unione di quei due sarebbe stata la fine per la sua sanità mentale, già messa a dura prova dalla stessa Isabel.
<Dai siediti così facciamo ridere un po' quel vecchio burbero! E comunque a questo tavolo comando io quanto comanda lui!> i due iniziarono a ridere insieme e Levi si ritrovò seduto davanti a lui Eren con il viso coperto da lunghe ciocche castane.
Sicuramente se fosse stato un pittore Levi non avrebbe indugiato un secondo sul fargli un ritratto.
<Ha letto i giornali scandalistici? Io ho comprato una copia di tutti, non può capire quanto mi sia divertito, non ridevo così tanto da mesi> con quelle parole attirò su di se l'attenzione del corvino, oltre a quella di Isabel e Farlan che aveva catturato dall'inizio.
Eren aveva la magica capacità di attirare, in positivo, l'attenzione degli altri che poi iniziavano inevitabilmente ad essere affascinanti da lui.
<No, mi sono tenuto alla larga da quella robaccia di basso livello> le sue parole strapparono un sorriso al rockettaro,
<È superbia quella nella sua voce?> lo provocò Eren, <Ovviamente, ho ottimi motivi per esserlo>.
Intanto Isabel e Farlan osservavano compiaciuti quella scena, raramente avevano visto il loro migliore amico così.
<Signori ci sono dei giornalisti fuori> si intromise un uomo dalla voce incerta, a occhio e croce aveva cinquanta anni, ma secondo Eren erano portati davvero molto male, era poco più alto del violinista, aveva pochi capelli grigi e la sua forma fisica lasciava molto a desiderare.
<Me lo aspettavo, grazie per l'informazione> dopo queste parole Levi lo congedò con un cenno della mano, <Chi era quel tipo?> chiese Isabel per poi tornare a bere la sua cioccolata calda.
<È il proprietario del locale, è suo figlio quello che ho aiutato> per poco Isabel non si strozzò a quelle parole, <Quello?! Se il figlio assomiglia anche solo un po' al padre più che una persona ti porti a letto un sacco dell spazzatura! Mi deludi Levi!> esclamò a gran voce la ragazza, <Zitta stupida! Il padre non sa che mi porto a letto il figlio! E comunque è completamente diverso da lui, secondo te potrei ma stare con uno del genere?> replicò piccato Levi, mentre Eren e Farlan ridevano sotto i baffi.
<E voi che avete da ridere?> entrambi scossero la testa e alzarono le mani davanti al nervoso violinista.
<Come facciamo ad uscire?> chiese Farlan che aveva parlato poco e niente quel giorno, <Perché scusa non possiamo uscire semplicemente?> chiese ingenuamente Isabel, mentre il corvino sbuffava sonoramente, <Io sono d'accordo con lei> disse Eren attirando su di se lo sguardo di Levi, <Cosa?> chiese quest'ultimo, <Anche se uscissimo in momenti diversi loro inizierebbero comunque a fare castelli in aria, tanto vale uscire normalmente e ignorarli. Signor Ackerman questa situazione l'abbiamo creata insieme, tanto vale prenderci le nostre responsabilità e affrontare la cosa, se faremo così si stancheranno, lo sa anche lei>.
A quelle parole seguì un lungo silenzio da parte del grande violinista, che poi acconsentì con un cenno del capo <Va bene, tanto vale cavalcare la cresta dell'onda>.

Il grande violinista Where stories live. Discover now