3) La magia della paura

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«Arh» Filomeno scollinò «Se avessi saputo che chiacchieravi tanto non ti avrei salvata.

«Scusami Filomeno, ma è Fedele che continua a parlarmi.»

«Sono io?» Fedele la punzecchiò con la punta di un bastoncino sotto le ascelle.

«Dai! Basta» si lamentò poco convinta.

«Basta!» fece Filomeno molto più convinto.

«Grazie Filomeno, lui mi stuzzica.»

Il nano puntò Fedele «La smetti di rompere?»

«Diglielo» ribadì lei.

«La smetti?» il nano incalzò Fedele e gli tirò un pugno.

Fedele si ribaltò per terra mentre Mavelina riprendeva a ridere.

«Caspita Filomeno.»

«Alzati e vieni un po' qua.» lo richiamò il nano, di fronte a loro la montagna si spezzava, la salita proseguiva solo oltre un grosso crepaccio.

«Oh no» fece Mavelina «Dovremo aggirarlo.»

«No» fecero gli altri due, infatti, un occhio abituato ai sentieri sapeva che il monte non si sarebbe raggiunto in altro modo se non con un ponte.

«Abbiamo perso il sentiero quando abbiamo deciso di partire al buio.» lamentò il nano.

«Se non fossimo partiti al buio non avremmo incontrato la preziosa Mavelina.» Fedele fece un inchino.

«Grazie.» rispose lei.

«Quanto sono contento.» disse il nano «Se non ci fosse stato il buio avremmo seguito il sentiero e avremmo trovato il ponte.»

«Calmati. Ho un'idea.» Fedele percorse qualche passo sul ciglio finché non trovò quel che cercava «Abbatti tre o quattro alberi e attraversiamo su quelli.

Tempo di dirlo, Filomeno già stava per schiantarne uno. Con l'accetta abbatté sul crepaccio un fascio di giovani alberi, quindi li assestò tra due sassi e li mostrò con la mano «Non ho mai costruito qualcosa di tanto penoso in tutta la mia vita.

«E io non ci salirei mai, saranno cento passi di caduta.» ammise Fedele.

«Bell'idea» fece il nano, sarcastico.

«Aspettate: posso migliorarla» Mavelina estrasse da dentro al cappello un lungo bastone, toccò la propria ombra con la cima ricurva a chiocciola e quindi scagliò una macchia d'ombra verso i tronchi «Ponte!» esclamò e sopra i tronchi si formarono due balaustre di sicurezza e un pergolato pieno di fiori lungo la sua lunghezza.

«Bene» disse il nano mentre vi saliva.

«Ma è magnifico» fece Fedele.

«Sì, ma aspetta» chiese lei «Voglio che lo attraversiamo per mano.»

«Va bene.»

Attraversarono il ponte per mano.

«Cos'hai?» le dita della ragazza scivolavano sotto la presa di Fedele «Ti tremano le mani e sono tutte bagnate.»

«Sì, è che dell'altezza ho ancora un pochino di paura.»

«Stai tranquilla è un ponte perfetto.»

«Sì» arrivarono dall'altra parte «Ma devo confessarti che la mia magia è solo d'illusione: io faccio solo illusioni per terrorizzare la gente.»

«Quindi?»

«Quindi le balaustre non c'erano davvero.» prese un sasso e lo lanciò verso la balaustra che venne attraversata come fosse fumo.

«Ah!» Fedele urlò come se in quel momento stesse cadendo.

«Tu non urli?» domandò lei.

«No» rispose Filomeno «Ti da fastidio?»

«Un pochino.»

In quel momento Fedele terminò il fiato.

«Adesso andiamo.» fece il nano riprendendo la marcia. Fedele tirò qualche calcio ai tronchi chiedendosi quanto vicino fosse stato alla morte.

«Mavelina» sussurrò.

«Sì?» fece lei, lì affianco.

«Nulla. Proseguiamo.»

Fedele grattava il bordo di un graffio «Dovevi proprio passare in mezzo a quei rovi?»

«Vi ho aperto la strada.»

«Mica tanto, guarda qua.» porse la mano a Filomeno.

«Per una volta che ti vedo sanguinare, di solito sono io quello che si fa bucare.»

«Cosa intendi Filomeno?» chiese Mavelina.

«Fedele ti sembra il tipo che affronta grandi avversari e mostri imponenti?»

«Mah, magari con la sua agilità...»

«Ma guardalo.»

«Sì» lei seguì la mano del nano, aperta verso Fedele.

«Le spalline di cuoio, il pettorale e la borsetta sulla cinta, sembra un corriere della posta.»

«Guardati tu» rimbeccò lui «con quel pentolino che tieni in testa.

«Questo è l'elmo che ogni nano porta in guerra e in grotta, ignorante.»

«E tutta quell'armatura allora? Hai più ferro addosso che pelle.»

«È perché io combatto i mostri più terrificanti faccia a faccia.»

«Se fossi più coraggioso non ne avresti bisogno.»

«Fedele» lo fermò Mavelina «Lui non deve essere coraggioso, a lui manca la paura.»

Filomeno si aggiustò l'elmo e raddrizzò le spalle.

«È come un leone» disse Mavelina «che mangia solo zuppa, quindi non gli servono i denti.»

Al nano cascarono le sopracciglia sugli occhi «Andiamo.»

Pomo d'oro fuorilegge || Vincitore Wattys 2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora