Capitolo nove.

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Il petto di Eren era caldo, si alzava e abbassava con regolarità, la sua pelle era liscia e morbida, costellata da vistosi segni rossi che ricordavano al mondo della passione consumata pochi minuti prima, i suoi muscoli ben evidenziati da ore di palestra erano accarezzati distrattamente dalla mano del violinista, si dilettava nello sfiorarli con la punta delle sue dita sottili, provocando alla rockstar piacevoli brividi.
Il corpo del violinista era vicino al suo, ben più piccolo e flessuoso, era mollemente adagiato su un fianco, tendendo alta la testa che era poggiata su una mano, mentre con l'altra accarezzava in modo lascivamente distratto i suoi muscoli, le sue labbra erano gonfie a causa dei baci famelici che si erano scambiati durante i precedenti amplessi, ed erano leggermente incurvate in un sorriso appagato.
Nella stanza si era da poco diffuso l'odore della sigaretta accesa da Eren, stava piano piano sostituendo l'odore del sesso, lo faceva sempre dopo un amplesso andato bene, accendeva una sigaretta e fumava beato, gustando il sapore del tabacco e creando anelli di fumo con la bocca, anche la sua gonfia dai baci di poco prima.
Era soddisfatto, il violinista, Eren era un grande amante, abile come pochi e praticamente instancabile, ma mancava qualcosa a rendere quel quadretto bucolico perfetto: l'amore.
Percepiva che i suoi gesti erano dettati dalla sola e mera passione, la lussuria regnava nel loro rapporto è non lasciava spazio a nient'altro, però a lui bastava averlo vicino, amava averlo vicino, e si era deciso che questo bastava. Lottare per il suo amore? Impossibile per qualcuno come lui, che l'amore non lo conosceva.
Aveva l'impressione di navigare in acque inesplorate, nere come la pece e profonde quanto un'abisso, il sogno d'amore che ogni tanto gli veniva alla mente era diventato il suo peggior incubo, un incubo che però, anelava, una bramosia che gli raschiava l'anima.
Guardò Eren in viso, i capelli lunghi e selvaggi ricadevano sul cuscino a cui era appoggiato, l'espressione che troneggiava sul suo viso privo di barba, era serena, nessuna preoccupazione sembrava oscurare il suo volto, ma i suoi occhi dicevano tutt'altro.
<Qualcosa la preoccupa?> domandò il violinista curioso, <Assolutamente nulla> rispose il diretto interessato, portando nuovamente la sigaretta alle labbra, ma la mano del violinista fu più veloce riuscendo a rubargliela e farla sua, <Faccia pace con il suo sguardo, la tradisce sempre rivelando la verità che si cela nel suo animo> disse per poi fare un tiro di sigaretta, riuscì con maestrale bravura a nascondere il bruciore alla gola che gli provocò quel gesto, non aveva mai fumato in vita sua.
<È il tour> disse con uno sbuffo scocciato, <Parte tra poco più di due settimane e ci sono ancora tantissime cose da fare> si passò una mano sul viso, <Sono un po' stressato> si sforzò di sorridere riprendendo in mano la sua sigaretta, <Sono sicuro che farete in tempo> lo consolò il violinista, sistemandosi meglio vicino a lui, <Non è il vostro primo tour, no? Si faccia fare un massaggio, siete teso> passò una mano sulla sua spalla, in una carezza priva di malizia.
Iniziò a muovere le mani sulle sue spalle muscolose, accarezzando energicamente la sua pelle calda con qualche piccolo neo qua e là, Eren sembrava fare le fusa come un gatto, con il capo abbandonato in avanti, <Siete molto bravo...> si complimentò il giovane, mandando indietro il capo rubando un bacio al violinista, <Diciamo che me la cavo bene con le mani> rispose quest'ultimo maliziosamente, strappando un sorriso al rockettaro, <Lo avevo notato, ha dato esempio delle sue "doti" poco fa> il violinista ghignò soddisfatto, <Non ha ancora visto niente> passò la lingua sul labbro inferiore continuando a massaggiare le spalle del rockettaro, <Così mi incuriosisce, vorrei provare tutto> disse maliziosamente Eren, il violinista si morse il labbro inferiore <Tempo al tempo, se mostrassi tutte le mie carte così presto poi non avrebbe più senso giocare> rispose con finta naturalezza, <Allora giochiamo> ruggì Eren girandosi e facendo sdraiare Levi sotto di lui.
<Lei è davvero insaziabile> constatò il corvino guardano Eren negli occhi, <Quando si tratta di lei si> si avventò famelico sulle sue labbra, e proprio in quel momento Levi riuscì a ribaltare le posizioni con un colpo di reni, si sedette sul bacino del suo adorato rockettaro e poggiò il medio e l'indice sulla sua guancia priva di barba.
<Voglio qualcosa in cambio> soffiò a un pelo dalle sue labbra con i loro nasi che si sfioravano, Eren anelava un bacio del corvino, quando le labbra di Levi incontravano le sue non poteva che sentirsi in estasi, <Tutto quello che vuole, sono pronto a mettere in gioco tutto> rispose pendendo dalle sue labbra, letteralmente.
Il corvino sorrise compiaciuto, si leccò le labbra <Voglio l'esclusiva per due settimane, non mi piace essere uno dei suoi trastulli sessuali, io voglio essere il suo solo amante> concluse avvicinandosi ancora di più alle sue labbra, Eren fece per baciarlo ma lui si allontanò immediatamente, <Allora?> chiese passando il pollice sul labbro inferiore della rockstar, saggiandone la morbidezza, <Affare fatto, d'altronde dopo di lei nessuno riesce più a compiacermi come prima> dopo quelle parole Levi diede ad Eren quello che bramava, un bacio colmo di trasporto e passione, dove le loro lingue danzarono per una manciata di secondi secondi, che parvero infinitamente belli.
Eren fece per riportarlo sotto di se ma Levi riuscì ad impedirglielo e poggiando una mano sul suo petto lo fece distendere nuovamente, <Sono io a dettare le regole in questo gioco> disse seducente poggiando una mano sulla lunghezza del castano, iniziando a massaggiarla con movimenti lenti e calcolati, erano già nudi dai precedenti due amplessi quindi non si dovette scomodare per spogliarlo.
Poggiò le labbra sul suo capezzolo bruno, più scuro del suo rosa tanto da sembrare quello di un bambino, sotto le sue totali attenzioni Eren non poté fare altro che mugolare compiaciuto,
strappando un sorriso soddisfatto al corvino, sapeva di essere bravo a letto.
Staccò le labbra da quel bottoncino di carne, e ci soffiò sopra provocano profondo brividi alla rockstar, che alzò il bacino chiedendo di più, <Siamo impazienti, eh?> domandò retorico, <Sarò buono questa volta, mi ha promesso una cosa non da poco che una facilità disarmante, spero per lei che non mi stia ingannando> soffiò maligno, per poi mordere il labbro inferiore del rockettaro provocando lo scorrere di un rivolo di sangue sul suo mento, <Mantengo sempre le promesse> disse tra un ansimo e l'altro Eren, mentre Levi puliva il suo mento con il pollice portando poi il dito alla bocca succhiando in modo indecentemente sensuale.
Fece collidere nuovamente le loro labbra, il sapore ferroso del sangue passò inosservato davanti a tanta passione, si esplorarono ancora una volta, con la stessa intensità e con lo stesso bisogno spasmodico di toccarsi e perdersi l'uno nell'altro, accarezzarsi e sentire il calore dell'altro senza temere un rifiuto, in quel momento sembravano una cosa sola, e Levi ebbe la piacevole e al contempo dolorosa sensazione che quello non fosse solo sesso.
Tentò si scacciare quei pensieri fastidiosi dalla sua mente, pensare a volte non era la scelta migliore, allora decise di azzerare totalmente il suo pensiero razionale colmando la sua assenza con il piacere fisico, si fece scivolare sul membro di Eren iniziando poi a muovere il bacino con movimenti lenti e calibrati, facendo gemere sonoramente la rockstar che muoveva leggermente il bacino alla ricerca di qualcosa in più; fu accontento.
Levi si mosse più velocemente poggiando nuovamente le labbra su quelle di Eren, con le mani sul suo petto chiuse a pugno, oscillando sempre più velocemente e con bisogno sul bacino del ragazzo sotto di lui, mentre nella stanza si diffondevano i loro gemiti sempre più rochi e profondi, accompagnati dal rumore della loro pelle umida che si scontrava ai movimenti sempre meno cadenzati del corvino, Eren intrecciò le loro mani e bastarono pochissime altre spinte per far venire il violinista in un ansimo strozzato, sporcando con un fiotto caldo il ventre della rockstar, che a quella vista venne nel corpo del corvino, con la mente troppo annebbiata dal piacere per decidere di non riversarsi in lui.
Nonostante la fine l'amplesso rimasero in quella posizione per diversi secondi, poi Levi scivolò sul petto del castano con un sospiro esausto ma appagato.
Eren sorrise a quella scena, passando la mano ripetutamente sulla sua schiena, in una dolce carezza, tentò di uscire dal suo corpo ma ricevette un mugolio pieno di disappunto che lo condusse a rimanere dentro di lui, coprì i loro corpi facendo attenzione nel non disturbare il corvino e lasciò un bacio ben più casto dei precedenti sulla testa del suo amante, poggiata sulla sua spalla, con il volto nell'incavo del suo collo, con il respiro che si infrangeva sulla sua pelle olivastra.
Si addormentarono così: stretti in un dolce abbraccio, con le gambe intrecciate, il respiro sereno e regolare, e il cuore riscaldato da mille colori che ancora non avevano il coraggio di scoprire.

I due artisti erano seduti da pochi minuti in un lussuoso ristorante di pesce, le luci soffuse, la musica e la vista del porticciolo turistico oltre le grandi finestre rendeva tutto particolarmente romantico, Levi non sapeva se essere felice o meno di ciò, ma preferì godere in silenzio della compagnia del rockettaro.
<Le piace questo posto?> chiese Eren spezzando il dolce silenzio venutosi a creare mentre guardavano il menù, <Molto, non ero mai venuto qui> constatò guardandosi intorno, <È un po' fuori mano, ma posso assicurarle che vale la pena farsi un'ora di viaggio> continuò Eren con un sorriso.
C'era una sola cosa a rovinare quell'atmosfera praticamente perfetta: una donna osservava con non poca insistenza Eren.
Il corvino sbuffò seccato dagli sguardi che i due si lanciavano da quando erano arrivati, non si poteva dire che quella donna fosse brutta, anzi, tutte le curve erano al posto giusto, i capelli rossi erano chiusi in uno chignon alto e delle ciocche rosse le ricadevano sul viso coprendone parzialmente i suoi occhi verdi da gatta, il suo collo era lungo e avvolto da una spirale di perle bianche che però non distoglievano l'attenzione dalla profonda scollatura del suo vestito rosso come le sue labbra. Non poco stizzito dovette ammettere a se stesso che quella donna era davvero bella, mai si era messo in competizione con qualcuno la sua superbia glielo aveva sempre impedito, ma in quel momento si sentì incredibilmente piccolo.
<Cosa posso portarvi signori?> chiese educatamente il cameriere, mentre il sommelier versava nei loro bicchieri il vino che avevano scelto in precedenza, <Prendiamo degli antipasti misti, caldi e freddi, e due tataki di pesce spada con pistacchi, ah, prendiamo anche una frittura di pesce> disse Eren con tono amabile, Levi affilò lo sguardo notando che la donna di prima non voleva saperne di staccare gli occhi dal suo rockettaro.
<Qualcosa la turba?> chiese Eren osservando attentamente il corvino, che con le gambe accavallate muoveva freneticamente il piede dal nervoso provocato dalla fastidiosa donna poco distante da loro, al violinista sembrava che il suo tavolo fosse sempre più vicino e questo lo metteva non poco a disagio.
<Assolutamente no> rispose con tono scocciato che trasudava di nervosismo, Eren sorrise a quella scena, <Faccia pace con il suo sguardo, la tradisce sempre rivelando la verità che si cela nel suo animo> ripetè a cantilena la frase che poche ore prima aveva pronunciato il corvino, colpito e affondato.
<È sicuro di non dovermi dire nulla?> chiese nuovamente Eren spronandolo a parlare, sicuramente non era cosa facile, <Come le ho già detto, non nulla da dirle perché nulla mi turba> il corvino si rimproverò mentalmente per il tono usato, era stato troppo tagliente e freddo.
Eren sospirò chiudendo gli occhi, e guardando nuovamente la donna seduta poco distante da loro, era avvenente come poche, ma lui aveva fatto una promessa al corvino e non era intenzionato ad infrangerla, per non parlare del fatto che per quanto avvenente fosse era volgare, priva di finezza e eleganza, lui preferiva figure minute e delicate, non giunoniche e dozzinali.
Distolse lo sguardo dalla donna una volta per tutte, la sua attrattiva sessuale era totalmente scomparsa quando gli occhi della rockstar si erano posati sulla figura elegante, fine e incredibilmente austera del violinista, che anche da nervoso manteneva il suo fascino e la sua compostezza.
Prese la sua mano che tamburellava sul tavolo in modo incessante e nervoso e posò un delicato bacio sulle sue falangi, <Non scambierei mai un diamante per una comune pietra, lo tenga sempre a mente>.
Non guardò più la donna seduta a poca distanza da loro, per quella sera guardò solo il violinista, solo lui occupò i suoi pensieri, e le sue mani bramarono solo il suo corpo, quella era la prima sera di una lunga serie, l'inizio di un ballo che avrebbe travolto entrambi, una danza struggente e delicata come un violino, inafferrabile e impetuosa come una chitarra elettrica, passionale come due corpi che si bramano e si cercano, lussuriosi e scapestrati, di due cuori violati dal dolore e due menti troppo troppo razionali per credere nell'amore, alla ricerca dell'arcobaleno.

Tana della scrittrice (satana):
Hello, it's me.
Scusate per il ritardo (soprattutto per quello mentale) ma ero in vacanza su un'isola sperduta (ma bellissima) e non avevo internet, quindi pur avendo i capitoli pronti e revisionati non ho potuto aggiornare, la vita mi vuole male.
Non ho nulla da dire, se non che ogni volta che pubblico parti a luci rosse mi vergogno come una ladra.
Al prossimo capitolo, adios.

-Beatrice

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