-Capitolo 12-

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La campanella che suona segna la fine delle lezioni.
Il martedì sono fortunato, faccio solamente due ore.
Però sono la terza e la sesta, quindi mi tocca stare a scuola ugualmente.
Mi alzo dalla sedia, sistemando gli ultimi fogli nella cartellina.
L'ultima ora con la prima non è più di tanto faticosa...
Esco dall'aula e mi incammino in corridoio.
Un ragazzo che non riconosco perchè coperto da due scatoloni stava camminando verso di me.
Non vedevo il suo viso, perchè era coperto da quelle scatole che sembravano più grandi di lui.
Alzo un attimo gli occhi al cielo.

<Aspetta, ti aiuto.>

Il ragazzo si blocca a sentire la mia voce, ma non ci faccio più di tanto caso.
Appoggio la valigetta in terra e prendo le due scatole senza problemi.
Affaccio la faccia di lato e guardo il ragazzo.
Fissava a terra e si torturava le mani.

<Nakajima...?>

Alza subito gli occhi e li punta nei miei, poi distoglie subito lo sguardo.

<Mi potresti prendere la valigetta?>

Sembra cadere dalle nuvole.
Si guarda intorno, poi vede la mia valigetta e la afferra.
Lo fisso un attimo, poi mi giro.

<Dove dobbiamo andare?>

<Nell'aula di musica...>

Inizio ad incamminarmi, mentre lui mi viene dietro.
Continuiamo il nostro tragitto senza dire nulla.
In questo periodo mi sembra di incontrare sempre Nakajima...
Per strada, fuori dalla porta dell'aula, ora in corridoio...
Sospiro.

<Chi ti ha dato questi scatoloni?>

<La professoressa di inglese... mi sono offerto di aiutarla perchè non ce la faceva da sola...>

<Non mi sembra che Akane sia qui con noi...>

Mi giro di poco e lo vedo che cammina fissando i suoi piedi.
Rallento il passo e lo affianco.

<Ha detto che aveva da fare...>

Alzo un sopracciglio e fisso il soffitto.
Nakajima continua a parlare.

<Ha detto che doveva andare dal parrucchiere...>

<Ah! Altro che parrucchiere. Quella bugiarda.>

Schiocco la lingua contro il palato.
Appena la vedo le faccio una ramanzia: prima di andarsene deve finire il suo lavoro.

<Perchè bugiarda?>

Mi fermo e Nakajima apre la porta dell'aula di musica, facendomi passare per primo.
Entro e li appoggio nel primo angolo che trovo.
Mi tiro su, sbattendo le mani.
Nakajima mi stava tendendo la valigetta che io riprendo, ringraziandolo con un cenno della testa.

<Non bugiarda in quel senso... fin da piccola usava la scusa del parrucchiere per scappare da quello che stava facendo.>

Apro la porta e con un piccolo cenno della mano, gli dico di passare prima.
Lui annuisce ed esce, poi si ferma e mi fissa.
Io esco dall'aula e la chiudo dietro di me.

<Lo faceva però, perchè doveva organizzare qualcos'altro. Come una festa a sorpresa... diciamo usava questa "piccola bugia" per andare a fare qualcosa di segreto per gli altri.>

Inizio a camminare lungo il corridoio per andare verso l'uscita.
Voglio andare a trovare Eiji...
I nostri passi risuonano nel corridoio vuoto.
Il martedì non ci sono i corsi di recupero o altre attività...
Quindi, sia gli alunni, che noi professori possiamo tornare a casa prima.
Arriviamo all'uscita dove troviamo la professoressa di giapponese che si stava cambiando le scarpe.
Appena ci vede, ci sorride a tutti e due.

<Buon pomeriggio.>

<Buon pomeriggio, signorina...>

<Buon pomeriggio, professoressa...>

Abbasso la testa in segno di saluto e vado verso il mio armadietto e lo stesso fa Nakajima.
Mentre mi metto le scarpe, la professoressa Kobayashi mi passa accanto dandomi una pacca sulla spalla.

<Non serve chiamarmi "signorina", professore...>

<Mi scusi, è l'abitudine.>

Ridacchia, coprendosi di poco la bocca con la mano.
Timida.
Mi sistemo la cravatta e la raggiungo, apro la porta e le lascio il passaggio libero.

<Dopo di lei...>

<Che gentleman...>

Ancora con quella sua risatina dolce, esce dalla porta.
Nakajima ci stava fissando senza dire una parola.
Gli lancio una piccola occhiata e lui torna subito a legarsi le scarpe.
Rimango lì fermo sulla porta, mentre la professoressa andava avanti.
Quando si ferma e si accorge che ero ancora sulla porta, si gira.

<Lei non viene?>

Ero intento a guardare tutti i movimenti di Nakajima, che mi ero dimenticato di lei.
Giro subito lo sguardo preso un attimo alla sprovvista.

<Arrivo, arrivo, aspettavo il ragazzo.>

Nel frattempo, Nakajima viene verso la porta e quando sente questa frase, si blocca un attimo.
Lo vedo osservarmi, poi si nasconde sotto la frangia ed esce.

<Come mai?>

Sposta la testa di lato mentre la raggiungiamo.
Lo sapevo che lo chiedeva...

<Motivi personali...>

Lei ci fissa, senza capire cosa stava succedendo.
Lì lì, invento una piccola scusa.

<Nakajima è il nipote di una amica di famiglia che viene oggi a cena da me.>

<Ah... chiedo scusa per aver insistito.>

<Nulla.>

Faccio un cenno col capo a Nakajima che annuisce e mi si affianca.
Cammino col mio passo veloce in modo da poter distanziarmi dalla professoressa.
Nakajima mi segue.

<Io mi chiedo perché quella donna deve mettere sempre bocca su tutto.>

Mi metto le braccia dietro il collo, con la valigetta dietro.

<Sembravate in buoni rapporti...>

Non ho il tempo di rispondere che una macchina si ferma accanto a noi.
I finestrini si abbassano e una donna dal dolce sorriso ci saluta...

Angolo autrice
Mi sono sempre chiesta come mai sul computer le parole risultano meno di quelle sul cell...
BAH.
Coscienza:... Secondo me sei l'unica a chiedertelo.
Io: mah-
Coscienza: *linguaccia*
Va beh.
Oggi volevo fare un capitolo... Leggero. (non mi veniva la parola.)
Niente, vi saluto eheh -3-
(sono in fissa con sta faccina -3-)

&quot;C'è un errore nei miei calcoli&quot; - Boyxboy- [Completata] Donde viven las historias. Descúbrelo ahora