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Lauren's POV:

- No, okay, adesso basta.

Mi sporsi sul divano per afferrare quel maledetto telecomando -che Michael teneva in ostaggio da più di un'ora- ma lui mi respinse afferrandomi per il braccio.

- No, piantala - mi rimbrottò. - Casa mia, decido io.

Alzai gli occhi al cielo e tanto per indispettirlo mi alzai. Non ne potevo davvero più di quel film tutto sangue e ammazzamenti.

- D'accordo, allora vado a farmi una doccia.

Non rallentai nemmeno quando sentii il suo sbuffo di protesta. Ero sulla soglia del corridoio quando un braccio mi si avvolse attorno alla vita. Strillai mentre mi circondava con le braccia, stringendomi da dietro, e feci di tutto per sopprimere il sorriso che mi stava spuntando sulle labbra.

- Allora vengo anche io con te - mormorò con la voce ancora più bassa di un'ottava. Un fremito mi scosse da capo a piedi.

- N-non credo sia una buona idea - cercai di dissuaderlo. La sua risatina mi vibrò sul collo.

- Ah sì? Perché?

- Perché... perché... perché staremmo un po' stretti.

Rise e mi baciò sensualmente il punto dove la mia mandibola si congiungeva al mento. Reclinai istintivamente la testa all'indietro, e la cosa lo divertì. Continuò a sfiorare con le labbra la mia pelle.

- Meglio così, no?

- Mmh - gemetti, cercando di far ordine nella mia mente. - No. Staremmo davvero troppo stretti. E poi... Jason non approverebbe.

- Ma io sì - sussurrò piano. Le sue labbe erano un paradiso.

- Ah... be', però non voglio vederti nudo. Di sicuro non sei un granché.

Michael si arrestò, offeso. Soppressi un sorriso e mi voltai a guardarlo. Una profonda piega tra le sopracciglia evidenziava la sua incredulità.

- Come scusa? - chiese incredulo. - Ho sentito bene?

Gli rivolsi un sorriso dolce cercando di non scoppiare a ridere. - Be', sì.

Mi fissò corrucciato. Le sue labbra erano tese in una smorfia di fastidio, gli occhi, di una dolce sfumatura scura, mi fissavano. Dapprima sconcertati, e poi, via via che i secondi passavano, sempre più divertiti.

- Ma davvero? - la sua voce vellutata mi fece venire la pelle d'oca. Fece un passo avanti e mi afferrò per i fianchi, tirandomi a sé, mentre posava la fronte contro la mia.

Cominciai a sudare freddo, mentre il mio cuore raddoppiava i battiti.

Artigliai la stoffa della sua canottiera nera. Le sue spalle lattee erano scoperte da quel misero pezzo di stoffa che non faceva il suo dovere come avrebbe dovuto. Quasi senza pensarci, sfiorai la sua clavicola, percorrendola lentamente con la punta delle dita. Michael serrò le labbra, e quando alzai lo sguardo dalla sua bocca vidi che aveva le pupille dilatate. Ritirai di scatto la mano, cercando di sfuggire alla presa delle sue braccia, rendendomi conto che non l'avevo mai toccato -volutamente o meno- con quell'intimità.

Michael però mi impedì di scappare rafforzando la stretta sui miei fianchi. Mi guardava, ma non diceva nulla. Ormai avevo scordato la mia insinuazione, più preoccupata di voler scivolare via. Era una cosa istintiva e non riuscivo a capire perché. Non riuscivo a inserirmi di avere paura. Di lui.
Di lui.

Michael Clifford è l'orsetto più gigante e coccoloso del mondo, ma proprio non riuscivo a mettere da parte le mie ansie.

- Penso... dovrei davvero andare a fare la doccia - mormorai con lo sguardo basso. Lui annuì sovrappensiero, affondando le dita nei miei fianchi. All'improvviso sorrise e mi abbracciò, tuffando letteralmente il viso nell'incavo della mia spalla.

Heartbreak Girl || Michael Clifford||Where stories live. Discover now