7) Diventare ricchi: entrare in città, prima parte del piano

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Il castello reale spiccava al centro della valle circondato dalla sua città, la capitale del regno. Camminando giù per le montagne dava nell'occhio

«Come un fiore, una stella bianca al centro di una radura.» fece Fedele

«Come un coccio di quarzo nel palmo di un gigante.» disse Filomeno.

«Uhm.» Mavelina si toccò il naso, quel castello marmoreo non le ricordava granché, così luminoso e pulito rispetto alla caverna in cui abitava «Come un dente nella ciotola del pranzo.»

«Tocca a te uomo mela.» lo incoraggiò Fedele.

«Ragazzi il vostro piano non mi convince ancora.»

«Tranquillo.» Mavelina lo avvicinò «Anche a me convincevano poco questi due, ma alla fine se la sfangano bene.

«Ah!» l'uomo mela saltò due passi lontano da lei «Cosa mi hai messo sulla spalla?»

«Era la mia mano, uomo mela!» rise «Ti volevo carezzare, per farti forza.»

«Ah sì? Grazie» sulla spalla dell'uomo, Torro, il ragno di Mavelina grande quanto una mano, camminava lento lento che nemmeno si percepiva «Meno male, avevo paura fosse di nuovo quel ragno...» una zampa si posò sulla nicchia del suo collo, lui sbiancò «Aiut...» l'ombra di una nuvola lo trasformò in pomo d'oro.

«Oh che disdetta.» Mavelina li raccolse da terra, lui e il ragno «Hai sentito come stava per gridare, Torro? Hai sentito, cucciolotto?» gli sfregò la punta del naso sulle zanne pelose.

«Non vorrei morisse di crepacuore.» confessò Fedele.

«Non credo.» lei alzò le spalle «Secondo voi ha paura anche quando è mela?»

«Chissenefrega.» affermò il nano.

«Beh» con un ghigno sulle labbra Mavelina calò in tasca il pomo e nella stessa tasca anche il ragno «Hihi»

Sulla strada che scendeva verso la capitale del regno, i tre camminavano più veloci che in tutte le settimane precedenti. lastricata con minuzia, levigata liscia che si sarebbe potuto scivolare una volta e non fermarsi più fino alle porte della città.

«Avete bisogno?» Fedele porse il braccio a una signora su due zoccoli alti un piede «Gradiate il mio modesto aiuto.»

«No grazie, messere.» fece quella e allungò il passo tanto da lasciarli indietro.

«Messere» sussurrò lui con le mani dietro la nuca e il petto in fuori «Siamo proprio in una bella zona.»

«Messere» grugnì Filomento che da capo a piedi Fedele gli ricordava soltanto un giullare senza cappello «Messere non è sempre detto in senso positivo, sono stato lontano da casa abbastanza per capire che in questo caso non lo era.»

«Quale casa, Filomeno?» domandò Mavelina.

«Nostorre Montagna» il nano ingoiò il groppo in gola «sono stato cacciato perché...» dovette ingoiarlo di nuovo «La montagna di Nostorre è stata scavata così tanto da traballare. Siamo dei vermi in una mela di cui è rimasta solo la buccia, ci hanno detto così.» abbassò lo sguardo che le lacrime non gli bagnassero le guance ma volassero dalle ciglia per sparire nella barba lunga sul petto «Così hanno ridotto la popolazione all'interno della montagna e io sono tra quelli mandati via. Temo però che Nostorre prima o poi, crollerà comunque...»

«Mi dispiace. L'idea è triste... spaventosa... E tu...»

«Io, sì, ne ho un po'... Aspetta no!» la puntò col suo tozzo indice «Non ho paura che accada. Sono solo preoccupato. Nostorre è così bucata che se crollasse si abbasserebbe fino a livello del terreno. Ci sono più nani che roccia ormai, ma se guardi in faccia uno di quei nani» si indicò il naso «e non vedi paura, potrai anche aprirgli la testa in due e guardare dentro, troverai esattamente quello che la faccia ti diceva.»

Pomo d'oro fuorilegge || Vincitore Wattys 2021Where stories live. Discover now