𝒂𝒈𝒂𝒕𝒉𝒐𝒌𝒂𝒌𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒄𝒂𝒍 ༄ 𝒉𝒊𝒔𝒐𝒊𝒍𝒍𝒖

977 63 27
                                    

"𝑹𝒐𝒎𝒆 𝒌𝒏𝒆𝒘 𝒍𝒐𝒗𝒆
𝒃𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒉𝒂𝒏 𝒊 𝒆𝒗𝒆𝒓 𝒄𝒐𝒖𝒍𝒅,
𝒔𝒐 𝒊 𝒍𝒆𝒕 𝒕𝒉𝒆 𝒄𝒊𝒕𝒚
𝒕𝒂𝒌𝒆 𝒉𝒆𝒓 𝒉𝒂𝒏𝒅
𝒂𝒏𝒅 𝒇𝒐𝒍𝒍𝒐𝒘𝒆𝒅
𝒄𝒍𝒐𝒔𝒆 𝒃𝒆𝒉𝒊𝒏𝒅,
𝒑𝒊𝒄𝒌𝒊𝒏𝒈 𝒖𝒑 𝒕𝒉𝒆 𝒑𝒊𝒆𝒄𝒆𝒔
𝒐𝒇 𝒉𝒆𝒓 𝒎𝒆𝒍𝒕𝒊𝒏𝒈 𝒉𝒆𝒂𝒓𝒕."

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Il cielo di Roma, prima limpido e senza alcuna traccia di nuvole, stava iniziando a riempirsi di quest'ultime: le previsioni meteo per quella settimana avevano annunciato giornate soleggiate e prive di pioggia, ma evidentemente non erano attendibili.

O forse Illumi aveva solamente interpretato male le parole della signora alla televisione, visto che aveva iniziato a studiare la lingua italiana da due settimane: cosa ne poteva sapere lui, in fondo?

Si sentiva come se avesse fatto il passo più lungo della gamba a decidere di stabilirsi in quel paese così poco conosciuto, eppure l'idea lo allettava terribilmente.

La prima volta che aveva visitato l'Italia, così distante dal mondo orientale, era stato per un motivo non nobile: un omicidio di un importante capo di una casa di moda, che gestiva però delle attività illecite come la vendita di droga e circoli di prostituzione.

Non era stavo difficile togliergli la vita, le sue guardie del corpo erano anch'esse corrotte oppure avevano preferito scappare per salvarsi piuttosto che finire trafitti dagli aghi di Illumi.

Non erano uomini d'onore i primi italiani che aveva "conosciuto", ma non era nella sua mentalità far di tutta l'erba un fascio e quindi, terminato il lavoro, aveva deciso di tornare in Giappone, con la promessa che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe camminato nuovamente sul suolo italiano.

E quel giorno era arrivato più in fretta di quanto avesse previsto, con suo piacere, per quanto potesse provarne un individuo come Illumi, di difficile comprensione.

In quel momento stava sorseggiando un espresso mentre guardava la volta celeste, intento a capire, in base all'umidità dell'aria e al suo profumo, quanto tempo avesse prima dell'arrivo di un acquazzone estivo.

«Would you like something else?» Illumi squadrò con sguardo annoiato - come al solito, d'altronde - la cameriera che gli aveva posto quella domanda in inglese, probabilmente visto che era asiatico.
«No, grazie» risposte lui in italiano, con un accento forzato.

«Mi scusi, non pensavo...» Illumi la interruppe con un gesto della mano, a quel punto la ragazza borbottò qualcosa in italiano sottovoce, imbarazzata, e se ne andò dal tavolo.

L'assassino sospirò, mentre con la coda dell'occhio vide l'asfalto della strada iniziare a ricoprirsi gocce: non si era reso conto di quanto la pioggia fosse imminente. Non aveva portavo con sé nessun ombrello, quindi si sarebbe bagnato. O avrebbe potuto rubarlo a qualcuno, non che facesse così tanta differenza per lui.

Si stiracchiò, stringendosi ancora di più nel suo cappotto nero, non che ne avesse bisogno - era praticamente insensibile ai cambi di temperatura grazie all'addestramento che aveva ricevuto fin dall'infanzia - , quanto per sentire pressione sulla sua pelle. Gli mancava, strano a dirsi, avere un contatto umano con qualcuno: non necessariamente riguardante la sfera sessuale, ma anche con i membri della sua famiglia (più unici che rari) o con dei soci di lavoro.

Dei soci... a dir la verità ne aveva solamente uno e avere un contatto con lui non lo attirava più di tanto, a volte sapeva veramente farsi odiare. Poteva essere più fastidioso di una zanzara in estate se si metteva d'impegno, ma nonostante ciò e la sua fissa per i ragazzini incredibilmente più piccoli di lui, a volte gli piaceva la sua compagnia.

Raramente, ma accadeva: quando gli mostrava dei trucchi con le carte, quando gli toglieva distrattamente i capelli dalla spalla sulla quale si appoggiava per guardare meglio il loro obbiettivo da eliminare, quando faceva discorsi seri e anche quando faceva delle battute pessime che Illumi non trovava divertenti, ma lui rideva ai suoi stessi scherzi e questo bastava per tutti e due.

Ad Illumi non dispiaceva la sua risata, forse, non ci aveva mai pensato attentamente, aveva cose più importanti da fare, eppure in quel momento, guardando il tramonto, gli vennero in mente i suoi lineamenti.

A quel punto si domandò se nell'espresso non avessero messo dell'alcool, di sicuro non avrebbe fatto questo genere di discorsi da sobrio.

Guardò fuori dal vetro del bar dov'era seduto e vide le nuvole farsi sempre più grige il vento cominciare ad infuriare in modo violento e capì che era arrivato il momento di andarsene da lì.

«Mi scusi » chiamò la cameriera «Quanto pago? »

Arrivò velocemente sempre la stessa ragazza di prima e Illumi notò le sue guance arrossate e percepì - grazie al suo udito sovrumano - i battiti del suo cuore accelerare man mano che si avvicinava.

Forse aveva trovato un rimedio alla solitudine, anche se solo per una notte.

La squadrò dall'alto al basso, soffermandosi sul grembiule macchiato da gocce di caffè, in particolare sul block-notes che spuntava dalla tasca assieme a una penna nera con cui prendeva le ordinazioni dei clienti.

«1,50 euro, può pagarli alla cassa » rispose lei, evitando il contatto visivo.
«La mancia? » ad Illumi piaceva la parola mancia, aveva un suono particolare.
«A me? » domandò, come sconvolta, guardandolo finalmente negli occhi per un breve lasso di tempo.

«Sì, se vuoi » rispose lui con scioltezza, tirando fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni il portafoglio che gli era stato regalato da sua madre per i suoi tredici anni e porgendole una banconota da cinque «Tieni il resto »

«Grazie » balbettò lei «Posso chiederle il suo nome? »

«Non è importante » la liquidò Illumi, non volendo dare a nessuno informazioni personali: per quanto ne sapeva poteva essere un'assassina come lui che come copertura lavorava in un bar. La prudenza non era mai troppa, se c'era una cosa che aveva imparato in tutti gli anni di lavoro era questa.

«Piuttosto, mi permette di dare un'occhiata al block-notes? »

Glielo porse senza esitazione, per poi iniziare a torturarsi le mani con le unghie finte, la cui lunghezza si aggirava intorno ai tre centimetri. Quelle sarebbero potute essere un potenziale problema per i piani di Illumi.

Il ragazzo afferò il blocchetto e, estraendo una penna dalla tasca del cappotto, iniziò a scarabocchiare velocemente, per poi restituirglielo chiuso.

Subito dopo si alzò, salutò velocemente la cameriera con un "arrivederci", prese uno dei tanti ombrelli di chissà chi abbandonati nel portaombrelli e uscì dal bar.

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ho parecchia ansia perché
penso che tutto ciò
che scrivo sia mediocre🕺🏽

comunque Hisoka arriverà tra
uno o due capitoli, tenetevi
pront* 😼

also, mi piace leggere
i commenti, soprattutto
quelli ignoranti, quindi se
volete farne io sono pronta-

𝑬𝒎𝒑𝒕𝒚 ༄ HISOILLU ✓Where stories live. Discover now