15- Shamballa

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Io e Michael abbiamo iniziato a prenderci a pugni. Dico sul serio, giuro su Dio. È una specie di rituale per prometterci qualcosa e darci a vicenda l'opportunità di ricostruirci. È contorto; l'ha iniziata Michael, questa cosa, ad un certo punto sembra pure ovvio che sia contorta. È lui di base ad essere un po' contorto. Dio, quanto mi piacciono le sue idee del cazzo.

Eppure mamma si è spaventata. Giusto, vedere il proprio figlio tornare a casa pieno di lividi ed ematomi non è mica un bello spettacolo. Crede che siano dei bulli del quartiere a ridurmi così. Non c'è alcun bullo in questo quartiere. Solo Michael. Al mondo c'è solo Michael.
Papà crede, invece, che io me li faccia da solo. Cristo santo, mi hanno raddoppiato gli incontri con Mendes. Cristo Santo.

Peró ho detto loro di essermeli procurati dopo una plateale caduta in skate mentre tentavo di fare parkour a quattro ruote. Non credo di essere talmente idiota da fare qualcosa di simile, e lo pensano pure loro. Credono tutti che io sia talmente intelligente da non poter fare questo tipo di cose, allora oggi pomeriggio ho preso lo skateboard e ci ho provato davvero a fare parkour, diamine. E sono pure caduto. Ma almeno non mi sono più sentito in colpa per aver propinato una bugia ai miei genitori.
Se solo raccontassi loro di Michael non mi farebbero più vedere la luce del giorno. Mi legherebbero alla sedia piuttosto di farmi frequentare uno come lui.
E se dicessi loro che l'ho pure baciato, uno come lui, allora farebbero le valigie ed è stato un piacere Australia.

Quasi mi piace avere una relazione clandestina. Uscire dalla finestra della camera, tirarci pugni a vicenda, stesi sull'asfalto crepato e scolorito di un parcheggio appartato. Baciarci con la faccia dolorante e gli occhi quasi gonfi di lacrime. È poetico. Sembra una scena uscita da un film di cocainomani repressi e sessualmente frustrati.
Che poi lui la maggior parte delle volte non riesce a reggersi in piedi, e allora mi tocca rattopparlo e portarlo a casa sua, anche se lui non si ricorda mai dove si trovi e mi tocca fare tutto da solo.
Altre volte invece ci stendiamo a terra e osserviamo le stelle. Senza dire nulla di concreto. Sono questi i momenti che mi piacciono. Capisco di aver trovato un qualcosa di progressivamente strano e curioso quando non c'è neanche il bisogno che venga detto qualcosa. Ad entrambi piace il silenzio e sappiamo usarlo come massima rappresentazione dell'essere.

È a questo punto l'unica persona dalla quale potrei farmi prendere a pugni un milione di volte. Ed è pure l'unica persona che voglio prendere a pugni altrettante volte.
Non ci capisco più niente, ma ho aspettato tutta la vita per questo.

Ho iniziato ad uscire di testa quando Michael mi ha detto una cosa, mi ha confessato un segreto della storia dell'umanità che prima d'allora non mi era mai balzata per la testa la premura di farmene una domanda.

Perché siamo qui? Perché mi sono innamorato di un ragazzo? Per quale motivo in questa vita mi chiamo Luke e sono nato il sedici luglio, e non un altro giorno qualsiasi di un altro mese qualsiasi?

È curioso. Ma per molti non è ancora arrivato il momento di scoprirlo. Torneranno nella prossima vita, o in quella seguente, o tra un altro centinaio di vite successive e allora glielo diró cosa si sono persi, cosa non hanno avuto il coraggio che raccontassi.
Lo Shamballa si sta preparando alla battaglia, e tutti noi siamo tenuti a combattere per la parte che più ci aggrada. La schiera del materialismo verso quella della luce.
Michael dice che finirò per disertare. Ritirarmi dalla battaglia senza attirare troppo l'attenzione, andarmene nel bel mezzo della guerra.
Dice che non riuscirei a combattere, che per uno come me estraniato dalla realtà sarebbe difficile ritrovarsi nella terza dimensione senza avere consapevolezza che ció che accade è reale.
Ho viaggiato a lungo nella terra dei fantasmi e adesso tutto mi sembra come un enorme, sopraggiunto corpo astrale che gravita sopra un asse di collocazione invisibile ai veri umani. Chi sono, i veri umani?
Forse non quelli che hanno le redini della battaglia.

Larghezza, lunghezza e profondità, la nostra vita e le dimensioni ci ricordano che tutto è collegato da un estremo fattore, qualcosa che forse è reale o forse pura invenzione, fatto sta che si manifesta nel passaggio di una natura fisica e un corpo astrale. Il Tempo è la quarta dimensione. È quella che mi manca. Ho sempre avuto bisogno di tempo.

Quindi forse diserterò, forse per me sono meglio le battaglie che non si combattono nella vita vera, forse sto meglio nella guerra che incombe nella mia testa, dove io devo decidere vinti e vincitori. E Michael starà a combattere, a quanto dice, che almeno troverebbe un senso alla sua vita confederata del cazzo, da ciò che lascia intendere.
Io credo che ci ritireremo insieme come due traditori, giurando di non voltarci le spalle a vicenda, anche se le abbiamo voltate alla patria.
Guarderemo dal profondo della caverna la luce del sole sorgere di nuovo. E ci crederemo entrambi, perché è lì davanti a noi e noi siamo l'uno davanti all'altro. E quando la luce scenderà, il buio calerà e le stelle saranno coperte dalle nuvole, noi continueremo a crederci, alla luce.
Anche se non è più davanti a noi, noi siamo l'uno davanti all'altro.

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