Capitolo 14

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«ragazzi dobbiamo trovare l'assassino» dico guardando i miei amici con fare serio
«e dio solo sa cosa gli farò quando lo troverò»

La storia è ambientata qualche anno prima che Harry Potter varcasse le porte di Hogwarts

Jimin's pov

«Tra quanto arriva Chan?» chiede Jisung impaziente
«sarà qui a momenti, calmati» dico scrutando il corridoio vuoto in cerca del mio amico.
«scusami se sono agitato, stiamo per fare qualcosa contro le regole naturale che io debba stare calmo!» dice Jisung con tono ironico
«ohh se sei venuto qui per lamentarti puoi tornartene in camera» dice Tae alzando gli occhi al cielo
«Tae ti dai una calmata?» lo rimprovero e lui in risposta sbuffa.
«oh eccolo» dice Jisung quasi saltellando dalla gioia
«ciao» ci saluta Channie con un sorrisino
«ciao» ricambiamo noi chi prima e chi dopo.
«bene, andiamo o dobbiamo aspettare Yoongi?» chiede Chan guardandosi attorno in cerca del verde.
«no, ha detto che Hyunjin si è sentito male, è rimasto con lui» dico prendendo dalla tasca la mappa del malandrino
«andiamo» dico incamminandomi verso il laboratorio di pozioni venendo seguito dagli altri.
«ma perché cavolo questo imbecille ha voluto incontrarci dopo il coprifuoco?» chiede Jisung seguendomi e attaccandosi al mio braccio sinistro
«ha detto di volere discrezione» dico continuando a camminare
«all'aula di pozioni abbiamo l'incontro vero?» chiede Chan facendomi rivolgere così la mia attenzione a lui
«si» rispondo solamente ricontrollando poi la mappa del malandrino, non vorrei che qualche professore ci scoprisse.
«fermi» dico fermando tutti
«nascondetevi!» sussurro io.
Ci nascondiamo in velocità, chi dietro una colonna chi si attacca alla parete.

«professoressa McGranitte la scuola è stata controllata, nessun probabile stregone è uscito o entrato da qui» sento dire dal professor Silente.
«lei non penserà sia stato...Tu-sai-chi» dice la professoressa quasi in un sussurro.
«suvvia non dica sciocchezze, lui è scomparso da anni, è al quanto improbabile lui sia tornato» i passi si fanno sempre più vicini, così come le loro voci, lo sguardo preoccupato mio e di Chan si incontrano, mi mordo il labbro e chiudo gli occhi, cercando di regolarizzare il respiro.
I passi sono a qualche metro di distanza da noi.
«senta andiamo a parlarne nel mio ufficio, così parliamo con più tranquillità, magari davanti ad una tazza di tè» dice il professore e i passi fanno marcia in dietro facendoci tirare un sospiro di sollievo
«giuro che appena trovo quel Marko lo uccido» dice Jisung asciugandosi le mani (probabilmente sudate) sull' uniforme.
Ricominciamo la nostra camminata a passi felpati, per poi, dopo qualche minuto arrivare a destinazione.
Apro la porta con un cigolio inquietante, ma non è stata la porta a produrre il suono.
«Tae ma che cavolo» sussurro io
«scusa ma era il momento perfetto» dice lui ridendo tra i baffi facendo alzare gli occhi al cielo a Chan.
Entriamo nell'aula e solo alcune candele illuminano la stanza.
«oh buongiorno ragazzi» dice una voce alla nostre spalle.
«cristo, Marko! Ci vuoi ammazzare?» dice Jisung mettendosi una mano al petto.
«scusate ragazzi era una scena perfetta per farlo» dice lui avvicinandosi alla cattedra.
«visto! Lui si che capisce i momenti adatti! Proprio come me!» dice Tae alzando le mani al cielo
«bene, ora ditemi, perché volevate tanto vedermi?» chiede lui sistemandosi al naso i suoi occhiali quadrati.
«abbiamo da chiederti un favore» dico seguendolo
«okay, cosa posso fare per voi?» chiede Marko incrociando le braccia al petto.
«tu ne sai qualcosa della morte di Jody?» chiedo e lui alza un sopracciglio
«anche se sapessi qualcosa cosa ti farebbe pensare che io te lo dicessi?» chiede lui con un piccolo ghigno in volto
«dai Marko non fare il presuntuoso, ci siamo quasi fatti beccare per venire da te!» si lamenta Jisung
«non c'è divertimento senza un po' di rischio» dice lui in una risata senza ilarità
«dai, Marko, siamo della stessa casata, abbi un po' di compassione e gentilezza» dico io tentando di colpirlo sul sentimentale
«ti prego» dico facendo gli occhi da cane bastonato
«e va bene, si so qualcosa» dice lui tirando fuori dal cassetto della scrivania una boccetta vuota
«cos'è?» chiede Jisung guardando il contenitore
«questa boccetta conteneva una pozione» dice Marko
«tu si che sei un grande Sherlock, ragazzi andiamocene lui non è d'aiuto» dice Chan prendendomi per il braccio ma io non mi sposto di un centimetro
«conteneva pozione polisucco*» continua Marko imperterrito
«e tu come hai fatto a capirlo, è vuota!» dice Chan scettico
«prima non lo era, c'era una piccolissima goccia, dopo averla analizzata ho potuto subito chiarificare fosse pozione polisucco» dice lui rigirandosi tra le dita la boccetta
«santo cielo» dice Jisung mettendosi una mano davanti alla bocca scioccato
«tenete gli occhi bene aperti ragazzi» ci avverte Marko
«posso farti un'altra domanda?» chiedo guardando la boccetta fra le sue mani
«forse» risponde lui solamente
«conosci una certa Artemis Hwang?» chiedo
«aspetta un attimo» dice lui scomparendo dietro una porta di uno sgabuzzino
«ecco qui, tutti gli iscritti di Hogwarts dal 1800 a oggi!» dice Marko aprendo il libro, lasciando che molta polvere si libri nell'aria facendo tossire e starnutire Tae e Jisung.
«Cong Artemis dici?» dice lui cercando il nome sbagliato
«no, Hwang Artemis» lo correggo io
«ohh, va bene, va bene» dice lui cambiando totalmente pagina «allora...Hwang...Hwang Chan-sung... Hwang Min-hyun... Hwang Hyunjin...Hwang Yeji...» dice lui scorrendo il dito sulla carta del grande libro.
«no, nessuna Hwang Artemis è iscritta a questa scuola» dice Marko chiudendo il libro producendo di nuova molta polvere.
«cosa?» chiedo io sbarrando gli occhi
«eh già sconvolgente eh» dice lui andando a sistemare il libro
«quindi?» chiede Chan guardandomi
«quindi questa Artemis è la nostra prima indiziata» dico leccandomi il labbro inferiore
Dopo qualche istante Marko torna.
«potrei tenerla io la boccetta? O devi fare ancora qualche esperimento?» chiedo guardando il contenitore appoggiato sulla cattedra
«prendila pure io i miei esperimenti gli ho già fatti» dice lui alzando le spalle
«grazie Marko sei un mito» dico avviandomi con i miei amici verso la porta
«no sono Dio» dice lui con un sorriso amaro
«le persone vengono da me solo quando hanno bisogno» dice lui guardandosi le mani
«nono, tu sei un mito, e mi piacerebbe avere un mito come amico» dico e subito il suo sguardo si alza verso di me trasformando la sua smorfia di tristezza in un sorriso
«va bene, allora ci si vede domani amici» dice lui sorridendo ancora di più alla parola "amici".
«a domani mito!» diciamo noi in coro per poi chiudere la porta dietro di noi.
«non è per niente male!» dice Tae riferendosi a Marko
«no anzi è proprio simpatico» dico ritirando fuori la mappa del malandrino ma prima che io possa pronunciare l'incantesimo ci imbattiamo in una ragazza
«Sophie?» domando guardandola
«oh hey» ridacchia lei imbarazzata
«cos'è quello?» dico ridendo al bizzarro animale tra le sue braccia
«voi non mi avete mai vista» detto questo inizia a correre via
«oookay, beh meglio andarcene prima di incontrare altra gente strana, poi cos'era quella roba che aveva in mano un topo gigante?» chiede Taehyung guardandoci
«era un quokka è un animale tipico australiano...si può sapere da dove cavolo l'ha preso?» domanda Chan più a se stesso che a noi
«non lo so ma io direi di rientrare in dormitorio» dice Jisung impaziente
«si andiamo» dico pronunciando l'incantesimo
Dopo qualche minuto arriviamo in camera iniziamo silenziosamente ci cambiamo per metterci il pigiama, dopo esserci lavati i denti ci infiliamo ognuno nei propri letti.
«ragazzi» dico e tutti i miei amici mi rivolgono l'attenzione
«sapete cosa significa questo?» chiedo e loro mi guardano confusi
«significa che qualcuno non è chi dice di essere»

SPAZIO CHE NESSUNO SI CAGA:
Pozione polisucco:
serve a dare a una persona l'aspetto fisico di un'altra per un'ora
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