Capitolo 31

974 54 151
                                    

Se siete persone sensibili vi chiedo di chiudere qua il capitolo.
Tante volte mi capita di leggere commenti tipo "sembra la mia storia", bene, chiudete qui e andate a letto, che domani c'è scuola.
Se siete invece più duri e con un pò di rabbia da sfogare vi do il benvenuto. Adriano sarà particolarmente stronzo, dico solo questo.
Grazie a tutti.

Adriano si stringe nel suo giubotto di pelle, guardando la porta di casa con ansia.
La fissa, posa lo sguardo sulla strada, per poi ripetere il tutto.
Nella sua testa sembrava molto più semplice.
Adesso però sente di essersi ancora una volta affezionato al suo migliore amico, e non va bene.

Dopotutto lo fa per sé stesso, i suoi amici e sua sorella.
Non è così tanto egoista. Poi il professore inizialmente gli aveva fatto un discorso su quanto fosse normale la cosa "per salvare me, affondo te".
E inizialmente ne era davvero entusiasta anche lui, però adesso è dannatamente difficile.

Con un sospiro apre la porta di casa, guardandosi in torno.
Sta per fare forse la più grande stronzata al mondo.
Il ragazzo è solo, ancora sdraiato.
Niccolò, delirante, ha chiesto un paio di volte una carbonara, insistendo particolarmente.
Così Michelle per farlo felice è andata a comprare gli ingredienti. Lo ha lasciato solo soltanto per qualche minuto, infatti è già sulla via del ritorno.

Adriano è un po' sollevato dall'assenza di Michelle.
È più facile senza lei vicino.
Immediatamente assume una faccia arrabbiata, strappandogli via la coperta, tra l'altro sua.
Niccolò si gira di scatto impaurito, ricordandosi solo adesso delle parole di Adriano.
Era solo una sera, niente di più.

Abbassa lo sguardo già stanco in partenza.
Delle volte si ritrova a pensare se ne valga la pena rialzarsi dopo le botte di Adriano oppure no.
Puntualmente la presa in giro tornerà ogni giorno, e allora vorrebbe buttare tutto all'aria, ma poi c'è Michelle e allora ha un motivo in più per continuare.
Allora fa sempre avanti e indietro fra queste due opzioni. E se adesso dovesse scegliere, sicuramente chiuderebbe gli occhi per un'ultima volta.

Adriano sfoga tutte le sue frustrazioni così.
Non ha nessuno con cui potersela prendere, e allora come un giocattolino ci rimette sempre Niccolò.
Già abbastanza intontito dalla febbre non regge nemmeno il primo corpo, scoppiando come sempre in un pianto silenzioso.
Comincia a sentire male alla testa, forse per il corpo troppo forte che gli ha fatto perdere sangue oppure per la febbre.

Quando i pugni di Adriano si bagnano per le lacrime, il castano sembra fermarsi, respirando pesantemente per l'affanno.
Guarda il ragazzo steso sotto i suoi piedi, che con gli occhi stretti attende il prossimo round.
Dopo un po' apre l'occhio, aspettandosi un colpo già da un bel po'.
Tenta di mettersi quanto meno seduto, ma con un calcio Adriano lo riporta al suo posto.

"IO NON FALLIRÒ SOLO PER COLPA TUA" Grida nervoso, spaventando un bel po' Niccolò.
"IO NON SONO COME TE" Continua ad urlare, riprendendo a picchiarlo come sempre.
E n'è sicuro, Niccolò se potesse gli chiederebbe centomila volte scusa.

Tenta di prendere il suo quadernino insieme alla sua penna.
Scrive a malapena le prime due lettere della parola "Perdonami" che Adriano strappa in molle pezzi il foglio.
"COSA ME NE FACCIO DELLE TUE SCUSE?" Continua il suo sfogo.
Già, cosa ne se fa?

Dopo qualche minuto anche Adriano sembra senza forze, si siede per tetta, a pochi centimetri dal corpo inerme di Niccolò.
Quest'ultimo con la testa che gli gira tenta di stendersi sul divano, ma non riesce nemmeno a fare un passo che cade.
Le sue gambe non sembrano più poter reggere tutto questo.

Guarda Adriano, stanco almeno quanto lui, e sembra quasi che una scarica gli abbia ridato la forza.
Si getta contro il suo amico, dandogliele per tutte quelle già prese in passato.
Per tutte le lacrime che ha versato per colpa sua, per le notti insonni, per i lividi, per la sua vita e per la sua voce. Per tutto. La colpa è solo sua.
Adriano, con una grossa macchia viola sotto gli occhi se lo scrolla di dosso.

Gli stringe il collo, con aria davvero risentita.
E se prima era arrabbiato, beh, adesso lo è ancora di più.
Niccolò comincia a tossire, sentendosi mancare l'ossigeno.
Adriano però sembra davvero accecato dalla rabbia, e anche se con meno forza, non smette di tenerlo.

Michelle in questo momento rientra in casa, con le buste della spesa in mano.
Ha incontrato anche il professor Martini al supermercato e stranamente era di buon umore.
Le ha sorriso e l'ha anche salutata cortesemente.

Alla vista dei due ragazzi lascia cadere le buste sul pavimento, per poi portarsi le mani di fronte alla bocca.
Adriano si accorge della sua presenza solo dopo il forte tonfo, e si affretta a staccarsi da Niccolò.
La ragazza con le lacrime agli occhi si avvicina al suo fidanzato scuotendolo violentemente.

"Nicco!" Grida, non badando al fatto che potesse anche fargli male.
Il ragazzo è visibilmente mal ridotto. Entrambi gli occhi neri, labbro e naso spacchi, per non contare del petto praticamente tutto viola.
E per finire in bellezza:
Un grosso "collare" violaceo contorna il collo di Niccolò, e adesso si che il professore ha ragione a dargli del cane rognoso.

"Niccolò!" Continua a dire la ragazza, non smettendo di provare.
Adriano ha fatto qualche passo indietro, rendendosi conto solo adesso del grosso guaio.
Michelle lo guarda con paura.
Quello non è assolutamente suo fratello, quello è solo un mostro.
"Chiama qualcuno!" Grida, tirando degli schiaffi leggeri sul viso del ragazzo, in speranza che si svegli.

Adriano questa volta ascolta, chiamando immediatamente l'ospedale.
In attesa cerca di abbracciare sua sorella, che singhiozzante non vuole staccarsi dal corpo senza vita di Niccolò.
Ma questa lo spinge via.
"Sparisci!" Urla, per poi chinarsi sul petto del moro.

Adriano sospira.
"Io l'ho fatto per noi" Mormora, abbassando poi lo sguardo.
Il professore sarà davvero fiero di lui questa volta.

-labimbasperdvta
amatemi!!

ti dedico il silenzio | ultimo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora