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Jimin mi ha rotto per tre giorni lamentandosi del mio umore grigio e proponendo una sana uscita per "riavere l'Hoseok di prima".
Ha insistito così tanto che non ho potuto dirgli di no.

Perciò, ora stiamo passeggiando per il centro, dopo aver passato un'intera mattinata a girare per negozi.
Il biondo è su di giri: non fa altro che saltellare e agitarsi, quasi sperasse di attivare la mia parte gioiosa.

Purtroppo per lui, non ho proprio voglia di ridere.
Non riesco nemmeno a dire qualcosa in realtà; annuisco a caso mentre Jimin parla a vanvera.

-Hoseok.- mi richiama d'un tratto, smettendo di sclerare sul nuovo album dei suoi cantanti preferiti.

-Mh?-

-Andiamo a sederci su quella panchina, dai.-

Senza neanche aspettare una mia risposta, mi prende per il gomito, guidandomi.
Una volta seduti, Jimin mi guarda dritto negli occhi, mettendomi giusto un po' a disagio.

-Hoseok, si può sapere che ti succede? È da troppo che non urli più "buongiorno", non fai più casino come prima e quando sorridi, lo fai forzatamente. Dove cazzo è finito Jung Hoseok? Sei veramente tu?-

Sospiro, voltando lo sguardo altrove e non dico niente per qualche secondo, alla ricerca di un argomento decente per sviare la conversazione.

-Sai, ora che ci penso, avrei dovuto comprare quelle scarpe colorate. Torniamo indietro un attimo?- gli chiedo, alzandomi e sorridendo leggermente.

-No, bello. Ora ti siedi e mi dici cos'hai. Poi, magari andiamo a prenderti quelle scarpe, anche se penso che tu non le voglia veramente.- mi tira di nuovo giù, facendomi sbattere il sedere contro il legno.

-Ahi!-
I suoi occhi mi rimproverano in silenzio e sospiro un'altra volta.

-Non ho proprio via di scampo, eh?-
Annuisce, aspettando con pazienza la mia spigazione.

-Non ho niente di che, Chim. Sono solo deluso da me stesso per aver fallito nel mio compito. Non sono riuscito nemmeno a mandare Yoongi in galera, dove voglio andare? Dovrei dare le dimissioni, altroché. Cazzo, non mi è mai capitato, ma ad un fallimento ne seguirà un altro e così via, finché Jung Hoseok non diventerà lo zimbello di tutta la polizia.- mi lascio andare sulla panchina, stravaccandomi e allargando le gambe, mentre fisso il mio sguardo sulle nuvole sopra di noi.

-Ma è successo un mese fa ormai! Ancora ci pensi?!- mi domanda, incredulo.

-Vedi? È una cazzata, niente di importante.-

-No, scemo. Se ci stai male c'è qualcos'altro sotto, ti conosco. Tralasciamo il fatto che tu non abbia fallito, visto che il tuo compito era solo quello di trovare Min, e passiamo subito al sodo, amico.- mi incita ancora.

-Sei proprio un osso duro, uffa. Vabbè, se proprio vuoi saperlo, non riesco a smettere di pensare a Yoongi. Cioè, mh, anche se provo a tenermi occupato tutto il tempo, appena sono libero la mia mente mi stampa una sua immagine sugli occhi. Penso che...mi manchi? Non lo so, è tutto così strano, cioè. Non ci conosciamo, eppure, ogni volta che lo vedevo sentivo una scarica di brividi percorrermi la schiena. È quasi come se fossimo collegati e non averlo più qui mi fa stare male in qualche modo. Sono un coglione.-

Jimin allarga le braccia e subito mi ci fiondo, aggrappandomi al suo petto e cercando di calmare il mio cuore impazzito.

-Hobi, credi all'amore a prima vista?- sussurra, mentre mi carezza la schiena.

-Non...non lo so, Chim.- mormoro, quasi sul punto di scoppiare a piangere.

-Beh, hyung, penso dovresti iniziare a crederci, perché forse è proprio quel fulmine ad averti colpito.-

Non riesco più a trattenermi e scoppio in un pianto disperato.

Perché tra tutte le persone del mondo, proprio Yoongi?
Perché un ladro?
Caro destino, sono forse uno scherzo per te?

*:・゚

Controllo l'ora sul telefono per l'ennesima volta.
5.37 am

Qualche settimana fa io e Taehyung ci siamo ufficialmente messi insieme e, visto che non ha una fissa dimora, ho deciso di ospitarlo a casa mia permanentemente.
Peccato che Tae torni quasi sempre verso l'alba, lasciandomi da solo per tutta la notte.

All'inizio ho provato ad essere comprensivo, ma più giorni passano e più ne soffro.
Mi manca terribilmente e sapere che si sta spogliando davanti ad altri uomini non aiuta.

Sono stufo di questa situazione, ormai.

Proprio quando sto per accendere nuovamente il cellulare, sento la porta d'ingresso aprirsi.

Mi copro subito con la coperta, chiudendo gli occhi e facendo finta di dormire, mentre lui si avvicina e mi lascia un bacio in fronte.

Poi, i suoi passi si allontanano, fino al bagno, di cui sento scattare la serratura.

Mi massaggio le tempie, cercando di formulare un discorso sensato nella mia testa, in modo da poter discutere subito della situazione con il mio ragazzo.

In poco tempo, Tae mi raggiunge nel letto, infilandosi lentamente e accocolandosi su di me.

-Mi sei mancato così tanto, Kook.- sussurra, accarezzandomi il viso.

Decido di non aprire ancora gli occhi, per sentire ciò che ha da dire.

-Oggi è stato più brutto del solito, sai? Un gruppo di pervertiti è quasi riuscito a buttarmi giù dal palco. Mi hanno fatto così paura, Jungkook...pensavo solo a te, volevo solo te, ma ovviamente non c'eri.- accenna una risatina amara, prima di riprendere -Odio il mio lavoro, farei qualsiasi altra cosa, ma so a malapena leggere e scrivere, ho smesso di andare a scuola in seconda media e non ho talenti particolari. Non mi assumerebbero da nessuna altra parte e senza un lavoro ben retribuito sarei morto. Dovrei proprio ringraziare quello stronzo di mio padre.-

Sospira, quasi come se si stesse preparando a togliere un enorme peso dalle spalle.

-Sai, mio padre giocava d'azzardo, perdendo praticamente tutto e addebitandosi con un mucchio di malviventi. Se n'è lavato le mani scappando in un altro paese e, in questo modo, tutti i suoi debiti sono passati a me, l'unico figlio sfigato che si trovava ancora in Corea ai tempi. Ho provato anch'io a scappare, ma è stato inutile, anzi, mi hanno quasi ucciso.- ride di nuovo, in una maniera che mi rattrista ancora di più delle sue parole.

-So che dovrei smettere di parlarti mentre dormi, ma solo in questi momenti mi viene spontaneo raccontarti le cose brutte della mia vita. Non riesco a lamentarmene quando sei sveglio, perché ho paura che ti dia fastidio o che io rovini l'atmosfera, non so. Fatto sta, Kook, che ti amo più di ogni altra cosa e che se non ti avessi incontrato, l'avrei fatta finita già da un po'.-

-Senza di te, Jungkook, sono perso.- bisbiglia infine, prima di appoggiare la guancia al mio petto e rallentare il respiro.

Quando si risveglierà, dovremo affrontare una lunga chiacchierata.

RUN┃yoonseokWhere stories live. Discover now