Kiss me kiss me

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Michael's Pov:

La vidi socchiudere le palpebre nella penombra. Improvvisamente il venticello piacevole si era trasformato in artigli ghiacciati che si inerpicavano su per la mia schiena. L'unica cosa che pareva riuscire a scaldarmi era il suo sguardo color cioccolato, illuminato da una fioca e resistente fiammella di speranza.

Il mio sguardo era fisso e puntato sulle sue labbra morbide e rosate.

Non posso baciarla.

Ma mi stavo avvicinando a lei sempre di più. Perciò, invece di baciare la sua bocca trepidante, mentre nella mia testa urlavo a squarciagola di tornare alla direzione iniziale e il mio cuore batteva furioso, voltai appena appena il viso. Le mie labbra sfiorarono la sua guancia morbida.

La sentii tremare sopra di me.

Non parlammo nemmeno fino al tragitto verso casa. E quando sul bus cercai di prenderle la mano,  cercando di capire perché fosse così silenziosa, distolse lo sguardo e spostò la mano.

Non appena misi piede in casa mi infilai sotto alla doccia, troppo pensieroso per avvisare Lauren. Mi stavo mentalmente prendendo a calci. Non per non averla baciata, o anche sì, ma perché non ero ancora riuscito a capire cosa cazzo stesse succedendo. Non era possibile che mi ritrovassi a pregare in ginocchio -mentalmente parlando- che mi baciasse. Che cazzo, era Lauren. Non... che ne so... una ragazza trovata in discoteca. La mia migliore amica fin dall'infanzia. Non potevo desiderare un suo bacio. La sola idea era inaccettabile. Ma, inaccettabile o meno, il solo pensiero delle sue labbra sulle mie faceva alzare la mia temperatura interna di ottanta gradi.

Lasciai perdere la matassa aggrovigliata che erano diventati i miei pensieri e mi infilai sotto all'acqua bollente. Assieme alle gocce scivolarono via anche i pensieri e i tormenti. Quando uscii, vari minuti dopo, lo specchio a muro era completamente appannato e l'aria era satura di calore. Con uno sbuffo mi accorsi di aver lasciato i vestiti in camera e afferrai un asciugamano blu per coprirmi

Appena in tempo.

La porta si spalancò. Trasalii violentemente, arrossendo, e veloce come non mai portai in vita il telo blu a coprirmi. Alzai lo sguardo e il mio imbarazzo si tramutò in stupore. E poi in rabbia.

Quel coglione di Benjamin mi fissava sprezzante. Dietro di lui c'era Lauren, il viso rosso per l'imbarazzo e allo stesso tempo tremendamente scioccato. Era aggrappata al braccio del suo ex come se avesse provato a trattenerlo. Gli occhi grigi di Benjamin erano duri come non mai e altrettanto folli.

- Lo sapevo! - esclamò trionfante. - Te la sei fatta, stronzo. Che puttana.

Lasciate che vi dica una cosa. Darmi dello stronzo? Okay. Prendermi a pugni? Va bene. Ma insinuare -e in un modo così volgare, come se Lauren fosse stata un giocattolo- che io abbia una relazione con la mia migliore amica? E insultarla? Be', questo no.

Perciò non appena Benjamin si lanciò su di me aspettai che il suo pugno mi arrivasse a pochi centimetri di distanza e mi scostai, facendogli perdere l'equilibrio con il suo stesso slancio mentre Lauren gridava. Gli sferrai un pugno così forte che sentii le sue ossa scricchiolare sotto alla mia mano, che venne attraversata da una fitta di dolore acuto. Lauren strillò mentre quel coglione finiva a terra. Benjamin tossì e lo afferrai per la collottola, tirandolo in piedi.

- Permesso - Lauren si scostò dalla porta, a bocca aperta, e le sorrisi trascinando Benjamin per tutto il corridoio fino alla porta, mentre inveiva e si dimenava. Ma non lasciai la presa. Anzi, lasciai la presa sull'asciugamano, che comunque continuò a cingermi la vita, e con la mano libera gli afferrai una spalla.

Heartbreak Girl || Michael Clifford||Where stories live. Discover now