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Elena
Rimango stesa a terra incapace di reagire mentre la guerra si consuma intorno a me. Mio padre vedendomi sotto le grinfie dell'Alpha dei Rock si è precipitato nella mia direzione e lo ha aggredito mentre era ancora steso a terra. Con le poche forze che mi rimangono mi costringo ad alzarmi, nonostante la forte botta che ho preso dopo quella specie di nebbia elettrica, per andare da Macgiun. Subito mi precipito da lei piegandomi sulle ginocchia al suo fianco, non è ridotta bene, ma se la caverà, ha il respiro lento ma costante, battito forte e regolare.

Mi costringo a ritrasformarmi in lupo e mi giro per tornare allo scontro, quando un enorme lupo nero mi si para davanti ringhiandomi e non ho bisogno di sentire le sue parole per capire che Alex mi stia ordinando di stare ferma. Lo guardo meglio e noto due ciocche di pelo argentee, una tra le orecchie e una sul collo, come quelle che aveva tra i capelli poco fa.

Dopo qualche secondo indietreggia e corre via per tornare a lottare e a malincuore, un po' perché abbandono la mia amica ferita un po' perché sto per fare quello che Alex mi ha espressamente chiesto di non fare, torno anche io "all'attacco", scontrandomi subito con un Rock ridotto poco meglio di me, ma abbastanza in forze da darmi un colpo alla testa abbastanza forte da farmi perdere di nuovo i sensi.

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Ho gli occhi chiusi ma sento una forte luce premermi sugli occhi tanto da costringermi ad aprirli per capire da dove essa provenga. Con uno sforzo immane, apro, immaginando di sollevare con una corda le palpebre, prima un occhio e poi l'altro, rimanendo stupida dal costatare che mi trovo nella mia stanza, sul mio letto e che quello che mi infastidiva era un raggio di sole entrato indisturbato dalla finestra. Provo ad alzarmi ma una fitta fortissima alla testa mi costringe a tornare stesa.

-Mamma, è sveglia!- sento gridare da una voce che riconosco essere quella di mio fratello e girandomi di poco alla mia sinistra lo vedo seduto su una sedia mentre mi stringe una mano. Possibile che solo ora io mi sia accorta della sua presenza?

Mia madre arriva correndo e urla appena entra in stanza, vedendomi sveglia.
-Miriam, tesoro, vai ad avvisare mio marito, nostra figlia si è svegliata- la sento urlare alla compagna di mio fratello e poi si precipita sul mio letto, prendendo delicatamente il mio viso tra le mani per stamparmi un bacio caldo e umidiccio sulla fronte.

-Cosa è successo?- le chiedo lasciandomi cullare dalla sua mano.
-Hai preso molte botte alla testa- dice ridendo mio fratello e mia madre lo guarda male.
-Elena- mi sento chiamare da mio padre e alzando lo sguardo lo vedo accanto alla porta, la faccia preoccupata, ma appena poggia lo sguardo su di me e i nostri sguardi si incatenano cambia espressione, diventando irrazionalmente freddo. Solo in questo momento mi rendo conto della presenza alle sue spalle che riconosco essere il Vecchio, il quale notando che mio padre quasi non da segni di vita, lo supera e viene nella mia direzione con un sorriso dolce stampato sul viso.

-Ciao, Elena- dice sedendosi sul bordo del mio letto e mia madre si sposta per dargli spazio. Io gli sorrido ricambiando il saluto e lui porta una mano sotto il mio mento per poi sollevarmi il viso.
-Fammi vedere un po' questo occhio- mi dice avvicinandosi al mio occhio sinistro.
-Perché cosa ha il mio occhio?- chiedo e come se qualcuno avesse appena schiacciato un interruttore mi tornano in mente tutti i ricordi, la battaglia, lo scontro con Marduk, lui che mi ferisce, il tempo che si cristallizza, il bambino, i capelli di Alex.

Rimaniamo tutti in silenzio mentre il Vecchio studia il mio occhio, prima chiedendomi di sbattere le palpebre poi tenendolo aperto lui stesso. Il cuore mi batte a mille nelle orecchie, ho pensato centinaia di volte se chiedere aiuto o meno al Vecchio fosse la cosa migliore, ma ora mentre mi studia il viso ho paura, paura che possa scoprire qualcosa che ancora nemmeno io so.
Poi improvvisamente mi sorride e mi fa un impercettibile occhiolino.
-Non è nulla, tranquilli- dice girandosi verso mio padre e lo vedo ricominciare a respirare, con un'espressione finalmente rilassata.
-È stato il forte colpo alla testa, le ha fatto perdere un po' di melanina nell'occhio sinistro, ma nulla che non si mantenga nel semplice avere una piccola differenza di colore- dice accarezzandomi la testa e io gli sorrido.
-Ma ora lasciamola riposare- dice alzandosi e costringendo gli altri a fare lo stesso e in pochi minuti, dopo aver ricevuto un bacio sulla fronte da tutti i presenti, sono finalmente sola, nella mia stanza, con i miei pensieri, tutti rivolti verso un unico lupo che da tempo ormai riempie ogni mio singolo pensiero.

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-Elena- sento sussurrare da Cak appena apre la porta della loro stanza nella casa branco e appena lo vedo mi fiondo tra le sue braccia, lasciandomi abbracciare e stringere da lui.
Mentre mi stringe a lui, lo sento singhiozzare e cerco di stringerlo ancora di più a me.
-Vieni, ti faccio entrare- dice dopo minuti interminabili staccandosi da me.
-Lei come sta?- gli chiedo sedendomi al lato del letto dove Macgiun è ancora senza sensi. Le accarezzo il viso mentre i suoi occhi sembrano ancora lontani dall'aprirsi.

-Il medico mi ha detto di stare tranquillo, che si sveglierà presto, ma..- comincia a dire e si ferma di colpo, portando le mani sul viso e tirandosi i capelli leggermente all'indietro. Io rimango ferma a guardarlo mentre si lascia cadere anche lui sul letto al fianco della sua compagna e io subito mi sposto al suo fianco poggiandomi a lui.
-Si sveglierà- dico soltanto e lui annuisce poco convinto. Sentiamo bussare e subito mi alzo per aprire, ho sentito il suo odore ancora prima che si avvicinasse alla porta della stanza.

-Come sta?- chiede Mary entrando e subito si ferma vedendo Cak chinato con gli occhi pieni di lacrime.
Le spiego in breve quello che ha detto anche a me il dottore e lei si limita ad annuire mentre si avvicina lentamente alla mia Gill, e rimaniamo lì, insieme, cercando di consolare il mio amico, mentre una tristezza infinita si fa spazio dentro di me. Mai mi era mancato così tanto il mio compagno come in questo preciso momento, non riesco davvero a pensare ad altro che non sia lui e quasi scoppio a piangere mentre porto una mano sulla grande garza che ho sul collo macchiata di sangue e un brivido di dolore mi investe portandomi alla mente il ricordo del padre di Alex cercava di uccidermi.

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-Elena, sono felice di trovarti qui- esordisce il vecchio sedendosi sulla sedia accanto alla mia.
Dopo aver lasciato la stanza di Cak ho deciso di venire qui in biblioteca a fare qualche ricerca per provare a distrarmi e non mi sono sorpresa di trovarla completamente vuota. L'intero branco è distrutto, ci sono stati diversi morti e parecchi feriti, l'ultimo posto in cui si sognerebbero di venire è la biblioteca. Lo scontro ha avuto risultato incerto, entrambe le parti ne sono uscite distrutte.

Il Vecchio solleva la copertina del libro che stavo leggendo, "ørtt", ossia "spiriti". È un libro molto vecchio, scritto in urgs ma sono riuscita a trovare qualcosa di utile, lontani riferimenti ad una sorte di minerale perfettamente tondo.
-Non mi sorprende vedere che stai facendo delle ricerche su questo- mi dice lasciando cadere la copertina del libro che lentamente ricade sul grande tavolo di legno.
Io rimango in silenzio aspettando che lui continui.
-Che cosa hai visto durante lo scontro?- mi chiede e io alzo le spalle.

-Elena, non dirò nulla ai tuoi genitori o al branco, ma quello che sta succedendo va oltre quello che dei semplici lupi poco più che cuccioli possano capire- mi dice e io annuisco.
-Hai visto degli spiriti particolari, per questo i tuoi occhi sono di quel colore, perché uno di loro di ha aiutato- mi dice e io continuo a guardarlo ascoltando quello che ha da dirmi.
-Elena, posso chiederti di fare una cosa?- mi chiede ancora e io annuisco.
-Apri la mano e pensa ad Alex- mi dice e sentendo quel nome i miei occhi corrono nei suoi, terrorizzati.
-Come fai a sapere che lui..?- chiedo e lui annuisce.
-Lo so e basta, ora fa quello che ti ho detto- mi dice indicando la mi mano e io la apro e faccio come lui mi ha chiesto. Non è difficile per me, è da quando ho aperto gli occhi che non riesco a fare altro che non sia pensare a lui. Chiudo gli occhi e mi concentro sul suo viso, sulla sua pelle morbidissima e a quel sottile strato di barba che si ostina a non voler tagliare, nonostante mi punga tutte le volte che mi bacia. Mi concentro su di lui, sui suoi baci, sulle sue morbide e calde labbra sul mio collo, poi il mio pensiero va a quei momenti magici passati al lago, prima di salutarci, come lui mi inseguiva e mi sollevava dall'acqua ogni volta che riusciva a prendermi e subito mi abbracciava per evitare che bevessi e subito penso a quella sera in macchina, quando mi aveva messa sulle sue ginocchia e subito mi ero addormentata su di lui, non eravamo insieme da tanto ma già lo amavo.

-Come pensavo- sento dire dal Vecchio e apro anche io gli occhi e rimango terrorizzata da quello che vedo. Dalla mia mano sembrano quasi uscire dei piccoli raggi luminosi. Spaventata subito richiudo la mano e i raggi luminosi spariscono mentre il vecchio continua a sorridermi.

-Cosa è appena successo?- dico balzando in piedi e guardandomi la mano.
-La profezia- dice soltanto il Vecchio.


Spazio Autrice
Ciao lupetti, eccoci con il nuovo capitolo. Settimana prossima ci saranno aggiornamenti che so già che non vi piaceranno! Ciao a tutti,
Baci baci,
La vostra scrittrice.

Nexus, il legame del lupoWhere stories live. Discover now