Capitolo 4

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Io e Daniel camminiamo lungo il rettilineo del circuito di Shangai, cosa che lui rifarà nei prossimi giorni con meccanici e ingegneri per vedere i punti strategici dove sorpassare con l'unica differenza che lo dovrà percorrere tutto la prossima volta.

"Lavoriamo insieme da quasi tre settimane e io non so ancora niente di te" dice lui interrompendo il silenzio che si era creato

"Si è vero, però anche io non so quasi niente su di te" ribatto

"Facciamo così, tu mi racconti un pò di te, della tua vita, dell'amore e cose così e quando tu avrai finito toccherà a me raccontarmi"

"Non voglio annoiarti con la mia storia strappalacrime"

"Oh ma tranquilla, anche io una storia strappalacrime da raccontarti. Eddai, ti prego" e così decido di dirgli la mia vita, un pò perchè ho iniziato a fidarmi di lui e un pò perchè come si fa a dire di no a Daniel.

"Dai va bene! Allora....Da piccola mio padre naturale, John, non mi calcolava mai, era sempre ubriaco e appena ne aveva l'occasione mi prendeva a parole poche volte qualche spinta, senza che io avessi fatto qualcosa, se ne andato quando avevo quattordici anni, la mamma era sempre in giro per lavoro e, così io stavo per la maggior parte del tempo da Anthony e Lewis, dato che Lewis è figlio anche di mia mamma, mi portavano a vedere le gare con i kart di Lewis e lì ho conosciuto Sebastian. Ho sempre avuto un bel rapporto con Lewis e crescendo si è rafforzato, poi un giorno mi ha fatto una sorpresa: ha dato a suo, nostro, padre i soldi per farmi adottare, anche se Anthony a primo impatto li ha rifiutatati perchè lui non aveva mai chiesto soldi a Lewis poi dopo facendosi pregare da lui li ha accettati, e ora eccomi qua con il mio cognome: Hamilton" dico e i ricordi di John mi ritornano in mente.Lui mi abbraccia, un'abbraccio spontaneo e io decido di non respingerlo.È solo un'abbraccio e mi sta facendo bene.Non devo piangere, non devo farlo e per fortuna, non lo faccio. Mi abbraccia e non dici niente, e lo apprezzo.Non ho mai amato la compassione. "Tranquillo Daniel, ormai l'ho superato, è acqua passata"

"E fidanzati? Ce ne sono?" domanda lui appena ci stacchiamo, facendomi ridere.

"Le mie storie d'amore sono una serie di storie brutte, andate male, senza un lieto fine"

"Dai, non ci credo"

"Fai come vuoi, ora tocca a te"

"I miei genitori mi hanno sempre sostenuto nel mio sogno, un pò pazzo, ma sempre un sogno.Della mia vita non c'è niente da dire: ho una sorella che voglio tanto bene, alcune volte eh, e due genitori fantastici.Poi all'interno della Formula 1 sai già tutto" dice sempre con quel sorriso stupendo

"E tu fidanzate?" domando un pò timorosa di sapere la risposta

Non dovrei avere paura di sapere la risposta
Perchè ho paura di sapere la risposta?

Sospira poi inizia a parlare "Ho avuto un pò di ragazze nel corso degli anni, ma nessuna è stata mai al livello di Samantha.Avevamo sedici anni e stavamo insieme, era bella, bellissima.E io ne ero completamente innamorato. In estate abbiamo convinto i nostri genitori a lasciarci andare in vacanza da soli una settimana. Eravamo felicissimi per quel viaggio, noi due soli.Stavamo in una piccola casetta vicino alla spiaggia.Una notte abbiamo fatto l'amore, non era la nostra prima volta, e lei la mattina presto se ne andata mentre io stavo dormendo.Mi ha lasciato come un coglione da solo in mezzo al nulla e non si è fatta più vedere.Dopo essere tornato a casa ho dovuto passare mesi, forse quasi un'anno, dallo psicologo.Grazie alla mia famiglia, a quello psicologo e ai miei amici mi sono rialzato e ho continuato la mia vita, più forte e felice di prima.Avevo anche attacchi di panico ma quelli se ne sono andati via quando ho iniziato a stare bene e essere di nuovo felice"

On The Highest StepOnde histórias criam vida. Descubra agora