14) Duello al sole della piazza

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«Torro? Torro, tesoro, è il momento di uscire.»

Sul fondo della tasca di Mavelina luccicava il riflesso di un cielo plumbeo negli occhietti del ragno.

«Devi uscire e slegarmi i polsi.» quello non si mosse «Esci!»

Le zampe del ragno si allungarono sul corsetto stretto ai fianchi della ragazza, indugiarono quel tanto da controllare i dintorni. La padrona legata a un palo, sotto di lei una catasta di legna circondata da balle di fieno in fiamme, il calore già scottava la retina e il sudore di Mavelina colava da tutte le parti.

«Muoviti!» ruggì a denti stretti «Devo solo arrivare al cappello che ho in testa.»

Il ragno si rintanò di nuovo nella tasca, quando il calore raggiunse anche quella uscì e scappò giù per la gamba di Mavelina, arrivò al suo piede dove il calore delle fiamme lo paralizzò.

«Tiè!» Mavelina tirò un calcio all'aria che scaraventò il ragno oltre la punta delle fiamme «Salvati almeno tu, codardo di un compagno di viaggio.»

«Ah!» gridarono le voci dall'altra parte delle fiamme «La strega ci ha scagliato contro una bestia maledetta!»

Filomeno si trovava poco più in là, legato polsi e caviglie al dorso di due buoi che tiravano uno da una parte e uno dall'altra.

«Uno tira le braccia e uno tira le gambe» il capitano delle guardie gli parlava a un filo dal naso «L'hai capita l'ironia?»

«Comunque.» con un colpo di addominali Filomeno ribaltò i due buoi sul deretano e poi sul dorso.

«Uomini!»

I soldati del capitano abbassarono la punta delle proprie lance sul nano, questi non si scompose «Volete aggiungere qualche bue?»

«Portatene altri tre per lato!» ordinò il capitano.

Poco più in là, le grida di Fedele attiravano l'attenzione di tutto il pubblico sulla piazza d'armi, aperta al popolo per l'occasione, nessuno riusciva ad ascoltarlo senza alzare le mani sulle orecchie. Ancora incolume, subiva la tortura del trapano, un grosso cavatappi che, girando poco a poco, scendeva verso la sua pancia, poco a poco che potesse contare ogni giro rimanente prima del dolore.

«Uaaah!» così gridava Fedele «Uahaha!» e ancora «Uaaah!»

«Posso...» il boia afferrò i polsi del giudice e gli tolse le mani dalle orecchie «Posso fermarlo un attimo?»

«Uaaah!»

«Non si può fermare la legge.» il giudice scrollò la testa, col mento alto

«Uaaah!»

«Mi fermo un attimo, poi continuo ad avvitare...»

«Uaaah!»

«... gli metto soltanto un bavaglio in bocca.»

«Uaaah!»

«Va...» fece il giudice.

«Cosa?»

«Uaaah!»

«Va bene!» gridò il giudice.

«Uaaah!»

«Va bene.» il boia smise di avvitare il cavatappi.

Il sospiro di Fedele fece eco nella bocca di tutti i presenti, qualcuno si accorse del cinguettio dei due uccellini sul melo, nell'angolo di quel cortile, guardò il cielo e si ricordò di aver visto arrivare quei nuvoloni proprio la sera prima, qualcun altro si voltò e notò il capitano delle guardie sbraitare, paonazzo in volto, circondato da bovini «Portate altri sei buoi! Sette! Possibile che non ci sia una bestia che divida in due questo nano?

Pomo d'oro fuorilegge || Vincitore Wattys 2021Where stories live. Discover now