Confusione

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Il silenzio tra di loro durò per qualche secondo, prima che Lauren distogliesse lo sguardo dagli occhi verde scuro di Michael, spezzando così la tensione appena percepibile nell'aria.

- Le ginocchia? E le mani? Che hai fatto?

Lui sorrise. Aveva notato proprio tutto. - Sono caduto sul cemento - Lauren serrò le labbra, una scintilla di rabbia negli occhi color cioccolata. - Perché ti ha costretto lui.

Michael rimase in silenzio, inclinando un poco la testa verso destra. Alzò la mano e le accarezzò la guancia. Lauren sospirò, posando la propria mano sulla sua e sorridendo all'amico. - Mi dispiace. È tutta colpa mia se sei finito...

Michael non le permise nemmeno di finire la frase. L'attirò a sé, premendo una mano sulla sua nuca e stringendola alla spalla. - Non dirlo nemmeno per scherzo! - esclamò. Lauren strinse la sua maglia tra le dita, inspirando profondamente il suo odore di acqua di colonia mista a menta.

- Io non ti lascio qui con quello - mormorò Michael. Le sue dita stavano lentamente incidendo segni rossastri sul fianco dell'amica, ma Lauren non ci fece caso.

Passò distrattamente le dita lungo la clavicola dell'amico, seguendone il profilo. Michael rabbrividì. Il suo respiro si appesantì, mentre quello caldo di Lauren soffiava sulla sua pelle.

- Lauren... - sussurrò.

- Sì? - chiese lei, la testa appoggiata alla sua spalla, guardandolo di sottecchi.

Vorrei baciarti. Ora. Per ore e ore.

- Credo di avere fame.

Lauren ridacchiò e si scostò dall'amico, camminando velocemente verso il frigorifero bianco. Michael si incantò a osservare la sua schiena, studiando come le pieghe di stoffa si incurvassero e si stringessero attorno al suo corpo. Senza nemmeno farlo apposta, il suo sguardo scivolò più in basso...

Michael distolse lo sguardo e sospirò pesantemente, sfregandosi la fronte. Si leccò le labbra, respirando lentamente.

Cazzo, datti una calmata. Non è una puttanella da scopare in discoteca.

Subito si pentì di quel pensiero. Anche le ragazze facili avevano un minimo di dignità. O no?

- Ti va la pasta? - Michael alzò di scatto la testa. Cioè, lui pensava a... e lei...

- Cucino io! - almeno si sarebbe distratto. - Spaghetti! - annunciò. Lauren ridacchiò felice e batté le mani saltellando. - Mi mancavano un sacco! - esclamò.

Dopo un'ardua battaglia in cui si erano tinti a vivenda la faccia di strisce di pomodoro e imboccati di pezzi di pane lanciati al volo, finalmente si sedettero sul piccolo balcone a mangiare. La via, ombreggiata dalle alte sagome di alberi e piante fiorite e colorate disseminate fra i giardinetti e sul marciapiede, era vuota tranne che per un paio di macchine parcheggiate e qualche persona che portava a spasso il cane.

- Allora - mugugnò Michael, guardandola con gli occhi verdi accesi da una scintilla furba. - Che facciamo oggi?

Lauren dondolò il piede sotto al tavolino minuscolo, laccato in vetro dai colori brillanti, e urtò la caviglia dell'amico. Arrossì e Michael le sorrise, afferrando una forchettata di spaghetti e sollevandola verso di lei. Lauren aprì la bocca sorridendo e lui la imboccò ridacchiando. Per dispetto fece apposta a sporcarle la guancia di una strisciolina rossa.

- Ancora? - si lamentò lei, sfregandosi la pelle col tovagliolo. - Abbiamo appena finito!

Michael rise e tornò a mangiare.

- Pensavo... - mormorò lei piano. Abbassò lo sguardo e deglutì. Lo sguardo di Michael era preoccupato, fisso su di lei come quello di un gatto. Mollò la forchetta, che cadde tintinnando contro il bordo del piatto, e le prese la mano.

Heartbreak Girl || Michael Clifford||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora