Sguardi fulminei e brutte sorprese.🔥

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Sono passati alcuni giorni da quei momenti. Quant'ero felice in quegli attimi, così impercettibili...
A scuola sto andando abbastanza bene, ma non ancora come vorrei. Penso sia un periodo grigio.
Dopodomani ci aspetta la Zeus, ma non mi sento molto pronta ad affrontarla... Basta con tutte queste insicurezze, Etra. Certo che ti senti pronta!

Arrivo ad allenamento sul filo del ritardo e mi scuso con tutti, Dark compreso. Il risentimento nei confronti del mio allenatore si è lievemente attenuato, la paura no, ma devo essere educata. Con sé tiene un pacco di fogli di carta, con delle domande e cinque righe vuote per ciascuna. Prendo posto sugli spalti, vicino a Jude. Sembra di essere in una università...

«Ora che ci siete tutti, posso finalmente spiegare la ragione per la quale oggi vi sottoporrò a questo test.» pare nervoso, quasi arrabbiato. Spero non sia per colpa mia...

«Ci darà da studiare decine di pagine per il giorno dopo anche lei?» Caleb si lamenta senza alzare la mano. Non che mi dispiaccia farmi interrogare da lui, tuttavia non credo che riuscirei a tenere a bada la mia ansia...

«No. Mi aiuterà a capire su chi posso contare veramente.» sobbalzo. Il suo sguardo mi sveglia, sto ancora rimuginando sull'avvenuto al bar...

«Con questo test deciderà la formazione per la Zeus?!» mi accorgo poi che ognuno dei miei compagni di squadra ha una penna. Jude ne prende una anche per me e lo ringrazio sottovoce.

«Mi baserò sui vostri risultati, ma non è detto che undici miseri voti determinino le mie scelte d'ora in avanti.» distribuisce i test prima alle file davanti alla mia. Sbircio qualche domanda: qualcuna a risposta multipla, qualche altra aperta. «Qualche domanda riguarda la fiducia nei miei confronti, valore che non è presente in tutti voi...» mi penetra con lo sguardo e perdo un battito. Per poco, non mi cade la penna a terra, la salvo con le ginocchia. Non so fidarmi di te, Ray...

«Non essere nervosa, dai...» il mio migliore amico mi poggia una mano nell'incavo del braccio. Si allontana quando Ray ci dà i fogli e mi riserva uno sguardo prolungato.

«Avete un'ora per rispondere a tutte le cinquanta domande. A tempo scaduto, ciò che è stato fatto, è stato fatto. Non potete correggere la risposta più di due volte.» il suo cronometro decreta l'inizio. Respira, Etra... Concentrati, la prova è lunga e devi farla tutta, rispondendo il più esaurientemente possibile e annerendo la risposta corretta per ogni domanda.

Ray's pov
Il modo in cui la mia biondina stringe la penna con la mano destra e il foglio con la mano sinistra non lascia spazio ad equivoci: Etra non si fida di me. Anzi, non si è mai fidata. Che sia l'unica, è un fatto altamente probabile; tocca a me farla ricredere nei miei confronti. Dalla nostra occhiata di prima, durata quasi una decina di secondi, ne ho dedotto un'altra cosa: è necessario un dialogo tra noi. C'è qualcosa che la turba, inevitabilmente.

Di tanto in tanto passo vicino a lei e spio qualche spezzone di risposta alle domande che mi interessano maggiormente, tra le quali spicca questa: "Riusciresti a confidarti sempre con il tuo allenatore?". Subisco un duro colpo al cuore, a giudicare dalle prime due righe: "No, affatto. Mi vergogno molto di esporre i miei problemi e credo che sia un miraggio essere in grado di dirgli persino 'stamattina ho vomitato'."...
La timidina, appena si accorge di me, smette di scrivere e copre il foglio con il braccio. Non serve a nulla nasconderti, Etra, leggerò con estrema calma ogni parola che è uscita da quella penna.

Quando scatta il momento della scadenza, i ragazzi, in fila indiana, si alzano e mi rendono i fogli.

«Ti sei tolta qualche sassolino dalla scarpa?» il mio sorrisetto le fa distogliere lo sguardo dai miei occhi.

I ċaռ't ɛsċaքɛ ʄʀօʍ ʏօʊ. ᯾ Ŕѧʏ ÐѧяҡDove le storie prendono vita. Scoprilo ora