13) È il cantadino

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Passi rasenti al terreno e mano che scorre contro la parete, Filomeno percorreva quella segreta in testa al gruppo

«In grotta ci si orienta con tre sensi dei sei sensi.»

«Sei?» fecero gli altri due.

«Il senso dell'annuso, il senso del tocco e il senso del sopra e sotto.»

«Senso del sopra e sotto?» domandò Fedele mentre Mavelina contava sulle dita «Olfatto, udito, vista, sapore, tatto...» alzò il pollice dell'altra mano «Sopra e sotto?»

«Come lo chiamate il senso che ti fa capire qual è il sopra? In grotta non c'è mica il cielo, eh?» piantato il piede in mezzo a un trivio scostò la barba perché quel filo di vento proveniente da sinistra gli sfiorasse il collo, alzò il naso al centro, percepì quella muffa che arricciava anche il naso di Mavelina, allungò l'orecchio a destra e Fedele lo aiutò

«Di là ci sono delle voci, si salirà in superficie.»

«Ecco dove non andremo.» sancì il nano e prese il lato opposto.

«Aspetta Filomeno» gli tirò la barba per girarlo verso di sé «Non farti suggestionare dalla tua astinenza da grotte.»

«Non abbiamo beccato nessuno nei sotterranei.» con la barba nella mano di Fedele riusciva a parlare solo con l'arcata inferiore di denti fuori «Dobbiamo trovare una via diretta fuori dal castello, senza risalire.»

«Può essere che ci sia, i castelli hanno diverse uscite ma a trovarle...»

«A trovarle basto io: l'atmosfera dei lunghi cunicoli è molto precisa, è schietta, ti dice chiaro quel che ti deve dire: di qua c'è un'altra uscita, di là c'è un vicolo cieco di lì non lo so, ma è umido e così via. Da un castello di solito quali uscite ci sono?»

«Potrebbero essere passaggi segreti, passaggi di servizio, catacombe, fognature, cloache, e...«fermarono il passo di fronte a un torrente che tagliava di traverso la strada, uscito dalle fessure di un muro, passava davanti a loro ed entrava in un cunicolo a destra, questo lo inghiottiva senza ristagno e lo lanciava in una discesa a scivolo dove sul fondo baluginava la luce del giorno.

«...oppure un fiume sotterraneo.»

«Bravo Filomeno!» Mavelina gli schioccò un bacio sulla testa.

«No! Non proprio, non andrà così.»

«Cosa?»

Filomeno corrugò la fronte «Io non entro in acqua.»

«Ah sì? Preferisci la morte nei mille modi?» chiese Fedele. «Dai nano! Alla fine dello scivolo ci sarà una pozzanghera, al massimo ti tiriamo fuori noi dall'acqua.»

«Zitto! Non dirlo neanche: le rocce non galleggiano, io non galleggio.»

«Oh! Ohohoh! Filomeno ha paura di nuotare?» Mavelina batté le mani «Sono libera!»

«Non ho paura di nuotare: non lo posso proprio fare! Si tratta di struttura naturale, niente acqua.» grugnì «Andateci voi.»

Soffiata dal naso la propria rassegnazione, i due capirono che nessuno dei tre sarebbe uscito dallo scivolo «A meno che... Se ci buttassimo qualcosa? Così vedremmo se fa splush o meno.» propose Fedele.

«Questo mi piace, anche se non assicuro che mi basterà.»

«Splush» bisbigliò Mavelina all'orecchio del nano, questi la scacciò come una zanzara.

«Sì, ma cosa buttiamo giù?»

Tutti e tre si girarono verso quel che portava in spalla Filomeno, il contadino.

Pomo d'oro fuorilegge || Vincitore Wattys 2021Where stories live. Discover now