Capitolo 33

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«Si può sapere che hai? Perchè mi eviti?»,mi ferma per il braccio Jellal.
Lo guardo negli occhi,poi guardo la sua mano che ha afferrato il mio polso.
Allenta la presa e mi guarda anche lui negli occhi.
«Perchè?»,mi domanda di nuovo. Sembra ansioso di sentire la mia voce.

«Non ho voglia di parlarne»,rispondo cercando di non incontrare i suoi occhi.
«Mi hai risposto così anche ieri e due giorni fa»,mi dice.
Sospiro abbassando lo sguardo.
«Stiamo insieme Erza,siamo fidanzati. Non sono un estraneo,dovresti fidarti di me»,dice lasciandomi il polso e si siede sulla panchina.

Siamo nel cortile della scuola. I ragazzi non ci sono ancora,siamo soltanto io e Jellal. Non voglio incontrare il suo sguardo per paura che possa capire tutto.
«Non è il momento adatto,Jellal. Non è il momento. Ti ho già detto che appena potrò te lo dirò,sia a te che ai ragazzi»,gli dico guardandolo finalmente negli occhi.

«Dovresti fidarti di me,Erza»,mi dice di nuovo.
«Non è questo il punto,Jellal! Non puoi capire»,gli dico.
«Certo che non posso capire,Erza! Devi dirmelo! Potrebbe esserci d'aiuto»,mi dice alzandosi.
«Non posso Jellal,non posso! Perchè non lo capisci»,dicendo e sento che tra poco inizierò a crollare. Ne sono certa.

«Ti prego,Erza»,mi dice stavolta con un tono di voce più tranquillo,quasi rassicurante,che a sua volta mi fa calmare. Cerco di placare l'ansia,che potrebbe portarmi a piangere dalla disperazione. Prendo un respiro profondo e decido di parlare.
«Poluska,mi ha detto cosa ho dentro di me. Non sa se è sicuro o no. Mi ha chiesto lei di non dirvelo proprio perchè non voleva farvi preoccupare e sinceramente neanche io voglio»,gli dico alzando lo sguardo verso i suoi occhi.

Non riesco a decifrare la sua espressione. Potrebbe essere delusa,ma anche confusa. O magari entrambi.
«Ti prego,di qualcosa»,lo scongiuro non sopportando l'idea di questo silenzio.
«Di cosa si tratta Erza?»,mi domanda.
Mi mordo il labbro e guardo altrove riflettendo. Se glielo dicessi,Poluska si arrabbierebbe e finirei per far preoccupare i ragazzi e questo non lo voglio. Se invece non glielo dicessi,loro finirebbero per odiarmi di più,ma almeno sarebbero al sicuro.

Ho la sensazione che questo mio secondo potere,possa portare a dei guai,non solo a me ma anche a Jellal e al resto del gruppo.
«Non lo so Jellal»,gli dico insicura.
«Se è qualcosa di tanto brutto Erza,lo risolveremo insieme,te lo prometto»,mi dice e,delicatamente,mi accarezza la guancia.

Guardando il suo volto pieno di sicurezza,mi decido a parlare. O la va,o la spacca.
«Eh va bene,te lo dirò,ma tu acqua in bocca,il resto del gruppo non lo deve sapere. Non voglio farli preoccupare ulteriormente»,gli dico.
Lui annuisce e mi sorride soddisfatto,poi mi fa sedere e lui accanto a me.

«Beh,ho scoperto che dentro di me ho un secondo potere»,gli dico. Lui sembra molto confuso,peggio di prima.
«Che tipo di potere?»,mi domanda lui.
Sospiro. «Dragon slayer»,rispondo.
«Cosa?»

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