Capitolo 2

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La cena sta continuando e nessuno perde occasione per dire la sua per quanto riguarda Niccolò.
"È da ammirare il vostro gesto, io non lo avrei mai tenuto" Ammette una signora seduta un po' più lontano.
"Niccolò in realtà è una bella persone" Risponde Anna.

È un po' stanca.
Crede di averle sentite tutte, riguardo suo figlio.
"È una cosa impossibile. Troppo piatto questo ragazzo..." Ribatte un uomo, seduto accanto a lei.
"Voi cosa ne sapete di mio figlio? " Chiede Anna dopo un po'.
"Semplicemente lo vediamo a scuola" Difende una professoressa, che per giunta conosce molto bene Niccolò.
"Veramente, fategli fare diciott'anni e mandatelo via. Oltre che esssere un peso, è anche uno spreco di tempo e lavoro. Per noi, e soprattutto per voi" Continua un professore.

In realtà non ha mai visto Niccolò, nemmeno per sbaglio.
Non ci ha mai nemmeno parlato, però le voci girano nella scuola.
Un ragazzo che uccide il suo migliore amico non sarà mai gradito.
Forse non è maturo per un adulto come lui ascoltare delle voci di corridoio, ma a che gli importa.
Tanto non è nemmeno suo alunno.

"Scusatemi, ma se preso singolarmente, Niccolò, può dare davvero tanto" Parla Serena, prendendo le difese di Anna. Messa alle strette.
"Oggi gli ho chiesto di svolgere un esercizio di quarto, che lui essendo quinto dovrebbe saper fare ad occhi chiusi. Lo ha sbagliato, capisce?" Racconta la donna.
"Anche se già fa ripetizioni...vuol dire che cambierò professoressa e che ne farà il doppio. Se non migliora" Dice Anna, anche con un po' di amaro in bocca.

Dover cercare un'insegnante disposta a stare con Niccolò non è semplice.
La precedente era davvero molto disperata, ha accettato solo per un po' di soldi, e appena avrebbe raggiunto un guadagno alto, avrebbe sicuramente lasciato Niccolò.
Era semplicemente in cerca di soldi.
Anna ora non sa se ci sia qualche altro disperato là fuori, che abbia la pazienza di ascoltare.

"Niccolò non sarebbe capace di capire nemmeno con l'insegnante più brava al mondo, signora non sprechi soldi" Scuote la testa il professore.
"Ha la maturità" Spiega Anna.
Non può lasciarlo impreparato anche di fronte la commissione esterna.
"Lo promuoviamo volentieri, cosi sarà libero" Dice un'altra insegnante.

Anna abbassa lo sguardo.
Annuendo leggermente.

***

Sono più o meno le due di notte quando Adriano rientra a casa, con Serena che lo aspettava già da un po' sveglia.
"Com'è andata la cena?" Chiede il ragazzo, cominciando a togliersi la felpa.
"Bene,bene... a te com'è andata? " Risponde la donna.
"Come il solito, tutto bene" Dice Adriano.
Quando il ragazzo sta per andarsene nella sua stanza, finalmente la donna parla.

"Come va Niccolò a scuola?" Chiede.
"Per essere lui, tutto ok" Alza le spalle.
"E oggi era con voi?" Chiede ancora.
Adriano comincia ad insospettirsi con tutte queste domande, ma comunque risponde.
"Si, come sempre"
"Anna mi ha detto che era a casa, come mai?" Domanda, sapendo di aver colto il centro.
Adriano non sa più cosa dirle, cerca la scusa più credibile.

Serena però sospira, avendo già capito la situazione.
"Avete litigato? Dimmi la verità" Dice.
Adriano in realtà non lo sa nemmeno se hanno litigato, anche perché Niccolò cerca sempre di ritornare nel gruppo.
Questo vuol dire che in fondo ci tiene e non prova rancore.
"Per favore, non fatelo solo perché ha quel problema" Lo supplica Serena.

A lei in fondo va bene.
Ha avuto un sacco di litigi con le sue amiche, da giovane.
Perché non dovrebbero farlo Adriano e Michelle?
In un gruppo è una cosa normale, lo sa.
Però se la cosa degenera, anche l'amicizia tra le due madri è in pericolo.
Insomma, Serena avrà da raccontare ad Anna un po' di cose.

"Vai" Sospira Serena, congedando Adriano.
Lui non se lo fa ripetere due volte, entrando nella sua stanza.
Per avvertire tutti i miserabili.
"Mia madre ci ha scoperti" Scrive.
Immediatamente gli altri ragazzi rispondono e come lui non l'hanno presa bene.
"Sarà sicuramente colpa di Niccolò" Dice Gianmarco.
"Ce la paga" Lo rassicura Adriano, per poi chiudere il cellulare e andarsene a letto.

***
Anna appena mette piede in casa si lascia andare in un sospiro.
Sandro la guarda confuso, non aspettandosi di trovarla in questo stato.
"Tutto okay?" Chiede lui, avvicinandosi a lei.
"Dov'è Niccolò?" Domanda Anna, ignorando quella di suo marito.
"Dorme, non lo so.." Alza le spalle.

Così la donna va a cercarlo.
Lo trova come al solito nella sua stanza, nel suo mondo, ma non sta dormendo. Anzi.
È come sempre con il capo chino verso il foglio di carta. A scrivere, scrivere e scrivere.
Anna si avvicina lentamente, dando un'occhiata a quel foglio.
Giusy, riesce a leggere prima che Niccolò chiuda con prepotenza la pagina, per poi aprirne una pulita.

"Volevo soltanto dirti che la cena è andata bene e che ti saluta la mamma di Adriano" Spiega Anna.
Niccolò annuisce leggermente.
Da una parte è contento.
Forse il suo migliore amico lo ha perdonato, ma dall'altra si maledice.
Probabilmente Serena non saprà nulla, come la sua d'altronde.

Anna dà un'occhiata intorno.
Come sempre quella camera è un caos, ma non ci prova nemmeno a chiedergli di dare una sistemata.
Tanto non lo farebbe comunque.
Nota un foglio sul pavimento, così lentamente lo prende.

"Come mai tutti quesi esercizi, sono per lunedì?" Chiede Anna.
Niccolò scuote la testa.
Li ha fatti da solo, duecento esercizi, per non doversi più vergognare quando nelle altre classi lo interrogano.
Per non sbagliare più.

Anna gira il pezzo di carta tra le sue dita più volte.
"Eppure tutti dicono che non vuoi migliorare" Borbotta.
Niccolò alza le spalle. Da una parte è vero, perché ormai è stato etichettato, ma dall'altra ha una voglia di spaccare il mondo..
"Vado da tuo padre, tu fai come vuoi" Dice la donna, prima di uscire.

Niccolò così ritorna a scrivere.
Quello gli riesce bene però, e nessuno ha mai da ridire su questo.
Nemmeno a scuola.
È l'unica forza che ha per non mandare a fanculo tutti e scappare.
Forse prima sarebbe rimasto anche per i suoi amici, ma questi non ci sono più.
Chi lo contrasta adesso quel 'mal di mondo' che ha?

Chi se nessuno è disposto ad ascoltare le sue parole?
Continua la sua Giusy, l'unica che sa esattamente da che lato gira il mondo ed è convinta di poter comunque essere più forte di lui, volendo.
Se la vita si ribella, tu ribellati con lei.
Il problema è che si sente stretto, legato dal collo con un guinzaglio che non lo lascia volare.
Perché tutti lo accettano, e lui no?
Ormai sono passati diciott'anni.
Peter quando crescerà?
Glielo chiedono tutti.

Il punto è uno solo.
Peter Pan non cresce, e non avrà mai intenzione di farlo, senza una Wendy o forse Giusy che gli dia la forza di dire 'Ci sono anch'io'.

-labimbasperdvta

ti dedico il silenzio | ultimo Where stories live. Discover now