17- That's the Spirit

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Mani nelle tasche, lo sguardo a scrutare la lucentezza eterea che avvolge un luogo imprecisato, due fischi. Il secondo più prolungato del primo, e ci saremo ritrovati.
Cristo Santo. In mezzo a tutte quelle anime, l'ultima arrivata avrebbe fischiato all'altra e ci saremmo trovati di nuovo. Cristo santo, Michael.

Vorrei davvero poter raccontarti qualcosa di grande. Qualcosa che ti cambierà la vita o roba del genere, ma il fatto è che credo tu sappia già tutto. Sai troppo di tutto, e ogni mio tentativo di apparire uguale a te risulterebbe vano e stupido. Uno spreco di tempo.
È da idioti credere di poter allungare il tempo e accorciarlo a proprio piacimento. Ma se si respira lento si rallenta, il tempo, e quando sono con te mi manca sempre il fiato. Non nel senso teorico del termine, quello pratico, dico sul serio; cerco di respirare talmente lentamente che Dio, a volte sono costretto a prendere una boccata d'aria e ricominciare daccapo. E alla fine mi chiedo sempre cosa sia il tempo. Se esiste davvero. Se in realtà non viviamo tutti in un'unica giornata. Un giorno nasciamo, e nello stesso giorno moriamo. Senza divisioni di ore, minuti, nè secondi. Viviamo e basta, e il sole e la luna si rincorrono tantissime volte in un solo giorno, e io e te stiamo insieme tantissime volte in un solo giorno, e ci baciamo quel giorno soltanto.
Nello stesso giorno ci presenteremo e nello stesso ci diremo addio per sempre.
Sembra stupido, te l'ho detto. Ma il tempo non esiste davvero, e questo tu lo sai, perché odi gli orologi e i calendari. E ti piace respirare piano. Senza fare rumore. Come fai sempre.

Moriremo giovani, io e te. Giovani, innamorati e incazzati. Lo sappiamo entrambi, tu più di me. Ma non me lo hai mai detto. Hai passato a me i tuoi segreti, così facendo il tuo compito è stato adempiuto. Te ne andrai, e ho paura che tu te ne stia andando già da adesso. Non voglio che tu te ne vada, ma ora è il mio turno di passarli a qualcun altro, i segreti tuoi e quelli dell'Universo. E poi potró tornarmene a Casa, e fischiare due volte in mezzo a tutte quelle anime, la seconda volta più prolungata della prima, e potró vederti alzare la mano, o semplicemente illuminarti, e potremmo presentarci di nuovo e non dirci mai più addio.

Non temo la mia morte. Temo la tua, Michael. Ho paura che tu possa lasciarmi per la mia stessa colpa di aver custodito le tue parole.
E temo ciò che ne verrà dopo, temo di non riuscire più a fischiare come una volta, temo di non poterti vedere alzare la mano o che tu non riesca a farti riconoscere in mezzo a tutte le altre anime.

Per questo i cicli voglio invertirli, e con loro pure la cronologia degli avvenimenti. Se tu diventassi il ricevente, e io il donatore? Di certo la natura delle cose cambierebbe per le nostre dimensioni. L'Universo sa. Non esiste il destino, siamo noi a crearcelo. E come lo creiamo possiamo distruggerlo, ma come si può distruggere un qualcosa che non è mai esistito?
Potrei dirti di pazientare, potrei dirmi di ripensarci per un secondo, ma non è questo che voglio fare.
Voglio dare a te l'opportunità di vivere sul serio, questa volta. Una seconda chance, una seconda vita dopo la morte di qualcuno che non sei tu. Per una volta, pazientare potrebbe rivelarsi una scelta inconcludente.
Un'anima per un'anima.
Una vita, per un'altra vita.

Devo ricordarmi di insegnarti a fischiare, prima.

 𝐌𝐈𝐃𝐃𝐋𝐄 𝐅𝐈𝐍𝐆𝐄𝐑Where stories live. Discover now