Salvami

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Non appena uscii dalla stanza di Jason, Arya e Michael scattarono in piedi. Gli occhi verdi di Michael erano scuri, colmi di ansia. Arya sembrava sull'orlo delle lacrime, ma le ricacciò coraggiosamente via.

- Sta bene, è sveglio. Vuole vederti... - mormorai guardandola con un sorriso tirato. Lei annuì e si voltò verso Michael, cercando le parole per chiedere, ma lui le fece cenno di andare.

- Lo vedrò domani... cioè, dopo.

Arya annuì e corse verso la porta blu dietro di me. Mi passai una mano tra i capelli e Michael si avvicinò. Solo quando passò il pollice sulla mia guancia mi accorsi di star piangendo. - Vieni qui.

Tuffai il volto nel suo petto mentre mi avvolgeva con le braccia. - Torniano a casa? - mormorai esausta, sentendomi estremamente in colpa. Michael era probabilmente anche più stanco di me, aveva ancora la maglia macchiata di sangue e si era rifiutato di vedere Jason per far sì che lo vedessimo io e Arya.

Ma lui mi afferrò per i fianchi e mi baciò dolcemente la fronte. Chiusi gli occhi, mentre il mio cuore accelerava. All'improvviso avvertii quanto ogni mia cellula lo amasse, e fosse attratta da lui. Sentii una vampata di calore diffondersi in tutto il mio corpo, e posai esitante le mani sul suo petto. Accarezzai la stoffa scura, evitando di guardare la macchia scura all'altezza del suo stomaco. Mi ritornarono in mente tutte le parole che aveva detto a Jason a casa sua, mentre premeva la sciarpa o quel che era sulle sue ferite e gli impediva di dissanguarsi. Era un momento terribile e il più inadatto in cui potessi rendermi conto di quanto follemente lo amassi. Eppure lo capii in quell'istante. - Ness, stai piangendo? - la sua voce tremava ed era un po' più roca del solito.

Sì, stavo piangendo.

Feci un passo indietro e mi voltai, cominciando a camminare per il corridoio a testa bassa.

- Andiamo.

Non disse nulla. Però qualche seondo dopo sentii la sua mano intrecciarsi alla mia. Serrai la presa sulle sue dita e insieme camminammo fuori da quell'inferno.

- Prendiamo le scale - disse Mikey. Annuii. Aveva espresso esattamente il mio pensiero. Alla sola idea di trovarmi in ascensore in quel momento mi veniva l'ansia.

Solo che, non appena uscimmo dall'ospedale, successe una cosa a cui entrambi non avevamo pensato.

Non appena Michael mi trascinò fuori, le urla delle fan mi trapassarono le orecchie e i flash dei fotografi mi accecarono. Venni bruscamente urtata e barcollai finché la mia schiena sbatté contro il muro bianco sporco dell'ospedale. I flash mi ferivano gli occhi, ma non ero sicura che le lacrime fossero per quelli. La sensazione delle dita di Michael che si staccavano forzate dalle mie, per colpa della folla, mi aveva trafitto il cuore. Mi resi conto di essermi accasciata solo quando notai confusamente che tutti erano molto più alti di me. Le loro voci si confondevano in un urlo assordante che mi opprimeva e mi angosciava ancora più di un incubo. Perché loro mi stavano separando da Michael.

E Michael era l'ultima certezza che mi era rimasta.

Sentii a malapena la sua voce rabbiosa che urlava di lasciarlo passare. La sua voce mi fece venire la pelle d'oca, tanto era piena di rabbia e angoscia.

E poi lo vidi emergere all'improvciso davanti a me. Cadde in ginocchio e mi afferrò il viso tra le mani, guardandomi con i suoi scuri occhi verdi in panico.

- Sono qua. Sono qua, amore mio. Non mi porteranno via da te.

Solo dopo mi resi conto che continuavo a dirlo, come sotto shock. Me lo porterete via.

Michael, senza più alcun indugio, mi afferrò per le gambe e passò un braccio sulla mia schiena fino ad afferrarmi il fianco. La sua mano scivolò fino all'incavo del ginocchio in un modo così dolce che mi venne la pelle d'oca.

Heartbreak Girl || Michael Clifford||Where stories live. Discover now