12- R.I.P 2 my youth

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Il mondo non è riuscito a prendersi cura di noi. È così bello sentirsi completamente incompleti. Trovare la propria parte mancante si potrebbe rivelare un'Odissea. Ho sempre odiato Ulisse. Peró ha proprio un bel Karma.

I miei demoni hanno il bisogno di essere sfamati. Dormiamo insieme, conviviamo da quando ne ho memoria. Mi accarezzano i capelli, mi cantano la loro ninna nanna, così da poter poi insinuarsi con prepotenza nella mia mente mentre sto dormendo. E allora preferisco non dormire. Sento le loro mani toccarmi, lo fanno in continuazione, sotto la maglia, i pantaloni, mi costringono a baciarli uno a uno per estirparmi l'anima poco a poco. Sono quel fottuto bicchiere mezzo pieno, credo di essermene andato per metà. Una parte di me rimane radicata.
E quando sono sveglio non c'è nessuno con me. Solo io. E questa è la parte peggiore. La notte può essere la tua migliore amica o distruggerti in un battito di ciglia.

Il mondo non ha saputo prendersi cura di noi. Possiate trovare la Pace nell'oasi dei sensi. Purificatevi sporcandovi di lussuria e sperma freddo. Ho paura di non poter darmi le indicazioni per tornare a casa. Anche se, quando sai dov'è casa tua, riesci ad arrivarci anche ad occhi chiusi.
Non si possono separare gli amanti. Hanno quello strano rapporto di giorno e notte. Sanno trasformarsi. Si camuffano.
Amarti per respirare e odiarti per trovare la vita nella morte. Il mondo non s'è accorto di quanto siamo trasandati; con le bende agli occhi corriamo uno contro l'altro, ma arrivati a pochi centimetri di distanza ci evitiamo per un soffio. E neanche ce ne accorgiamo. Abbiamo sbagliato la strada di casa.

Ed io non vedo Michael da troppi giorni e ho perso la voglia di uscire dalla mia stanza. Alla fine il mondo non è nulla. È tutta una cazzata. L'umanità è stupida e vive come un passivo che pratica bondage. Si lascia fare di tutto perché forse ci è abituata e forse le piace vivere in bianco e nero.
Io i miei colori li ho trovati. Sono il verde di due occhi arrossati e l'alternarsi di improbabili tinte per capelli. A un certo punto mi son sentito come se prima di incontrare Michael, quella notte, fossi cresciuto con un'acromatopsia; come se non riuscissi a vedere i colori prima di quell'esatto momento in cui i miei occhi si sono incrociati ai suoi e "Come stai?" ho domandato appena ho capito che si trattava di Michael Clifford, lo stesso Michael Clifford che in seconda media era scappato da scuola e si era beccato una sospensione, quello che al liceo era entrato nell'istituto in moto e si era fatto una corsetta per i corridoi, l'esagitato megalomane che era stato beccato in un'orgia con una prostituta, un transessuale, Calum Hood e pure una cantante heavy metal che sul palchetto del pub sembrava impossessata dal demonio.
Insomma. Quel Michael Clifford.

Perció non vederlo mi fa sentire ancora affetto dall'acromatopsia. E il peggio è che tutto questo è colpa mia. So farmi male da solo e raggiungere livelli di autolesionismo inimmaginabili.
Non ho le palle per tirarmi fuori dalla fossa e tornarmene da lui come se nulla fosse. Quindi me ne sto qui, ancora steso sul tappeto impolverato di camera mia. Continuerò a guardare il soffitto finché non tornerà di nuovo a lanciarmi una lettera in cui dice di amarmi e che sono un coglione.
Il problema è che soffro come un cane e poi pretendo che siano gli altri ad accorgersene prima di me. Giuro su Dio che mi odio.

Quindi adesso andrò a prendere in prestito una birra nel frigorifero e poi mi addormenterò sbronzo e rincoglionito nella panchina in cui ci sedevamo io e Michael per sviscerarci a vicenda. E grazie al cazzo, se qualcuno pensasse bene di ammazzarmi lo accoglieró a braccia aperte.

Lasciati fiorire in mezzo alle erbacce in un finto Eden di vetro. E, quando appassiremo, porteremo l'amore con noi.
Faremo dell'ordinario lo straordinario.

 𝐌𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄 𝐅𝐈𝐍𝐆𝐄𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora