I ċaռ't ɛsċaքɛ ʄʀօʍ ʏօʊ. ᯾ Ŕѧʏ Ðѧяҡ

Non posso sfuggirti e io non lo accetto.🔥

L'acqua che fluisce dal getto al mio corpo mi traina in un tepore nel quale mi ci immergo nel giro di poche decine di minuti. Le mie mani diffondono il sapone nei capelli, desiderosi di essere puliti come due giorni fa (dannati ormoni, lavorano eccessivamente e male per i miei gusti, provocando un disagio sconfinato). Lo shampoo sulla mia pelle allieva il rossore causato dalla temperatura e incalza il mio olfatto, deliziato dal profumo di rosa. I vetri della doccia si appannano, l'acqua è troppo calda, ma se la spostassi di un centimetro verso l'altra parte diventerebbe subito fredda come il ghiaccio, gelida come il mio cuore. L'inconscio è ciò che spesso mi rovina. La mia mente razionale non può essere perturbata da sentimenti, evito fermamente ogni pulsione, ma l'inconscio non la pensa come me, visto che i miei sogni riguardano quasi tutti il mio concupito. Anche per questo detesto provare emozioni. Anche quelle positive, come gioia, felicità e stupefazione (e l'arrossire, non ci dimentichiamo dell'imbarazzo). Esse, insieme a quel criptico sentimento chiamato amore, mi ha solitamente portato a caos. La loro caducità pesa su chi le prova. L'amore mi ha fatto sempre troppo male, a forza di idealizzare il mio uomo e a non utilizzare il "metal" detector per trovarne uno, sulla terraferma e non nella mia mente. L'autorealizzazione non la considero un'emozione, per questo ambisco ad essa. Riuscirò mai in questo intento? È ancora presto per darmi una risposta. Sono ancora giovane, ho tempo per scoprirmi meglio di quanto credo di conoscermi attualmente.

Finisco la doccia in seguito a un flusso di pensieri confusi e disordinati. Urge fare ordine in questa testolina, prima o poi finirei per impazzire. La diatriba presente in me mi sta distruggendo.
L'allenamento di oggi è non stato particolarmente dispendioso di energie, eppure, sento che la doccia mi abbia servito a scaricare la tensione.

Natasha ed io - in realtà più lei che la sottoscritta - intendevamo andare a un pub, che frequentano spesso gli allenatori di calcio; tra i tanti, figura proprio Travis, nonostante l'aria schiva. Dark non è un uomo da birra, né tantomeno uno da superalcolici, lo accosterei invece al vino rosso. Proprio come in quel detestabile sogno...
Io sono astemia, Natasha no. Devo stare attenta a far sì che la mia migliore amica non perda il controllo.

Apro l'armadio ed è subito indecisione totale. Cosa mettere?
Dopo una decina di minuti trascorsi a testare abbinamenti, opto per un top nero non troppo scollato, pantaloni di pelle argentati, un paio di sandali neri (sottolineo che odio i tacchi) e la giacca di pelle nera. Mi trucco in cinque minuti, niente di speciale: mascara, matita, correttore e lucidalabbra arancione. Tutti i capelli mi accarezzano la spalla destra, non ho altro tempo per acconciarmi, o Natasha arriverà e io sarò ancora in alto mare. Non incontrerò mica l'amore della mia vita, va bene così.

«Buona uscita. Le chiavi le prendo io, anch'io starò fuori per un po'.» mia madre si sta piastrando i capelli. Non riesco a trattenere una smorfia di disgusto per come è vestita: volgare e succinta. «Cosa sta a significare quella faccia? Esco con Ray.»

«Andate al nostro stesso pub?»

«Non credo, non vogliamo stare in mezzo a due ragazzine in preda agli ormoni.» sbuffo, esco e chiudo la porta alle mie spalle. Davvero Ray ha accettato di uscire insieme a mia madre?! Se si mettessero insieme? Non ci voglio più pensare, lo tradirebbe dopo due giorni di relazione.

«Ti sei fatta bella, Etra!» la mia amica mi abbraccia e ricambio la stretta. Lasciamo subito casa mia per dirigerci al centro, dunque al pub.

«Sì, ma potevo fare di meglio. Tu sei uno splendore, Natasha!» aveva un vestito nero, corto e attillato. Le labbra erano rosso ciliegia e una linea castana sopra gli occhi le evidenziava la sua capacità seduttrice. Dovrò chiedere consigli a lei per quando dovrò andare a letto con Ray... Ammesso che ci vada e che non mi cacci via! (BASTA, ETRA!!!)