Capitolo 3

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Non so ancora il suo nome.~

Jimin's pov

«Scusami si può sapere da quanto ti comporti da finto etero?» dice Bang Chan mentre ci stavamo dirigendo nella serra di erbologia.
«e in più perché ti stavi incamminando dalla parte opposta alla serra?» chiede lui ancora più confuso
«primo sono bisessuale, e in più mi sono solamente presentato alla ragazza nuova, secondo» dico pensando a cosa rispondere
«non sono affari tuoi» dico allungando il passo.
«Chim so che sei totalmente gay come Jisung, anzi anche di più di Jisung, smettila di fare il bisessuale impertinente» dice Chan raggiungendomi.
Io in risposta giro gli occhi ed entro nella serra.
La lezione di oggi è stata veramente noiosa, non ho ascoltato nemmeno una parola di tutto ciò che è stato detto a lezione, ero troppo concentrato a pensare al ragazzo dai capelli bianchi.
«quindi come compito dovrete scrivermi il procedimento di coltivazione del puffagiolo, potete andare ora» dice la professoressa e in silenzio usciamo dalla serra.
«oh Jisungie! Il ragazzo dei corvonero quello dai capelli marroni oggi ti ha mangiato con gli occhi durante l'ora di erbologia» dice Taehyung scuotendo a destra e sinistra il braccio di Jisung.
Ecco, ci risiamo.
«Taehyung...» dice il bruno sospirando.
«eddai sciogliti un po'!» risponde il grigio con un sorrisino
«lasciami il braccio Tae» dice Jisung con sguardo basso, ma Taehyung continua a spettegolare su quanto il ragazzo dei corvonero fosse figo.
«lasciami il braccio» ribadisce il bruno, non venendo calcolato però dal grigio
«LASCIA IL MIO FOTTUTO BRACCIO!!!!» urla Jisung allontanandosi dalla stretta di Taehyung.
Quest'ultimo lo guarda con espressione confusa e anche un po' dispiaciuta, alla fine, poveretto, lui non sa niente.
Jisung guarda il grigio con i suoi occhi che se vogliono possono essere veramente intimidatori, ma appena il bruno ritorna in sé, capisce effettivamente la sua reazione, che dai, è stata un po' esagerata, ma miei cari, dovete sapere che Jisung è una persona molto orgogliosa, e con sguardo alto se ne va, incamminandosi verso qualche posto nascosto.
«Jimin, cos'è preso a Jisungie?» chiede Tae con aria scioccata
«Tae apri gli occhi» dico prima di incamminarmi seguito da Chan nell'impresa di trovare Jisung.
«Tra cinque minuti c'è la pausa pranzo, dobbiamo sbrigarci a trovare Sungie» dice Channie girando lo sguardo a destra e sinistra per cercare il nostro amico.
Dopo un sonoro sbuffo decido di usare la magia.
«vieni con me» dico prendendo Chan per il polso e trascinandolo in un corridoio poco affollato.
Dopo essermi dato un occhiata in giro tiro fuori dalla tasca la mappa del malandrino.
«giuro solennemente di non avere buone intenzioni» dico ondeggiando la bacchetta.
«e quella dove l'hai trovata?!» chiede Chan con espressione sorpresa
«ho i miei assi nella manica» rispondo ammiccando.
«quindi... si trova nella vecchia aula di musica» dico incamminandomi subito verso la classe.
«non ci sono mai stato, è al quinto piano vero?» chiede Chan seguendomi a ruota.
«esatto» dico io prendendo le scale.
Arriviamo al corridoio, deserto, e certo sia deserto.
Alleggia una storia su questo corridoio.
Qui, veniva a suonarci una ragazza una volta, bella e ma nessuno sembrava volersi approcciare con la ragazza. La ragazza si chiamava Morgause.
Ogni giorno la ragazza andava nell'aula di musica e suonava il pianoforte, finché un giorno, scomparse, e adesso si dice che chi suona il pianoforte di quella stanza scompaia.
Lo so, alcune leggende sono tipo quelle metropolitane, finte, come i capelli biondi di mia zia Loren.
«porca cacchetta» dice Chan fermandosi di scatto.
Dalla fine del corridoio sentiamo suonare il pianoforte.
«ma dai Channie, è Jisungie che lo sta suonando» dico tirandogli uno scapellotto dietro la nuca.
«prova a controllare» dice riferendosi alla mappa.
Con uno sbuffo tiro fuori dalla tasca la mappa e dopo aver detto ad alta voce l'incantesimo controllo, ma, non acccade niente, è come se fosse andata in cortocircuito.
Guardo Chan e dopo aver ribadito l'incantesimo ricontrollo, ma di nuovo niente.
«Jisungie sa suonare il pianoforte?» chiedo a Chan mentre lui si stringe nelle mie spalle come per nascondersi.
«no» dice lui.
Ecco. Proprio quello che volevo sentire.
«okay, tu aspetta qua, sarà un altro studente» dico incamminandomi a passo felpato verso la classe.
«col cavolo che ti lascio da solo» dice lui affiancandomi preso da un momento di coraggio.
Ci troviamo davanti alla porta dell'aula, faccio per aprirla ma non si apre.
«dio che palle» mormoro spazientito dalla situazione
«alohomora» dico con fermezza e la porta si apre con un cigolio.
Ma anche per il leggero rumore la musica non si ferma.
«tu mi aspetti qui, okay? Non entrare» dico serio
«ma-» inizia a protestare lui
«niente ma sono stato chiaro?» dico,  per quanto io sia leggermente spaventato, non voglio che qualche mio amico corra rischi, quindi e meglio se rimane a fare la guardia alla porta.
«urla se succede qualcosa» mi dice lui capendo la situazione.
«stessa cosa vale per te» dico guardandolo negli occhi per poi entrare silenziosamente nella classe.
La persona che sta suonando il pianoforte non è Jisung.
È il ragazzo dai capelli bianchi.

SPAZIO CHE NESSUNO SI CAGA:
Ciaooooo!
Come state?? Vi sta piacendo la storia? Fatemelo sapere!!!

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