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35 anni dopo...

Elena
Guardo fuori dal treno in corsa e provo un odio profondo verso quei sedili di pelle sudici e usurati, che puzzano di vecchio, ma non è quel profumo che riporta alla memoria la casa dei nonni, no è quella puzza di vecchio che trovi nei negozi di usato di periferia.
Per fortuna, nonostante i treni nel nord Dakota siano molto vecchi, i finestrini si possono aprire e l'aria che ne entra è fredda e mi ricorda quella di casa. Ho la schiena inclinata in avanti per non poggiare la testa al sudicio poggiatesta e i miei lunghi capelli castani quasi mi ballano dietro le spalle.
Per fortuna, o sfortuna, io e mio padre abbiamo preso tutto dalla nonna, con i suoi tratti mediterranei italiani. A vedermi sembrerei una classica lupacchiotta meridionale, con dei grandi occhi castani, le sopracciglia folte e le carnose labbra rosacee. Ma i tratti del viso li avevo presi tutti da mia madre, una lupa del Nord America (agli estremi del Canada, per intenderci) dal viso dolce e i capelli chiari.
E come tutte le lupe, sono alta più del metro e sessantacinque, destinato a diventare quasi un metro e ottanta per il mio sangue Alpha (sono ancora nel pieno della crescita).

Il treno si ferma e scendo alla stazione di Bismak. È un ex-villaggio di un clan estinto, ma so che molti lupi ci vivono ancora, perfettamente ambientati tra gli umani. La stazione è enorme, almeno quindici diverse rotaie si allungano d'avanti ad un infinito muro pieno di negozi. Mentre cerco il modo più semplice per uscire, mi viene in mente che tutti i luoghi che creano gli umani si assomigliano terribilmente. Sono sicura che anche i negozi siano gli stessi. I nostri villaggi, al contrario, sono tutti diversi, ogni clan ha le sue tradizioni e le sue origini.
Negli ultimi trentacinque anni sono stata in tutti i continenti, ne ho visti solo una minima parte, ovvio, ma posso già dire che le grandi città sono tutte identiche, quasi come se uno stampino enorme le plagiasse. Sono i paesi più piccoli, quelli di periferia, ad essere il vero specchio culturale dei vari stati del mondo.

Appena esco dalla stazione, la prima cosa che mi colpisce è il fortissimo odore di lupo. Mi stringo nella felpa grigia, mi aggiusto lo zaino in spalla e abbasso il cappello di lana. Non per reale freddo, ho una temperatura corporea media di 45 gradi, ma perché i gesti meccanici mi aiutano a concentrarmi e subito individuo il lupo tra il mare di gente. È alto, capelli bianchi e pelle chiara, ha una felpa azzurra e dei jeans consumati e con le scarpe fa leva su una tavola di legno con le ruote, che ho scoperto essere un mezzo di trasporto molto apprezzato dagli umani e viene in direzione della stazione, giusto in tempo. Veloce gli sono accanto, lui frena di colpo e scende, avendo sentito il mio odore.

Siamo appena fuori dalla stazione, la temperatura è abbastanza fredda, siamo in pieno inverno e sta sicuramente per piovere, tutto intorno a noi un mare di gente scalpita per arrivare al più presto possibile alla propria destinazione per evitare di prendere la pioggia.

Il ragazzo, dagli occhi chiarissimi e il naso all'insù, mi guarda, dopo di che fa un leggero inchino. Io annuisco facendogli segno di alzarsi e senza dire nulla prende in mano la sua tavola di legno e mi guida nel fiume di persone che ci scorre accanto.
Il cucciolo mi porta ad una casa non molto lontana dalla stazione, ma diversa dalle altre lí intorno, è evidente che sia più vecchia, le pareti sono di un azzurro sbiadito, alcuni punti neri per la muffa, le finestre non hanno balcone, sono piccole e larghe, mentre la porta principale è sopraelevata rispetto alla strada, dello stesso colore del tetto spiovente grigio. Lui con un mazzo di chiavi apre facendomi poi accomodare. Lo stile all'interno è anni cinquanta, colori accesi e fastidiosi per gli occhi un po' ovunque, per questo decido di non concentrarmi troppo sull'arredamento.

Il lupetto mi fa sedere su una poltrona e mi guarda negli occhi, chiedendomi il permesso di parlare.

-Mi chiamo Eliak, lupo nordico di città, ho 334 anni e non comincerò il mio viaggio prima di un altro secolo- mi dice con la schiena dritta, guardando davanti a se.

Nexus, il legame del lupoWhere stories live. Discover now