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Hoseok ha provato a parlarmi e toccarmi più volte, ma sono riuscito ad evitarlo per tutto il tragitto.

Mi ha rimesso le manette e il metallo freddo contro la mia pelle mi ha aiutato a tenere la mente libera.

Non voglio più cadere alle sue tentazioni: appena riuscirò a scappare dalle grinfie della polizia, mi sposterò, in modo che io non lo possa più vedere.

Ho paura che mi piaccia e non voglio che le cose vadano oltre.
Finché posso, cerco di dimenticarlo, insieme al suo sorriso a cuore, ai suoi modi di fare gentili, all'abbraccio di stamattina.

Il poliziotto mi richiama, facendomi strada nella centrale, fino ad una cella.

-Hyung! Sei tornato!-
-Pensavamo che ci avresti abbandonati qui.-
-Con il quadro potevi farti un sacco di soldi, non ci aspettavamo che tornassi per noi.-

Cazzo, mi ero quasi dimenticato di quei tre.

Li saluto con un cenno della testa e, dopo che Hoseok mi ha liberato i polsi, entro a far loro compagnia.

-Oggi rimarrete qui, vi porteranno tutti i pasti e dormirete sulle brande dietro di voi. Domani affronterete gli interrogatori e firmerete tutti i documenti.- ci informa il rosso, lanciandomi uno sguardo.

Approfitto dell'attenzione che mi rivolge per far sí che accontenti una mia richiesta.
-Mi potresti portare una matita e dei fogli? Mi piace disegnare quando mi annoio.-

Anche se confuso, annuisce, proprio come speravo, e si allontana.

-Hyung, a cosa ti servono?- mi chiede perplesso Ten.
-Per spiegarvi il piano, coglione.-

[...]

Il sole è tramontato da un po' e ci hanno già portato cena.
Penso che Hoseok se ne sia andato ormai, visto che non ho più sentito la sua voce.

Un ragazzo dalle spalle larghe ci sta facendo da guardia, ma più osservo il suo viso e più mi sembra familiare.
La sua figura mi ricorda Seokjin, il capo di Tae, ma c'è qualcosa che stona.
Forse l'uniforme? I capelli a coprirgli la fronte?

-Mi scusi!-
Ignora completamente la mia voce.

-Ehilá!-
Niente, guarda da tutt'altra parte.

A questo punto, decido di usare il nome del locale, per vedere se smuove qualcosa in lui.

-Lost!-
Scatta subito verso di me, rivolgendomi uno sguardo di fuoco.

-La smetti di parlare o devo ficcarti un uovo in gola?-

Sí, è proprio lui, il grande Kim Seokjin.

-Non ti ricordi di me, Jinnie?- lo prendo in giro, con un sorrisetto furbo.

Si avvicina ancora di più alle sbarre, puntandomi un dito contro.
-Uno, chi cazzo ti credi di essere per chiamarmi in quel modo? Due, come mi conosci?- sibila, a pochi centimetri dal mio volto.

-Daje, sono l'amico di Taetae, avevo i capelli color menta, ricordi? Mi sono pure portato dietro un po' di roba, sai no...- continuo, ammiccando.

Sembra pensarci su, poi, però, sbatte le mani contro le sbarre e mi serve tutta la mia forza di volontà per non arretrare.

-Non so di cosa tu stia parlando, perciò non cercare di abbindolarmi, delinquente.- mi riprende.

I tre ladri al mio fianco provano a tirarmi indietro, sperando che io smetta, ma noto un occhiolino da parte del poliziotto.

Mi ha riconosciuto, finalmente.

Metto una mano nella tasca e tiro fuori il foglio con il piano, accartonciandolo il più possibile e nascondendolo nel palmo della mano.

-Beh, amico, è stato comunque un piacere rivederti.- gli stringo la mano attraverso le sbarre, passandogli il pezzo di carta.

Si allontana senza aggiungere altro e, come se nulla fosse successo, apre un giornale.

È proprio bravo a fingere, porca troia.

*:・゚

Lascio il mio ultimo cliente e mi dirigo verso la centrale di polizia.

Sono già le due di notte passate, ma scommetto che Yoongi è ancora sveglio ad aspettarmi.

Affretto il passo, vedendo in lontananza l'edificio e in poco tempo lo raggiungo.

Entro con nonchalance, trovando il luogo fortunatamente vuoto, e mi avvicino al ragazzo dietro quella che dovrebbe essere una specie di reception.

-Salve, ha bisogno di qualcosa?- mi chiede gentilmente, con una voce d'angelo.

-Ehm, la mia richiesta è un po' strana, mio caro...- aguzzo lo sguardo per leggere il suo nome - Park Jimin.-
Sorrido, appoggiando un gomito sulla superficie liscia del banco e frugando nella tasca con l'altra mano.

-Ossia?-
-Mi serve la tua uniforme un attimo.-
E prima che possa rispondere, gli tappo la bocca con un panno intriso di soporifero.

Cade tra le mie braccia, completamente andato.

Lo tiro su a fatica, ma riesco a portarlo fuori, dove mi cambio con i suoi abiti, una volta controllato che nessuno stia guardando.
Gli faccio indossare i miei vestiti e lo prendo di nuovo in braccio, attraversando ancora una volta l'ingresso.

I pochi poliziotti presenti sono così indaffarati da non rendersi conto né di me né del loro collega, perciò, arrivare alla cella è una passeggiata.

-Hey, tu! Cosa credi di fare con Jimin tra le braccia, eh??-

Come non detto.

-Jimin è tornato a casa da poco, questo è un ladruncolo che ho preso adesso.- replico, con tono stizzito.

-Coglioni, non cominciate a fare un battibecco, non abbiamo tempo.- la voce di Yoongi risuona in tutto il corridoio, facendomi venire i brividi tanto è seria.

Abbandono il (bel) corpo del mio "ostaggio" a terra, appoggiandolo al muro, e avanzo, notando l'altro poliziotto poco più in là.

Non posso fare a meno di essere colpito dalla sua bellezza, ma non posso stare tutta la notte ad ammirare le sue labbra piene.

-Seokjin, questo è RM; RM, questo è Seokjin.- ci presenta velocemente l'azzurro, con un gesto della mano.

Ci scambiamo uno sguardo e quasi posso sentire una scossa passare tra di noi.
Che sta succedendo, aiuto.

-Dai, Jin, apri sta cazzo di porta, intanto RM, sai cosa devi fare.- ci richiama Yoongi, infastidito.

Annuisco subito e corro verso un ripostiglio lí accanto: secondo le fonti del mio amico, è lì che vengono riposti gli oggetti rubati, prima di essere restituiti al giusto proprietario.
Il quadro è di fronte a me, quindi non perdo tempo e lo sollevo, cercando di non rovinarlo.

I ladri sono già fuori dalla cella e il loro leader non esita a prendere il dipinto dalle mie mani, ordinandomi di tirare qualche pugno a Seokjin, in modo da consentirgli una scusa, mentre loro si allontanano.

-RM, fai veloce, tra tipo dieci minuti tornerà Jungkook e lui non è così facile da aggirare.-

Mi giro verso di lui, annuendo.
Colpire un viso così bello è il peccato più atroce che io possa compiere e mi servirebbero anni per prepararmi, ma ora come ora ho solo due minuti.

Scrollo le spalle, agitando le dita in aria e facendolo sbuffare.

-Quanto ci vuole a tirare un pugno? Me lo tiro da solo se continui così.-

Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo.
Poi, le mie nocche toccano la sua pelle, deturpandola.

Corro via immediatamente, senza guardarmi indietro.

Mi sento in colpa, cazzo.
Yoongi ma che mi fai fare?

nota autrice:
scusate se la seconda parte non si capisce molto, lol vvb

RUN┃yoonseokTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang