Capitolo 25

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Sono appena atterrata in terra tedesca, dopo quattro ore circa di volo e non potrei essere più contenta: ero seduta nel bel mezzo di due ragazze, una con la voce più stridula dell'altra, che stavano urlando nelle mie orecchie come se io non ci fossi.

Sono nella zona 'arrivi' ad aspettare Daniel. Stare in aeroporto è come entrare un pò nella vita delle persone che sono attorno a te. Ti guardi in giro e vedi persone correre verso il loro volo o, perché no, verso la propria metà. Ci sono persone che si abbracciano, persone che si lasciano e mille altre persone che hanno una fatto un viaggio e hanno lasciato un pezzo del loro cuore in quel posto.

Vedo Daniel da lontano e sorrido. Alzo un braccio per farmi vedere e di tutta risposta sorride, anche lui.

"Ciao" anche lui ha lo sguardo stanco e una valigia a carico, ma nonostante questo prende anche la mia e incomincia a camminare senza dire niente.

"Dove vai così di fretta?" chiedo dato il suo passo veloce e il suo comportamento strano, non mi ha lasciato neanche il tempo di salutarlo.

"A prendere il taxi, sai abbiamo poco tempo" e questa volta, arrivati fuori dall'aeroporto posso salutarlo, dandogli un bacio sulla guancia.

In men che non si dica arriva il taxi e saliamo.

"Ci porti all'Holiday Inn Berlin più vicino, perfavore" e dopo aver annuito, il tassista parte.

"Pilota" dico rivolgendomi a Daniel, "Ha paura di non farcela a fare il tour della Germania in due giorni e mezzo?"

"Io non ho paura di nulla, signorina"

Berlino, la nostra prima tappa, é bellissima. Ammiro dal finestrino le strade, gli alberi e i giardinetti curati e i palazzi.

Ci fermiamo e dopo aver pagato il tassista e avergli lasciato la mancia, scendiamo e ci viene in aiuto a prendere le valigie. Lo ringraziamo e entriamo in hotel. Non prima di aver fatto una foto a Daniel e al tassista.

"Ricciardo" il signore alla reception dopo averci guardato per una manciata di secondi, gli porge la chiave della stanza e con in mano le valigie andiamo in ascensore.

"Mettiamo le valigie in un'angolo, facciamo la doccia e usciamo subito. Va bene?"

"Prontissima per Berlino!"

"Visitiamo tutta la Germania anche a costo di non dormire" adesso sta un po' esagerando.

"Si, poi venerdì non ti reggi in piedi e chi lo sente quel cretino di Marko?"

"Io, no di certo" e dopo questa risposta, l'ascensore si apre e andiamo verso la nostra camera, apriamo la porta e lasciamo le valigie vicino alla porta e ci buttiamo a peso morto sul letto.

Mi alzo dal letto e vado verso la valigia.

"Dove vai?"

"A prendere i vestiti puliti" rispondo ovvia.

"Stai meglio senza" mi dice e io mi abbasso, prendo i vestiti e vado verso di lui dandogli un bacio a fior di labbra e vado in bagno a lavarmi.

"E che cazzo, mi lasci così" lo sento dire mentre riscaldo l'acqua della doccia, "Ah, portati anche uno zaino dove hai dentro il cambio. Perché non torniamo qui prima di venerdì mattina presto"

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Passiamo sotto alla Porta di Brandeburgo, di sera è molto romantica. A dirla tutta, Berlino è romantica o magari sono solo io che sto sotto centomila treni per questo ragazzo.

"Ma non è il caso di coprirsi un pò? Sai, i media" chiedo a Daniel, mentre camminiamo lentamente vicino al Memoriale dell'Olocausto e al solo pensiero mi vengono gli occhi lucidi.

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