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Atterro in piedi, stranamente.
Quasi come se avessi saltato un metro scarso.

Alzo lo sguardo e noto che, in effetti, è proprio così.

Yoongi mi stava per fregare: avrei potuto andare in giro a dire che era morto, o comunque gravemente ferito, mentre lui se la sarebbe svignata tranquillo.

In ogni caso, non ho idea di dove io mi trovi, visto che non sono mai venuto in questa parte della città.

Accendo la piccola torcia, che tengo sempre in tasca, e passo il suo fascio di luce attorno a me.

È...una stradina di campagna?
Pensavo che fosse un po' più lontana in realtà, ma immagino che, vivendo nei bassifondi, l'azzurro abbia avuto modo di conoscere ogni meandro della nostra città.

Guardo il terreno di fronte a me, notando subito delle orme recenti.
Le seguo immediatamente, facendo attenzione a non essere troppo rumoroso.

Avanzo sempre di più sul piccolo sentiero, quasi correndo, finché non sento qualche fruscio poco lontano da me.

Spengo la torcia, abbassando la testa e la schiena, proprio come un predatore.

La sua figura è poco visibile al chiaro di luna, ma riesco a capire che sta provando a riprendere fiato, piegato in due, con le mani sulle ginocchia.

È il mio momento.

Esco allo scoperto, bloccandolo con le mie braccia e facendolo annaspare, quasi alla ricerca di ossigeno dopo lo spavento che gli ho fatto prendere.

-Shhh, tranquillo, sono io, Hoseok.- provo a calmarlo, ma sbuffa sonoramente, per poi mordermi il polso.

Lo ritraggo di scatto, dolorante.
-Ma che cazzo, Yoongi?!-

-Stronzo, se pensi di tranquillizzarmi dicendo "Sono Hoseok", non mi tranquillizzi un cazzo, coglione!- sbraita, tirandomi uno schiaffo al petto.

"Che carino questo micio arrabbiato" penso, involontariamente.

-Ma perché? Sono una persona affidabile.- replico, sperando di distrarlo dalle manette che sto piano piano tirando fuori.

-Ma come perché?! Ma ci sei o ci fai? Cioè, sei un poliziotto e io un ladro, perché cazzo dovrei fidarmi di te, Hoseok? O dovrei dire Hojong?- incastra lo sguardo con il mio, sembrandomi quasi ferito.

-Ah, si, Minjun? Pure tu mi hai mentito, eh!- provo a farlo urlare, per coprire il rumore che sto facendo.

-Certo che sei proprio stupido.- sbuffa, spazientito -Ovvio che non vado a raccontare della mia vita al primo che passa! Sai benissimo che non posso permettermelo. Pensavi davvero che io avessi una ragazza, abitassi in quel palazzo o mi chiamassi Minjun? Se è così, non sei un grande poliziotto, fattelo dire.-

In uno scatto, catturo i suoi polsi, cogliendolo di sorpresa.

-Dillo alle manette che non sono bravo nel mio lavoro.- lo sfido, con un sorriso divertito.

Rotea gli occhi all'indietro, alzando i medi in un muto insulto.

-Ah, no no, tesoro mio, non sei nelle condizioni di fare il bambino cattivo.- lo riprendo, scuotendo l'indice con disapprovazione.

-Lasciami in pace, Cristo.- borbotta, volgendo la testa di lato.

Lo avvicino a me con uno strattone, tenendolo dai gomiti.
-Non fino a quando non starai dietro le sbarre.-

-Pensavo di piacerti...- sussurra, guardandosi le scarpe.

Ma che cazzo?
Nello shock, non mi rendo conto di come Yoongi sia riuscito a liberarsi dalla mia presa, per poi scappare.

-AH NO PICCOLO STRONZO, NON MI SFUGGI DI NUOVO.- gli urlo dietro, partendo all'inseguimento.

*:・゚

È da un po' che non sento più niente alle mie spalle: forse Hoseok si è finalmente fermato.

Corro ancora per qualche metro, prima di decidermi a prendere una pausa.

I miei polmoni sono devastati, questa notte sta richiedendo tutto lo sforzo possibile e anche di più, porca troia.

Ammetto che non avevo preparato una vera e propria soluzione nel caso sarebbe comparsa la polizia, ma l'esperienza diceva che avrebbero seguito il bottino, di norma, motivo per cui l'ho lasciato nelle mani di Jaebum.

Eppure, quello stronzo mi è stato alle calcagna fino all'ultimo, saltando persino dopo di me.
Un pazzo, senza ombra di dubbio.

-Chissà se lo pagano più degli altri, magari è per questo che ancora non mi ha lasciato perdere.- mormoro tra me e me.

-Seh, mi piacerebbe.- risponde la sua voce.

Neanche il tempo di girarmi ad affrontarlo che mi ammanetta di nuovo, aggiungendoci anche una corda, come se avessi un guinzaglio.

-Stavolta, non mi scappi.- sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio, facendomi venire i brividi a causa di quel tono basso.

Annuisco, impaurito dall'improvviso cambio del suo sguardo: potrei dire che le sue iridi fiammeggiano dall'ira, ma non renderei ancora l'idea.
Mi sa che ne ha avuto abbastanza, per cui voglio evitare di farlo arrabbiare maggiormente.
Meglio in galera che morto.

-Bene, vedo che ci capiamo, finalmente.- afferma soddisfatto, ottenendo un altro cenno di consenso da parte mia.

-Adesso andiamo, devo portarti in centrale.-

-Hoseok, aspetta.- bisbiglio, timoroso della sua reazione.

-No, andiamo.- ripete, strattonandomi con più forza.

-Aspetta, ti prego.-

Sospira, prima di alzare un sopracciglio, dandomi il via libera a continuare.

-Ecco, ehm, io non ho dormito negli ultimi tre giorni, e non penso di riuscire a rilassarmi in prigione, quindi, ecco, potrei... potrei dormire un pochino, prima di andare?- giocherello con le dita, in ansia.

Si avvicina a me, prendendomi il mento tra le dita e alzandomi il viso, per poi passare lo sguardo sulle mie occhiaie.

Il suo tocco mi mette a disagio, perciò cerco di guardare ovunque tranne che lui, sperando che non faccia caso alle mie guance in fiamme.

-Sí, ti servirebbe una sana dormita, in effetti.- annuncia, con un velo di compassione nella voce.

I miei nervi tesi si lasciano andare, dopo le sue parole, ma prima che io possa mormorare un "grazie", aggiunge:

-Usciamo da questo groviglio di rami e andiamo a casa mia, così ti coccolo per bene, okay piccolo?-

È ovvio che usi i nomignoli per prendermi in giro, ma non posso fare a meno di sentirmi di nuovo in imbarazzo e di abbassare gli occhi, con il cuore in affanno.

Mi prende per mano, intrecciando le nostre dita, facendomi da guida, con la luce della torcia ad illuminare la strada.

Si diverte un mondo a farmi arrossire, ne sono certo.


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