Un diverbio viziato dalla competitività.🔥

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È metà febbraio. Gennaio ha fatto fatica a passare, come ogni anno, ma le partite sono andate molto bene, nel complesso, così come i miei voti.

[…]

È stata organizzata una serata in discoteca da un noto dj fanatico della Royal Academy e Natasha mi ha convinto ad andarci, dicendo che avrei potuto proseguire il mio rapporto con Ray. Della notte di capodanno, mi ha raccontato che ha baciato Percival a stampo e basta, stasera avrebbe lottato per farsi riaccompagnare a casa, come minimo. Che aspirazione...
Io le ho riferito a grandi linee del regalo e dei balli, il resto me lo sono tenuto per me, ma non per mancanza di fiducia, anzi. Solo che certi segreti devono rimanere tra me e lui. Come quello della siringa...

«Eccolo...» sono entrata solo da un minuto e l'ho già visto. Mi sforzo di non guardarlo, per quanto la rapida occhiata che gli ho appena lanciato sia bastata per agitarmi. È vestito elegante... Più del solito.

«Devi provarci.» scuoto la testa, con sfiducia. «Ci sono tante ragazze, single e non, ampiamente disposte... Per non parlare delle donne!» Natasha capisce al volo il mio tentennare.

I nostri sguardi cadono prima su un gruppo di adolescenti, poi su uno di donne. Quello degli adolescenti è in numero pari, metà maschi e metà femmine, che chiacchierano allegramente. Da come sono sedute le ragazze sui rispettivi ragazzi, deduco che siano i loro partner. Quello delle donne, invece, è chiaramente interessato a farsi largo per conoscere nuovi uomini. La mia amica lo sa: in questo frangente, le donne almeno trentenni ci creano più problemi delle nostre coetanee.

«Dark in discoteca?!» le sussurro, ignorando minimamente il suo consiglio e guardandomi attorno affinché nessuno tra i miei conoscenti mi stia osservando. «Sarò sincera, non me lo aspettavo!»

«Potrebbe farsi la stessa domanda! È evidente che vi vogliate.» lui detesta questo genere di luoghi. Non è un uomo da birra e pizza, ma da vino e pesce alla griglia.

«Io non credo. Si sarebbe già fatto avanti da un bel pezzo!»

«Fatti avanti tu!» un'onda di calore mi pervade per un attimo.

«Natasha, con chi stai parlando?» vedo da lontano mia madre a fare la fila per il bar, per bere - come minimo - un bicchiere di rum. È conciata in un modo che mi fa venire la nausea, come al solito.

«Etra, ho capito, ma puoi slacciare le tensioni e cercarlo tu, per una volta?» mi acciglio, facendo ritornare la concentrazione sul battibecco, mantenendo però un tono di voce mansueto.

«Va bene. Solo per parlarci un po'. Punto.» mi intimorisce anche solo parlarci... Come farò a passare delle ore qua dentro senza annoiarmi?

«Allora cosa siamo venute a fare?» la melensaggine di Natasha sta uscendo allo scoperto.

«Cosa SONO venuta a fare, non siamo.» il mio tono si indurisce.

«Infatti, io me la spasserò di certo.» pensi che io sia invidiosa? Me l'hai sputato in un modo che potevi pure risparmiarti. La mia mansuetudine non durerà a lungo.

«Sei meno estroversa di quello che pensi. Non credere che sarà così facile.» prima che possa replicare, rincaro la dose. «Non mi garba vederti assieme a quel gruppetto di invasate con quindici anni più di noi.» mi rendo conto solo dopo che ciò che ho detto pochi secondi fa mi si poteva ritorcere contro.

«Ti disturba l'idea che io rimorchi un uomo?» il mio uomo, Ray, sì.

«Affatto. Di certo, con loro non riuscirai. Ti rivoltano come un calzino.»

«Ma con l'alcol nessun uomo mi resisterà.» sento che la rabbia in me sta aumentando. Non mi sto irritando perché ha incluso tutti gli uomini presenti nel locale, oltre al suo prediletto, ma per fare leva sugli alcolici per apparire sensuale ed eccitante agli occhi di un bellimbusto tra i trenta e i cinquant'anni, ancora abbastanza preso dalle pulsioni.

I ċaռ't ɛsċaքɛ ʄʀօʍ ʏօʊ. ᯾ Ŕѧʏ ÐѧяҡWhere stories live. Discover now