-Capitolo 15-

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Il mercoledì è sempre uguale.
Il giovedì pure.
Mi alzo la mattina, vado a scuola, faccio lezione ed il giovedì seguo il corso di teatro di Akane.
E il venerdì arriva in un lampo.
Solo che poi, questo diventa il giorno più lungo: ho tutte le ore occupate e così facendo mi stanco il doppio.
Ora, sono alla seconda ricreazione che è verso le 11:55 e sto prendendo il caffè.
Sbadiglio, bevo un sorso del caffè e mi do qualche colpetto sulle spalle.
La campanella suona e segna la fine della ricreazione.
Guardo il mio orario tirato fuori dal taschino e leggo la classe dove devo andare, anche se lo so già benissimo...

"3^A--- quinta e sesta ora."

Finisco il caffè e mi dirigo in classe.
Appena apro la porta, trovo tutti in piedi a ridere...
C'era un ragazzo alla lavagna che cercava di cancellare qualcosa...

<Che cosa è tutta questa confusione?>

Tutti si zittiscono e tornano a sedere, escluso il capoclasse, che rimane a sedere sul suo banco in prima fila.
Gli lancio un'occhiata e vado alla scrivania.
Il ragazzo alla lavagna continuava a cancellare, lo guardo...

<Nakajima, vai al tuo posto.>

<... non posso...>

La sua voce era più bassa del solito...
Singhiozzava.
Solo ora mi rendo conto che stava piangendo.
Guardo la lavagna: c'era una sola calligrafia che ripeteva la stessa frase.

Nakajima è gay.
Gli piacciono gli uomini.

Poi, noto uno spazio vuoto, uno abbastanza grande da farci stare una foto.
Cerco in giro e la vedo spuntare di poco dalla tasca di Nakajima.
Lancio un'occhiata a tutti i ragazzi della classe e poi prendo un enorme respiro...

<Chi è il responsabile?>

Zitti.
Nessuno risponde.
Yoshida si era seduto e stava ridacchiando, anche se cercava di nasconderlo.

È stato lui...

Ma non posso incolparlo senza prove.

<Se non mi dite chi ha scritto queste cose, faccio finire tutti dal preside per atti di bullismo.>

Un ragazzo dall'ultima fila alza la mano.
Gli do la parola e si alza in piedi.

<Quando siamo entrati in classe era già così.>

Sbuffo.
Mi tiro i capelli indietro e mi giro verso Nakajima, che ora cercava di cancellare le parole più in alto.
Guardo fuori dalla porta e vedo la bidella passare.
Esco e la chiamo.

<Devo uscire con un alunno, potrebbe controllarmi la classe... Ah, e se è possibile, può cancellare la lavagna?>

La signora annuisce e mi segue in classe.
Io prendo la cimosa dalle mani di Nakajima e la appoggio sulla cattedra.

<Vieni fuori con me.>

Lui mi guarda: aveva le lacrime agli occhi, ma abbassa lo sguardo e annuisce.

<Vi lascio con la bidella, se qualcuno fiata, sarà in punizione.>

Metto una mano sulle spalle di Nakajima e lo accompagno fuori dalla classe.
Lo guido verso il bagno degli insegnanti.
Con le chiavi che abbiamo solo noi professori, lo apro e ci faccio entrare dentro Nakajima.
Lo chiudo a chiave e mi giro verso il mio alunno.
Mi dava le spalle, ma sentivo i suoi singhiozzi e lo vedevo tremare.
Lo faccio girare e gli circondo la vita abbracciandolo, poi faccio salire le mani lungo la sua schiena e quando arrivo al collo, gli faccio appoggiare la testa sulla mia spalla.
Inizia a tremare più forte, ed i singhiozzi aumentano, finché non scoppia del tutto.
Mi stringeva la camicia e piangeva sulla mia spalla.
Gli massaggio la testa, cercando di calmarlo.

<Shh... non piangere.>

Rimaniamo così per qualche minuto, poi pian piano si calma.
Il silenzio ci circonda.
Nessuno dei due si muove, poi, Nakajima fa la prima mossa staccandosi dall'abbraccio.
Aveva una mano sul mio petto e con una si asciugava le lacrime che rimanevano.

<G-grazie...>

Mi siedo sullo sgabello che si trova lì e accavallo le gambe, incrocio le braccia al petto e tengo lo sguardo sul muro.

<Posso vedere la foto che hai in tasca?>

Dal suo respiro, sembra sorpreso.
Tira su col naso, poi si fruga nelle tasche.

<È stata la prima cosa che ho tolto...>

E mi porge una foto: era un po' buio, però si riusciva ad intravedere Nakajima lì, sulla destra e qualcun altro sulla sinistra.
Si stavano baciando...
L'altra persona ero io.
Ma non mi si riconosceva...

<Questa... ha fatto la foto per colpa mia. Scusami.>

<... ha fatto? Sa chi è stato?>

Scuoto la testa mentre strappo la foto e la butto nel cestino.

<No, ma ho i miei sospetti. E penso di avere anche il movente.>

Sospiro.
È tutta colpa mia...
Per la foto, per quello che è successo in classe.
Per colpa mia, Nakajima è stato preso di mira.
All'improvviso, il suo viso quasi sorridente che fissa il cielo mi ritorna in mente.
Non voglio che gli venga cancellato, non posso e non sopporto vederlo piangere...
Mi piace quando sorride...

<Mi piace il tuo sorriso, quindi smetti di piangere.>

Angolo autrice
Beh, sono le sette di mattina.
Piove.
È estate e fa freddo.
Cosa c'è di meglio che mettersi a scrivere una storia?
Eheh eccomi qui.
Scusate se ci ho messo tanto ma HO AVUTO UN'IDEA ECCELLENTE. E boh, mi sono messa giù a scrivere dimenticando che dovevo anche pubblicare. Ehheh sorry.

&quot;C'è un errore nei miei calcoli&quot; - Boyxboy- [Completata] Where stories live. Discover now