Tra la paura e l'amore, c'è di mezzo l'orgoglio.🔥

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(È passato un mese da quella sera orribile di metà febbraio, ma per me sembra riavvicinarsi sempre di più ogni giorno che passa. Non vorrei mai riviverla...)

Mi sento corresponsabile di un crimine. Giocare una partita come questa ha il suo lato oscuro. Eppure, da quel che mi sembra di vedere, più di cinquecento persone sono presenti a vedere il match. Circa duecento ubriaconi, a dirla tutta. C'è una puzza di alcol quasi insopportabile.

Ora sono seduta sulla panchina con una giacca a vento grigia, sopra ho una casacca; fa freddissimo. Solo una corsetta potrebbe riscaldarmi, oltre a un caldo abbraccio da parte del comandante...

«Natasha ed Etra stanno in panchina.» la sentenza dell'uomo di Natasha mi fa tornare in me. Fino a pochi secondi fa avevo la testa altrove. «Le voglio calde dal 45º al 90º minuto.» Ray lo sente e fa un ghigno. Indubbiamente, ha colto il doppio senso delle cifre dei minuti, pensandole come potenziali posizioni...

Percival ha pertanto deciso di lasciare in panchina me e Natasha per metà partita; chissà se gioverà alla squadra...
Da quando siamo arrivate qui, io e la russa non ci siamo scambiate mezza parola, oltre a un saluto sputacchiato.

«Non sei l'unico, Percival.» Ray non si risparmia il commento che avevo anticipato; il suo sguardo, accompagnato dal suo solito sorriso sadico, si sposta su di me e ricambio l'occhiata con un lieve assottigliamento degli occhi. Involontariamente, mi copro gli inguini con le braccia, come se servisse a qualcosa, come se potesse davvero proteggermi. Un tremito mi scuote tutta.

«Vinceremo noi: siamo la squadra migliore, allenata da un coach imbattibile!», si gongola Pilar, dandosi arie sventagliandosi con un foglio vicino a un orecchio. Non so come non faccia ad avere freddo con quelle mutande che s'è messa al posto degli shorts! Ray glielo sfila subito, dato il vento e l'astuzia celata di Percival. Sarà un foglio con delle strategie per prenderm in contropiede? O peggio, per controllare Giulio, Paolo, Pilar, Anne e compagnia con il marchingegno che ha architettato Ray?

«Mi vorrai nella Zeus, Percival! Vedrai!», aggiunge Anne, con fare seduttivo. Da quando è interessata a lui? Qui devono essere tutti impazziti... Se non ebbri.

«Quanto cianciate!» Natasha va su tutte le furie e replica a tono. «Si vede proprio che non sapete di che pasta è fatta una squadra mista tra Zeus e Royal Academy!» butto un occhio sulla panchina della squadra temporanea di Ray, intanto che le due formazioni si sistemano sul campo. In totale, loro sono in 13, riusciranno a fare al massimo due cambi; noi, invece, siamo in 24 e scegliere chi dovrà lasciare il posto a me e a Natasha sarà difficile per il signor Travis.

«SIGNORI E SIGNORE, BENVENUTI. ASSISTERETE A UNA PARTITA SENZA PRECEDENTI.» sembra di essere una spettatrice alle corse clandestine... «RICORDO ALLE SQUADRE CHE AVRANNO A DISPOSIZIONE SOLO DUE CAMBI, DA EFFETTUARE ESCLUSIVAMENTE DALLA FINE DEL PRIMO TEMPO. CHE LA PARTITA ABBIA INIZIO!», grida l'arbitro, che, a giudicare dagli occhi e da come cammina, sembra che abbia più alcol che sangue nel suo corpo in carne e poco slanciato.

«Questo tipo è un pazzo. Non mi sorprende che sia amico di Dark!» la voce di Natasha all'inizio della seconda frase si fa più alta, per attirare la mia attenzione.

«Che ne sai?»

«Conosce anche Percy, in realtà... Ma lo odio.»

«Non piace neanche a me.» sospiro e roteo gli occhi.

«Devo vincere contro quella poco di buono ch'è Anne. E devi fare lo stesso anche tu con Pilar, capito?»

«Sì, sì.», rispondo in maniera svogliata.

«C'è qualcosa che non va? Sei strana.» vorrei sbrodolarle tutto il malumore che mi sta causando Ray, ma darebbe vita a un nuovo litigio che preferisco evitare, mi sento troppo moscia per discutere, figuriamoci per ragionare e trovare un eventuale compromesso.

I ċaռ't ɛsċaքɛ ʄʀօʍ ʏօʊ. ᯾ Ŕѧʏ ÐѧяҡWhere stories live. Discover now